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Il Canada riconoscerà lo Stato di Palestina in settembre

L'inviato speciale del presidente USA Steve Witkoff è arrivato in Israele, previsto un incontro con Netanyahu – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Il Canada riconoscerà lo Stato di Palestina in settembre
Red. Online
31.07.2025 06:27
15:24
15:24
Il Portogallo prevede di riconoscere lo Stato di Palestina a settembre

Il governo portoghese consulterà il presidente e il Parlamento in vista del riconoscimento dello Stato di Palestina alle Nazioni Unite a settembre. Lo ha annunciato oggi l'ufficio del primo ministro Luis Montenegro in una dichiarazione.

Il Portogallo «sta valutando la possibilità di riconoscere lo Stato palestinese, nell'ambito di una procedura che potrebbe concludersi durante la settimana di alto livello dell'80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà a New York il prossimo settembre», si legge nella dichiarazione.

Il primo ministro portoghese, Luís Montenegro, ha annunciato che intende sentire il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, e che ha intenzione di avviare consultazioni con i partiti di tutto l'arco parlamentare al fine di «considerare il riconoscimento dello Stato palestinese». Un riconoscimento che dovrebbe essere formalizzato in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del prossimo settembre.

Marcelo Rebelo de Sousa ha poi dichiarato ai media che «esiste una sola politica estera nazionale» e che c'è «sintonia» tra la presidenza della Repubblica e il governo.

14:30
14:30
Gli artisti tedeschi scrivono a Merz: «Basta armi a Israele»

«Avete preso posizione negli ultimi giorni e criticato il governo israeliano. Lo apprezziamo, ma le sole parole non salvano vite umane». Lo scrivono oltre centocinquanta artisti tedeschi in una lettera aperta al governo di Friedrich Merz. Fra loro nomi noti come le attrici Christiane Paul e Jella Haase e l'attore Jürgen Vogel. La lettera è stata anticipata dal settimanale Der Spiegel.

Nella lettera i sottoscrittori chiedono tre azioni concrete: l'interruzione di esportazioni di armi allo Stato di Israele, la sospensione dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e Israele, una tregua immediata che renda possibile l'accesso agli aiuti umanitari nella striscia di Gaza.

Nella missiva vengono condannati senza appello gli orribili crimini di Hamas ma si afferma anche che essi non possono legittimare «la punizione collettiva di milioni di persone innocenti».

13:50
13:50
Trump: «La fine della crisi umanitaria a Gaza? Quando Hamas si arrenderà»

«Il modo più rapido per porre fine alla crisi umanitaria a Gaza è che Hamas si arrenda e liberi gli ostaggi!!». Lo scrive sul suo social Truth il presidente Usa Donald Trump.

13:48
13:48
«A Gaza 60.249 morti e 147.089 feriti»

Il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas afferma che 111 palestinesi sono stati uccisi e 820 sono rimasti feriti nella Striscia nelle ultime 24 ore in seguito agli attacchi israeliani. Tra le vittime, 91 stavano aspettato gli aiuti umanitari, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram. Dall'inizio delle ostilità il 7 ottobre 2023, il bilancio è di 60.249 morti e 147.089 feriti. I numeri non sono verificabili autonomamente. Israele non consente ai giornalisti di entrare a Gaza.

13:07
13:07
Israele smentisce Hamas: Abdul Qader al-Fayoumi ha una grave malattia

Il ministero della Difesa israeliano smentisce che il 14enne palestinese Abdul Qader al-Fayoumi - la cui foto pubblicata da Hamas è diventata virale - rifletterebbe la carestia a Gaza, affermando che l'adolescente soffre di una malattia del sistema nervoso genetica ed è stato curato anche in Israele nel 2018.

In un post sul suo account X in lingua inglese, il Coordinatore delle attività governative nei Territori (Cogat) accusa Hamas di sfruttare le immagini di bambini malati per diffondere disinformazione e incolpare Israele: «Hamas sta cinicamente sfruttando gli abitanti di Gaza per i suoi programmi distorti e alcuni media internazionali ci credono», ha affermato.

Il quattordicenne, che nell'immagine diffusa dal gruppo islamista appare molto più piccolo della sua età ed estremamente emaciato, era uno delle centinaia di bambini di Gaza affetti da malattie simili che erano stati curati in Israele prima che l'attacco del 7 ottobre distruggesse il valico di Erez.

