Mondo
La diretta

Hamas insiste sul ritiro, tregua ancora in stallo

Israele prepara nuove mappe, il Qatar frena sull’ottimismo - Colloqui e tensioni sul campo proseguono - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
Hamas insiste sul ritiro, tregua ancora in stallo
Red. Online
09.07.2025 06:16
20:41
20:41
Sanzioni USA contro la relatrice speciale dell'ONU per i Territori Palestinesi

Gli Stati Uniti impongono sanzioni contro Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi a Ginevra, da tempo nel mirino a Washington.

La sua «campagna di guerra politica ed economica contro gli Stati Uniti e Israele non sarà più tollerata», ha detto il segretario di Stato Marco Rubio annunciando l'iniziativa, dovuta agli «illegittimi e vergognosi sforzi di Albanese per fare pressione sulla Corte Penale Internazionale affinché agisca contro funzionari, aziende e leader statunitensi e israeliani». Né gli Stati Uniti né Israele - ha ricordato Rubio - sono parte dello Statuto di Roma, «il che rende la sua azione una grave violazione della sovranità di entrambi i paesi».

«Albanese ha fomentato l'antisemitismo, espresso sostegno al terrorismo e disprezzo per gli Stati Uniti e Israele» e questo suo pregiudizio - ha aggiunto Rubio - è stato evidente in «tutta la sua carriera, inclusa la raccomandazione alla Corte Penale Internazionale di emettere mandati di arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della difesa Yoav Gallant». Albanese ha in diverse occasioni denunciato il «genocidio» a Gaza e chiesto di fermare il flusso di armi a Israele, che ha accusato di incarnare «l'apartheid» per eccellenza.

Nelle scorse settimane gli Stati Uniti avevano chiesto le dimissioni di Albanese dopo che un rapporto di UN Watch accusava la relatrice di aver accettato finanziamenti per 20 mila dollari per i suoi viaggi da gruppi legati ad Hamas, in violazione delle regole di condotta delle Nazioni Unite. In seguito al rapporto la divisione per i diritti civili del Dipartimento di Giustizia aveva chiesto all'Onu, in una lettera, di «rimuovere immediatamente» Albanese dal suo incarico in quanto la sua condotta «aveva disonorato l'istituzione».

18:31
18:31
Sánchez: «L'Europa non sta facendo abbastanza per frenare il genocidio a Gaza»

«L'Europa non sta facendo abbastanza per cercare di frenare il genocidio a Gaza»: è quanto affermato dal premier spagnolo, Pedro Sánchez, nel riferire al Congresso nazionale sull'ultimo Consiglio Europeo e sul vertice Nato di fine giugno. Sánchez ha aggiunto che «attende proposte adeguate» da parte della Commissione europea a riguardo, le quali dovrebbero essere presentate il 15 luglio.

«Non permetteremo che indifferenza, equidistanza o meri calcoli politici ci rendano complici del maggior genocidio di questo secolo», ha anche detto, attribuendo al governo israeliano «un'infamia che sarà ricordata nei libri di storia».

15:58
15:58
Operazioni israeliane per circondare Beit Hanoun, nel nord di Gaza

Il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) ha annunciato che «la squadra di combattimento della Brigata Givati si è unita alle forze della Divisione 99 e ha avviato le operazioni per circondare Beit Hanoun, nella Striscia di Gaza settentrionale».

È stato inoltre riferito che «le forze stanno lavorando per distruggere le infrastrutture terroristiche, eliminare i terroristi e vanificare le capacità militari di Hamas nella regione».

«Ritengo che ci sia un buona chance di un cessate il fuoco» a Gaza, ha intanto detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un'intervista a Fox.

«Io e Trump crediamo nella dottrina della pace attraverso la forza. Prima viene la forza, poi la pace. Abbiamo dimostrato molta forza e ci sembra che la pace porti molti frutti. Saremo in grado di espandere gli Accordi di Abramo, creando una realtà inimmaginabile in Medio Oriente, portando prosperità e stabilità», ha messo in evidenza Netanyahu.

15:02
15:02
A Gaza neonati stipati in un'unica incubatrice

I corpicini stretti, uno accanto all'altro, con i tubicini e i fili che passano tra di loro. E' l'immagine toccante che il dottor Fadel Naim, direttore di un ospedale nel nord di Gaza, pubblica su X per denunciare l'ennesimo dramma nella Striscia. I medici di Gaza affermano di essere stati costretti a stipare più neonati in un'unica incubatrice, poiché gli ospedali hanno avvertito che la carenza di carburante li sta costringendo a interrompere i servizi vitali, mettendo a rischio la vita dei pazienti.

