Berna

I Verdi: «L'attacco al seggio PS in Consiglio federale non è più un tabù»

La consigliera nazionale argoviese Irène Kälin è finora l'unica ad essersi espressa pubblicamente: «È una questione di principio: se abbiamo diritto a un seggio in Consiglio federale dopo le elezioni del 2023, allora dobbiamo, per i nostri elettori, fare tutto il possibile per assumerci questa responsabilità»
© KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE
Ats
11.02.2023 11:31

Per i Verdi l'assalto al Consiglio federale potrebbe avvenire anche a scapito del partito socialista: un attacco a un seggio PS non è ormai più un tabù, sostiene oggi la Schweiz am Wochenende (SaW) sulla base di dichiarazioni di parlamentari ecologisti.

Stando al settimanale a indispettire profondamente gli esponenti della formazione ambientalista è stata in particolare una frase pronunciata dalla consigliere nazionale Tamara Funiciello (PS/BE) il 4 ottobre 2022 in un'intervista a Tele Züri: «la rivendicazione di due seggi da parte dell'UDC non è in discussione», aveva detto l'ex presidente della Gioventù Socialista Svizzera.

La dichiarazione aveva fatto capire ai Verdi che non sarebbero stati sostenuti, in caso di attacco al seggio del partente Ueli Maurer: non avevano quindi presentato alcun candidato alla sua successione. Ma il fatto che i «cugini» non avessero voluto fare fronte comune contro i democentristi aveva provocato parecchi malumori e rabbia non sembra essere rientrata.

«C'è stata una frattura», ammette un non meglio precisato membro del gruppo parlamentare ecologista, in dichiarazioni riportate dalla SaW. La consigliera nazionale argoviese Irène Kälin è finora l'unica ad essersi espressa pubblicamente: «È una questione di principio: se abbiamo diritto a un seggio in Consiglio federale dopo le elezioni del 2023, allora dobbiamo, per i nostri elettori, fare tutto il possibile per assumerci questa responsabilità», sostiene la 36.enne. «Si tratta del principio democratico primordiale della volontà degli elettori. Il mio atteggiamento non è cambiato: per me non è un tabù attaccare anche un seggio del PS».

Altri esponenti del partito dicono cose simili, ma in forma anonima, spiega il giornale. «Per molto tempo abbiamo pensato: prima o poi otterremo un posto in governo. Ma non è stato così», afferma un parlamentare. «Quando si tratta di eleggere il Consiglio federale ci troviamo soli come partito: non ci sono più partner». A suo avviso questo ha anche a che fare con la storia del partito: «Semplicemente non siamo orientati al potere di per sé: i Verdi non amano i conflitti e le guerre».

Le elezioni federali sono in programma il 22 ottobre 2023. In dicembre l'Assemblea federale eleggerà poi i sette membri del governo, che attualmente vengono designati, attraverso accordi più o meno espliciti fra i partiti, grosso modo sulla base della forza delle rispettive formazioni.

Oggi UDC, PS e PLR hanno due seggi a testa nell'esecutivo, il Centro uno. Nel 2019 UDC ha ottenuto il 25,6% dei voti (si parla delle schede per il Consiglio Nazionale), il PS il 16,8%, il PLR il 15,1%, i Verdi il 13,2%, il PPD (oggi Centro) l'11,4% (a cui può essere aggiunto il non più esistente Partito borghese democratico, con il 2,5%), e i Verdi liberali il 7,8%; il resto è andato a formazioni minori, per un massimo del 2,1%.

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