I fallimenti aziendali tornano a livelli storicamente alti
Un vecchio proverbio dice che per pagare e per morire c’è sempre tempo. Un modo per dire che è umano cercare di procrastinare il saldo di uno scoperto. I problemi arrivano quando onorare un debito non è possibile nemmeno in ritardo e scatta la procedura di fallimento. È quanto capitato a 4.341 aziende svizzere nei primi otto mesi di quest’anno, costrette - per mancanza di liquidità ed eccesso di debiti - a portare i libri contabili in Pretura. Si tratta di un aumento del 37,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnala la società di informazioni economiche Creditreform. A fine agosto i fallimenti (tra economici e per carenza dell’organizzazione, art. 731b CO) sono stati 484, un aumento del 30,5% rispetto a un anno fa. Creditreform prevede una una crescita record dei fallimenti aziendali entro la fine dell’anno.
Sopra le 300 unità l’anno
E in Ticino? Com’è la situazione? «Purtroppo è peggiore con performance ancora più negative», afferma Giorgio Peterlin, direttore dell’ufficio luganase di Creditreform. «Nei primi otto mesi dell’anno - continua Peterlin - sono state 336 le dichiarazioni di fallimento pronunciate in Ticino. Si tratta di un aumento del 63,1% sull’anno». A titolo di paragone nel 2021 i fallimenti furono 206 e 218 nel 2020. Per trovare dati superiori alle 300 unità bisogna andare al periodo pre COVID quando nel 2019, sempre in Ticino, furono decretati 325 fallimenti e nel 2018 altri 307.
Si può quindi affermare che gli aiuti pubblici per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia abbiano rallentato i fallimenti di imprese già in crisi di loro? «Gli aiuti hanno salvato imprese in difficoltà, ma dal nostro osservatorio notiamo che è dallo scoppio della guerra che la situazione della liquidità delle PMI è peggiorata. Gli aumenti dei prezzi dell’energia rendono la situazione ancora più critica». «Sappiamo che molte imprese sono costrette a rifiutare gli ordini perché l’aumento previsto dei costi energetici non è più sostenibile», continua Peterlin, che precisa che la struttura economica del Ticino, ma anche del resto della Svizzera, è fatta in maggioranza da PMI con meno di dieci dipendenti. «La crisi di liquidità è più probabile - precisa Peterlin - per queste attività economiche». Cosa aspettarsi quindi per il futuro? «Creditreform si occupa anche di informazioni commerciali e quindi di valutazioni di solvibilità per i nostri clienti e i prossimi mesi potrebbero registrare un aumento ancora più marcato dei fallimenti aziendali».
Per l’intero anno l’istituto prevede a livello nazionale un record di 6.700 fallimenti, il 5% in più rispetto al 2017, che ne aveva registrato un livello storico di 6.340.
Creditreform non intravede segnali di miglioramento della situazione congiunturale a breve termine. La società di informazioni economiche ricorda come le conseguenze della pandemia, i problemi nella catena logistica internazionale, l’inflazione e la possibile carenza di energia pesano sulle aspettative di molte aziende. Anche per l’anno prossimo le prospettive non sono rosee.
Calano le iscrizioni al registro
Inoltre, il numero di nuove imprese nel registro del commercio è sceso del 3% a 33.091 nei primi otto mesi dell’anno, malgrado un aumento del 5,6% in agosto. Creditreform prevede che saranno circa 50 mila entro la fine dell’anno.