«Israele continua a coordinare le evacuazioni mediche dei residenti di Gaza verso altri Paesi attraverso il valico di Kerem Shalom. Ieri, 180 pazienti e accompagnatori sono stati trasferiti per ulteriori cure mediche in paesi dell'Unione Europea e in Giordania. Oltre 3.700 abitanti di Gaza, per lo più pazienti bisognosi di cure e i loro accompagnatori, sono usciti da questa zona», ha riferito il Cogat.

Ieri, il New York Times ha pubblicato un chiarimento su un articolo relativo alla carestia a Gaza, che includeva una foto di un bambino di 18 mesi, Muhammad al-Mutwaq, affetto da malnutrizione e ha ammesso che, dopo la pubblicazione, i redattori hanno appreso che soffriva di patologie pregresse. In un'altra foto pubblicata da un quotidiano italiano veniva mostrato Osama al Raqab, 5 anni, mostrato come esempio della fame a Gaza. Ma successivamente è stato chiarito che il bambino soffre di una grave malattia genetica e da due mesi è in cura in un ospedale italiano.

13:06
13:06
L'appello dei professionisti della salute sul riconoscimento pubblico del genocidio a Gaza

Ha raggiunto 3.300 firme una lettera aperta lanciata nei giorni scorsi da un gruppo di accademici, professionisti della salute che ha esortato le associazioni professionali e accademiche attive nell'ambito della salute a «riconoscere pubblicamente il genocidio a Gaza». L'iniziativa è stata rilanciata dalla rivista The Lancet.

A Gaza «l'aspettativa di vita è scesa di circa 35 anni nel 2024. Ciò rappresenta una riduzione più grande di quella osservata durante il genocidio in Rwanda», si legge nel contributo su The Lancet.

«Dal 7 ottobre 2023 Gaza ha registrato il più alto numero di decessi tra bambini di qualunque altra zona di guerra». Inoltre, «ha registrato il più alto numero di incidenti a lavoratori della salute (1.400 morti), decessi di operatori dell'Onu (295), giornalisti (212 morti) rispetto a qualunque recente zona di guerra».

Di fronte a questi numeri, continuano, «la maggior parte delle associazioni nel campo della salute pubblica, mediche e delle scienze sociali sono rimaste in silenzio o hanno rilasciato dichiarazioni vaghe - una risposta che contrasta con il rapido e incisivo supporto ad altri conflitti come quello in Ucraina».

Per gli estensori del documento, «il genocidio a Gaza è un test etico determinante per la comunità sanitaria pubblica globale, gli scienziati sociali e le associazioni accademiche. Il silenzio non è un'opzione», proseguono.

«Come studiosi e professionisti della salute affrontiamo una dura scelta: o sosteniamo la nostra responsabilità etica collettiva e prendiamo posizione per prevenire ulteriori violenze di massa e fame, o saremo ricordati per il nostro silenzio selettivo e l'inazione durante una delle più urgenti crisi morali e di salute pubblica del nostro tempo», concludono.

13:05
13:05
Minacce a un reporter di Al Jazeera a Gaza

L'esperta indipendente delle Nazioni Unite, Irene Khan, ha denunciato oggi gli attacchi online e le «accuse infondate» dell'esercito israeliano contro il giornalista di Al Jazeera, Anas Al-Sharif: «sono un palese tentativo di mettere a repentaglio la sua vita e di mettere a tacere la sua copertura sul genocidio a Gaza», si legge in un comunicato pubblicato a Ginevra.

«Sono profondamente allarmata dalle ripetute minacce e accuse dell'esercito israeliano contro Anas Al-Sharif, l'ultimo giornalista di Al Jazeera sopravvissuto nel nord di Gaza», ha dichiarato Irene Khan, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione. Per l'esperta, vi sono «crescenti prove che i giornalisti a Gaza siano stati presi di mira e uccisi dall'esercito israeliano sulla base di affermazioni infondate secondo cui erano terroristi di Hamas».

