I terroristi più ricchi? Quelli dell'Isis

NEW YORK - Il gruppo terroristico più ricco del Medio Oriente è probabilmente l'Isis. Quando si è ufficialmente separato da Al Qaida, nessuno riteneva che l'Isis si sarebbe affermato in così poco tempo in Iraq. E invece la sua macchina da guerra procede a gonfie vele, e, anzi, si allarga anche grazie a risorse economiche in crescita, soprattutto petrolio.
La conquista di Mosul ha consentito al gruppo di poter contare sulle importanti risorse energetiche dell'area e di aver accesso ai fondi della banca centrale, dalla quale avrebbe rubato fino a 425 milioni di dollari, ai quali si aggiungono i lingotti d'oro "sequestrati" da altri istituti di credito della zona.
Da Al Qaida l'Isis ha imparato che la finanza è importante: a differenza del gruppo di Bin Laden, la cui gestione amministrativa - secondo gli esperti - ha sempre lasciato a desiderare, l'Isis è rinomato per il suo spirito manageriale e per l'oculatezza con cui amministra i fondi a disposizione.
Fondi che piovono nelle tasche dei militanti: l'Isis, secondo indiscrezioni, retribuisce bene i suoi combattenti, ai quali fornisce auto, cellulare, contanti e offre benefit alle loro famiglie nel caso di morte.
"L'Isis non è confinato nei deserti e nelle caverne, ma sta sviluppando un'area di scambi commerciali ed energetici che potrebbe crescere" affermano alcuni esperti tracciando lo spartiacque fra l'Isis e Al Qaida.
La ricchezza dell'Isis si è iniziata a formare con la vendita del petrolio sul mercato nero e con la tassa rivoluzionaria imposta ai commercianti delle aree conquistate.
Il gruppo si "finanzia con le tasse imposte sui territori che controlla, sappiamo da più di un anno che i commercianti di Mosul pagano una tassa rivoluzionaria. Un'altra forma di finanziamento è la vendita di petrolio e gas sul mercato nero, oltre ai riscatti per i rapimenti. Ma questo non è abbastanza per mantenere i suoi uomini e acquistare armi", mettono in evidenza alcuni osservatori.
Secondo essi la fortuna del gruppo è legata al petrolio, che ruba e di cui "affama" i nemici. I giacimenti petroliferi sono il target preferito dell'Isis, anche perché ottima merce di scambio per accattivarsi simpatie locali. Lasciando a secco i nemici, l'Isis distribuisce petrolio gratis o sotto costo per acquistare consensi.