Foto da X
Foto da X

Le Nazioni Unite hanno lanciato l'allarme: la crisi del carburante è a un punto critico, le poche scorte disponibili stanno finendo e «non ci sono praticamente più scorte accessibili».

«Gli ospedali stanno razionando. Le ambulanze sono in stallo. Gli impianti idrici sono sull'orlo del collasso. E il numero di morti che questo probabilmente sta causando potrebbe presto aumentare drasticamente, a meno che le autorità israeliane non consentano l'arrivo di nuovo carburante, con urgenza, regolarmente e in quantità sufficienti», ha dichiarato l'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA).

14:46
14:46
«il cessate il fuoco a Gaza è realizzabile»

Il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar ha dichiarato che «il cessate il fuoco a Gaza è realizzabile». Lo riferiscono i media israeliani citando Reuters.

Durante la sua visita a Bratislava, il ministro degli esteri Sa'ar ha poi confermato che Israele è pronto a negoziare un cessate il fuoco permanente a Gaza se prima ne verrà raggiunto uno temporaneo.

«Se raggiungeremo un cessate il fuoco temporaneo, negozieremo un cessate il fuoco permanente», ha affermato. «Siamo seriamente intenzionati a raggiungere un cessate il fuoco a Gaza, e questo è realizzabile», ha dichiarato.

11:27
11:27
L'asse Morag linea rossa di Israele nei negoziati a Doha

La linea rossa di Israele nei negoziati a Doha per raggiungere un accordo di cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi è l'asse Morag, punto di contesa centrale con Hamas che sta ritardando la firma dell'intesa.

Mentre Hamas chiede il ritiro completo dell'esercito (IDF) da tutto il territorio di Gaza, Israele, stando alle indiscrezioni riferite da media arabi e israeliani, intende rimanere sull'asse anche dopo l'annuncio della tregua.

Il Morag è un corridoio militare che si estende attraverso la Striscia meridionale, tra Khan Yunis e Rafah, lungo 12 chilometri e largo fino a un chilometro e mezzo. È stato pavimentato nell'ambito dell'operazione dell'aprile 2025. Negli ultimi mesi, è diventato un confine operativo all'interno di Gaza, creando di fatto un assedio continuo alla città di Rafah e isolando le brigate Rafah e Khan Yunis di Hamas sopra e sotto terra. L'area è definita la «seconda Filadelfia», simile all'asse nel sud della Striscia, tra Rafah e l'Egitto, che limita i movimenti di Hamas e il contrabbando di armi attraverso il Sinai.

L'operazione di controllo mira a recidere il collegamento territoriale tra Khan Yunis e Rafah e a rafforzare la presenza dell'IDF nel sud. L'esercito ha spiegato che l'asse consente non solo il controllo della sicurezza, ma anche flessibilità operativa: attraverso questo corridoio è possibile schierare le forze e impedire ai terroristi di Hamas di tornare a Rafah.

Al-Arabiya riporta inoltre che Israele si rifiuta di rinunciare ai centri di distribuzione del fondo di aiuti americano Gaza Humanitarian Foundation (GHF), ma ha mostrato flessibilità per quanto riguarda la partecipazione dell'ONU alla distribuzione degli aiuti umanitari.

11:16
11:16
IDF: colpiti 100 obiettivi terroristici nelle ultime 24 ore

L'esercito israeliano (IDF) rende noto che le truppe continuano le operazioni a Gaza, guidate dall'intelligence militare e dal servizio di sicurezza interna: l'aeronautica ha colpito nelle ultime 24 ore oltre 100 obiettivi terroristici in tutta la Striscia, tra cui miliziani, edifici trappola (con esplosivi), depositi di armi, postazioni di lancio di missili anticarro, tunnel sotterranei.

Nel nord della Striscia i soldati operano nelle zone di Shejaiya e Zeitoun per eliminare cellule armate e localizzare armi. Nelle ultime 24 ore è stato smantellato un deposito di ordigni esplosivi e mine, nascosto all'interno di una struttura civile. Contemporaneamente è stata eliminata una cellula terroristica e sono state distrutte strutture militari e un sito di produzione di armi di Hamas.

