I tedeschi, campioni di simpatia

Secondo un sondaggio della BBC, la Germania è "il paese con la maggiore influenza positiva al mondo"
Ats
01.01.2015 18:29

BERLINO - Bravi ma antipatici? Niente di più sbagliato: da tempo i Tedeschi, nella percezione del resto del mondo, non sono più solo i primi della classe col dito puntato a redarguire gli altri. E non sono neanche più quelli che in spiaggia occupano nottetempo le sdraio con l'asciugamano sopra. O che fanno i turisti col Baedeker in mano e sandali con calzini ai piedi. No, i Germanici, con una mutazione che sorprende per primi loro stessi, sono diventati simpatici.

Lo attestano non solo le statistiche internazionali che parlano di una potenza economica di cui, dall'export al Pil, dal modello sociale alla stabilità, dalla politica estera alla coesione interna, il mondo non può fare a meno. Ma anche le classifiche di "istituzioni" non sospette, come la Bbc. Proprio l'emittente di bandiera degli inglesi, certo non famosi per amare i tedeschi, ha confermato in un sondaggio che la Germania è di nuovo al primo posto fra i Paesi preferiti al mondo.

In lizza 193 Stati (tutti quelli dell'Onu), 25'000 gli interpellati in tutto il pianeta. I fattori che hanno determinato la scelta non sono solo i soliti per cui la Germania è famosa: auto sicure, precisione, affidabilità, prodotti di qualità ecc. No, a pesare è la convinzione, da una parte all'altra del globo, che sia "il Paese con la maggiore influenza positiva nel mondo", insomma un Paese "cool". A un risultato analogo, Germania prima, è arrivato anche un sondaggio a novembre della società tedesca sulla ricerca dei consumi (GfK).

Cosa è accaduto? Sono gli stessi tedeschi a domandarselo, e a frenare eccessi di euforia. Dal Dopoguerra a oggi la Germania, prima divisa poi, da 25 anni, unificata, ha fatto bene i compiti a casa. Il lungo, profondo mea culpa per gli orrori del nazismo, la ricostruzione e il miracolo economico, l'ancoraggio atlantico e la fede nell'Europa. All'immagine del tedesco arrogante, autoritario e in ultima analisi antipatico è subentrata quella di un popolo che scopre le gioie del saper vivere, della cucina, delle vacanze, dell'abbigliamento, oltre all'auto e al calcio.

Il riflesso militarista ha lasciato il posto al pacifismo, lo spirito alla partecipazione: la Germania investe in cultura, ricerca, innovazione, cooperazione e ha perfino scoperto lo humor (pullulano al cinema le commedie). È una grande democrazia con un efficiente sistema di "check and balance" che la rende attrezzata contro la corruzione.

Il British Museum ha dedicato una grande mostra alla "Germania – Memorie di una nazione". Si parte dal Medio Evo fino alla Germania di oggi, dinamica, moderna. Hitler e il nazismo trovano spazio ma non sono più protagonisti. I mondiali di calcio del 2006, in cui il Paese si è presentato al mondo con un volto sorridente e amichevole, ha segnato il primo passo nel concorso "simpatia". E gli ultimi nel 2014, dove la nazionale tedesca, quasi imbarazzata della sua superiorità, ha sbaragliato il Brasile e vinto il titolo, ha chiuso il percorso della metamorfosi.

Un ruolo spetta anche alla cancelliera Angela Merkel, che per quanto sia la donna più potente del mondo, emana l'aura rassicurante della materna "Mutti" nazionale. Grande traino di simpatia è poi Berlino. La capitale della Germania unificata è un magnete che attira giovani, artisti, turisti da ogni angolo della terra. Sempre più gente studia il tedesco al Goethe Institut (+50% di Spagnoli, +10% di Nordamericani e +9% di Italiani). Un'immagine impensabile in passato sembra raccontare oggi al meglio la narrativa della Germania del terzo millennio: "Deutschland Felix".

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