Di nuovo in piazza per dire «stop ai tagli»

Dopo la manifestazione dello scorso 22 novembre, che portò in piazza a Bellinzona migliaia di persone a protestare contro le misure di risparmio contenute nel Preventivo 2024, una nuova dimostrazione è stata organizzata, sempre a Bellinzona, per sabato 20 gennaio (a partire dalle 14.00 presso la stazione FFS). A presentare la manifestazione, questa mattina a Giubiasco, è stato il comitato promotore – denominato «Stop ai tagli» – che riunisce diversi partiti di sinistra e diversi sindacati, ossia tutto il fronte progressista, compatto contro la manovra di rientro presentata dal Governo.
Il motto della dimostrazione di piazza, questa volta, sarà «difendiamo il servizio pubblico». Già, perché come sottolineato dal co-presidente del PS, Fabrizio Sirica, «tutti questi tagli al sociale, ai sussidi di cassa malati, al personale dell’amministrazione, hanno un comune denominatore: un attacco al servizio pubblico e alla sua qualità». Per Sirica, infatti, il Preventivo 2024 «non ascolta i bisogni della popolazione», bensì «segue una logica prettamente contabile e di corto termine». Proprio contro questa logica «finanziaria» si è poi espresso Pino Sergi dell’MPS, contestando il meccanismo del freno al disavanzo e il fatto che lo stesso indebitamento, in Ticino, sia eccessivo. «Abbiamo un debito di due miliardi e mezzo, a fronte di un PIL da 30 miliardi. Se fossimo un Paese dell’UE saremmo il più virtuoso di tutti» da questo punto di vista. Per il Partito comunista Zeno Casella ha invece evidenziato il difficile contesto in cui è stata presentata la manovra di rientro: «Ci troviamo in un momento in cui il potere d’acquisto dei cittadini è molto sotto pressione: l’inflazione cresce, gli affitti pure, così come i premi di cassa malati» e così via. E in questo contesto, ha fatto notare, «i partiti borghesi portano avanti una politica di austerità» che avrà «conseguenze molto gravi» per tutti i cittadini, non solo quelli direttamente toccati dalle misure. Ecco perché, a mente di Casella, «ora si tratta di allargare la manifestazione a tutta la popolazione».
«Se gli investimenti vengono fatti nel privato vanno bene, mentre nel settore pubblico vengono considerati uno sperpero di denaro. Ciò deve cambiare», ha invece rimarcato il deputato dei Verdi del Ticino Marco Noi, scagliandosi contro la disparità di trattamento tra i due settori e contro il fatto che «al alcuni si tira la cinghia, mentre ad altri la si allenta».
L’intento del comitato promotore, dunque, è quello di «lanciare un chiaro segnale alla politica» che si appresta a discutere il preventivo. Senza dimenticare, come fatto notare in chiusura da Sirica, che «se non si cambia la rotta anche nel preventivo 2025 potrebbero esserci altri tagli per 170 milioni».