«I cuccioli non sono un regalo»: le adozioni chiudono per Natale

«Un animale domestico non è un semplice regalo, è un impegno che va avanti e che dura per tutta la sua vita. Ogni anno in vista del Natale facciamo molta informazione e prevenzione su questo tema, perché è importante». Emanuele Besomi, presidente della Società protezione animali di Bellinzona (SPAB), fa di questo principio un punto cardine del rifugio che la società gestisce. L’usanza di mettere un cucciolo sotto l’albero a Natale salvo poi riconsegnarlo un paio di mesi più tardi, «quando ci si stufa o ci si rende conto di non saper gestire la responsabilità», è un’abitudine purtroppo ancora radicata nella nostra società. Una scelta a volte fatta sull’onda dell’entusiasmo, portata avanti anche con buoni intenti, ma che può risultare molto rischiosa per i diretti interessati, ovvero gli animali. «È una ‘‘lotta’’ che dobbiamo affrontare ogni anno, per questa ragione abbiamo preso la decisione di bloccare le adozioni nel periodo delle festività così da tutelare i nostri ospiti».
Ripensamenti tardivi
«A volte si sceglie di regalare un animale per trovare rapidamente un dono quando non si hanno altre idee, ma in realtà l’adozione o l’acquisto non andrebbero mai affrontati di fretta o a cuor leggero», continua Besomi. «Soprattutto se il regalo va a bambini o ragazzi giovani, che non si rendono conto di quanto possa essere impegnativo tenere un animale in casa. Quando poi ci si accorge ecco che le cose cambiano». E questo la SPAB lo sa molto bene. «Capita sovente verso febbraio, passato il primo mese dopo il Natale, di veder arrivare diversi animali». Alcuni riportati, altri trovati abbandonati. Per questa ragione, onde evitare i rischi di un acquisto impulsivo dove invece servono riflessione e ponderazione, la SPAB ha deciso, come detto, una misura che a prima vista può apparire drastica: «Da metà dicembre fino a metà gennaio abbiamo bloccato le adozioni di tutti gli animali. Certo, le persone interessate possono venire qui a conoscere un gatto o a portare a spasso un cane, ma noi fino a dopo le feste non consegniamo loro l’animale». Fortunatamente, in generale - annota il nostro interlocutore - nel 2025 si sono visti relativamente pochi casi di abbandono di animali, anche in estate, un altro periodo critico.
Tarantole, serpenti e lumache
Un’altra tendenza - nuova però - che sta prendendo sempre più piede, è quella di acquistare animali rari ed esotici. «Delle specie che a volte facciamo pure fatica ad identificare», spiega il presidente della SPAB. Tarantole, come quella africana tra l’altro ritrovata a Carasso qualche mese fa, sauri di ogni tipo, ma anche camaleonti, serpenti. «Ormai è diventata una vera e propria tendenza, una moda e un modo per farsi vedere. Adesso, ad esempio, vanno molto le lumache africane che sono degli esemplari giganti». In questi ultimi tempi Besomi ha visto un po’ di tutto. «Spesso, inoltre, nel caso di queste specie si tratta di detenzioni illegali». Ma oltre a questo il problema è un altro: quando gli esemplari scappano. «Trovare questi animali, fuggiti da qualche teca o terrario, ci mette davanti a una serie di domande. Tanto per incominciare non sappiamo nulla di loro e dobbiamo partire con l’identificare la specie». Capire, insomma, se ci si trova davanti a un esemplare velenoso o pericoloso. «La tarantola trovata a Carasso, ad esempio, non era letale ma velenosa sì. Basti pensare a quello che può farci il morso di una zecca per farsi un’idea di quello dei ragni».
Spazi per le emergenze
Pensando invece al nuovo anno Besomi guarda con soddisfazione ad alcuni progetti che stanno per vedere la luce. «A fine ottobre inoltre è passata la modifica alla legge cantonale che unificherà e darà nuovo impulso al servizio di soccorso su tutto il territorio ticinese, oltre alla gestione dei rifugi. Un campo nel quale la SPAB è pioniera». A proposito di rifugi, la Società è sempre impegnata nell’ampliamento degli spazi della struttura di Gnosca, «ma abbiamo rallentato un po’ il ritmo, perché stiamo aspettando l’esito del gruppo di lavoro che sta preparando l’ordinanza sulla nuova legge per capire se i nuovi servizi necessiteranno di una logistica particolare». Nel frattempo si sta lavorando alla costruzione (sempre a Gnosca) di uno stabile multifunzionale che servirà da magazzino, dove troveranno posto i veicoli d’intervento, e come deposito per i mangimi. Ma non solo. Lo stesso potrà rapidamente essere convertito in una stalla temporanea di 200 metri quadrati che servirà per il ricovero di emergenza di animali da reddito e di grossa taglia in caso di alluvioni o catastrofi naturali. «Abbiamo visto che queste disgrazie purtroppo possono capitare sul nostro territorio. In casi simili è necessario per i soccorritori intervenire rapidamente, evacuare e portare al sicuro un gran numero di animali. Per questo è importante avere lo spazio necessario per fornire loro un riparo provvisorio all’asciutto e al caldo. Ci stiamo lavorando, insomma, non ci fermiamo».