Nel sud della Striscia le truppe hanno individuato ed eliminato un'altra cellula armata, e smantellato infrastrutture terroristiche nell'area di al-Janina a Rafah.

09:26
09:26
Protezione civile, almeno 20 morti per due raid

La protezione civile di Gaza ha annunciato oggi che 20 persone, tra cui almeno sei bambini, sono state uccise in due attacchi aerei israeliani avvenuti durante la notte nel territorio palestinese.

Il portavoce dell'agenzia, Mahmud Bassal, ha precisato che il primo attacco ha colpito una tenda che ospitava alcuni sfollati a Khan Yunis, nel sud della Striscia, mentre il secondo raid ha preso di mira un campo nel nord.

06:38
06:38
L'incontro fra Trump e Netanyahu è durato 90 minuti

Donald Trump ha incontrato il premier israeliano Benjamin Netanyhau alla Casa Bianca per 90 minuti. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali fra le differenze che restano da risolvere per un accordo su Gaza c'è quella del ritiro dell'Idf dalla Striscia.

Sia nell'incontro di lunedì che in quello di martedì alla Casa Bianca si è discusso infatti sul riposizionamento delle truppe israeliane. Hamas - riporta Axios - chiede che l'Idf si ritiri sulle stesse linee stabilite prima che il precedente cessate il fuoco fallisse in marzo. Israele rifiuta di farlo.

Il nodo degli aiuti umanitari sarebbe invece stato risolto, così come quello relativo alla richiesta di Hamas, che vuole garanzie degli Stati Uniti sul fatto che Israele non sia in grado di iniziare unilateralmente la guerra alla fine dei 60 giorni di cessate il fuoco.

Sugli aiuti si è concordato che nelle zone di Gaza da cui si ritirerà l'Idf saranno forniti dall'Onu o da organizzazioni internazionali non affiliate a Israele o Hamas. Sulle garanzie americane, l'inviato speciale Steve Witkoff ha inviato un messaggio ad Hamas sostenendo che Trump è impegnato a estendere il cessate il fuoco se le trattative per mettere fine alla guerra durano più di 60 giorni.

06:36
06:36
Usa e Israele firmano memorandum su energia e IA

Gli Stati Uniti e Israele hanno firmato un memorandum of understanding per collaborare sull'energia e sull'intelligenza artificiale.

L'accordo consente di far leva sugli istituti di ricerca dei due paesi e sui settori della tecnologia e dell'energia per assicurare che «Stati Uniti e Israele siano leader nell'Ia e restino forze dominanti nell'energia», afferma il Dipartimento dell'Energia americano.

06:19
06:19
Il punto alle 6.00

I colloqui per un cessate il fuoco a Gaza proseguono a Doha, ma il nodo principale resta il ritiro dell’esercito israeliano (IDF) durante la tregua proposta di 60 giorni. Israele presenterà domani nuove mappe di ridispiegamento, dopo il rifiuto della versione precedente da parte di Hamas. Intanto, il Qatar frena sull’ottimismo: «È troppo presto per parlare di risultati», ha detto il portavoce del ministero degli esteri.

Nelle stesse ore, una delegazione qatariota ha incontrato per tre ore l’inviato speciale USA Steve Witkoff alla Casa Bianca, mentre Benjamin Netanyahu è arrivato a Washington per una serie di incontri istituzionali, inclusa una cena con Donald Trump.

Sul terreno, l’IDF ha colpito a Khan Yunis uccidendo Taha Abu Ayadeh, comandante Nukhba coinvolto negli attacchi del 7 ottobre, e ha annunciato un’espansione delle operazioni nella zona. In Libano, eliminato un altro alto esponente di Hamas.

Nel frattempo, emergono dettagli sulla guerra con l’Iran: una fonte militare israeliana ha ammesso danni a “pochissimi” siti militari durante gli attacchi missilistici. Attivato anche un quartier generale d’emergenza in caso di attacco diretto alla leadership dell’IDF.

A livello interno, cresce la pressione sull’esecutivo: l’estrema destra chiede il ritiro della delegazione dai negoziati, attacca la linea del governo e si oppone all’invio di aiuti umanitari. Pubblicato infine l’integrale del “Progetto Dinah”, con testimonianze su violenze sessuali sistematiche commesse da Hamas il 7 ottobre.