«Uccisioni, attacchi, detenzioni arbitrarie e molestie nei confronti di giornalisti palestinesi, nonché la distruzione di strutture e attrezzature per la stampa a Gaza e in Cisgiordania, fanno parte di una strategia deliberata di Israele per sopprimere la verità, ostacolare la documentazione dei crimini internazionali e seppellire ogni possibilità di futura responsabilità», afferma ancora la relatrice speciale. In contatto con il governo israeliano sulla questione, Irene Khan chiede a tutti gli Stati, in particolare« a quelli che si vantano di essere paladini della libertà di stampa e della sicurezza dei giornalisti», di non restare in silenzio.

12:29
12:29
Il re del Marocco autorizza l'invio di aiuti a Gaza

Re Mohammed VI del Marocco, presidente del Comitato Al-Qods, ha dato istruzioni per l'invio di aiuti umanitari e medici di emergenza nella Striscia di Gaza. Lo annuncia in un comunicato il Ministero degli Esteri.

Gli aiuti, per un totale di quasi 180 tonnellate, comprendono cibo, latte e prodotti per l'infanzia, medicinali e attrezzature chirurgiche. Sono incluse inoltre coperte, tende e attrezzature. Gli aiuti viaggeranno attraverso un percorso appositamente progettato, per consentire la consegna diretta ai beneficiari palestinesi.

11:56
11:56
Witkoff in Israele, alle 13 incontra Netanyahu

L'inviato speciale del presidente USA Steve Witkoff, è atterrato in Israele. Alle 14:00 (le 13:00 in Svizzera) dovrebbe incontrare il primo ministro Benyamin Netanyahu a Gerusalemme, dove decine di madri e familiari degli ostaggi hanno manifestato stamattina, portando un cartello con la scritta «una madre non si arrenderà mai».

Al momento l'ufficio del primo ministro non ha diffuso ulteriori dettagli della visita di Witkoff, ma secondo indiscrezioni dei media, l'inviato della Casa Bianca dovrebbe anche recarsi brevemente nella Striscia presso i centri di distribuzione degli aiuti umanitari gestiti dall'americana Gaza humanitarian foundation.

Witkoff è già stato nell'enclave a fine gennaio, visitando la zona del corridoio Netzarim.

11:55
11:55
L'IDF ritira da Gaza la 98. divisione divisione d'élite

L'esercito israeliano (Idf) ha ritirato da Gaza la 98. divisione dopo diversi mesi di operazioni a Khan Younis e nei quartieri Shejaiya e Zeitoun della città di Gaza. Lo ha annunciato un portavoce dell'esercito.

La divisione, una formazione d'élite composta da migliaia di soldati in unità di paracadutisti e commando, è stata dispiegata a Khan Younis, nel sud di Gaza, a maggio, prima di essere brevemente ritirata dalla Striscia durante la guerra con l'Iran a giugno, ed è stata poi ridispiegata a Gaza city.

L'esercito afferma che la divisione ha completato le sue operazioni nel nord di Gaza «in conformità con la pianificazione operativa». Restano ancora nella Striscia quattro divisioni con decine di migliaia di soldati all'interno dell'enclave. I media israeliani si chiedono se il ritiro della 98ma divisione sia l'inizio della conclusione della campagna 'Carri di Gedeone'.

10:04
10:04
Le autorità libanesi sono determinate a disarmare Hezbollah

Le autorità libanesi sono determinate a disarmare Hezbollah, ha assicurato il presidente Joseph Aoun, un giorno dopo che il leader del gruppo filo-iraniano aveva affermato che chiedere il suo disarmo significava fare un favore a Israele.

Le autorità libanesi vogliono «rimuovere le armi da tutti i gruppi armati, incluso Hezbollah, e consegnarle all'esercito libanese», ha affermato il capo di Stato in un discorso in occasione della Giornata dell'Esercito.

10:04
10:04
Almeno 27 palestinesi sono stati uccisi dall'alba di oggi

Fonti mediche nella Striscia di Gaza affermano che almeno 27 palestinesi sono stati uccisi dall'alba di oggi in seguito agli attacchi delle forze israeliane nella Striscia. Lo riporta Al Jazeera.

09:28
09:28
L'Iran è disposto a tenere colloqui con gli Stati Uniti sul dossier nucleare

L'Iran è disposto a tenere colloqui con gli Stati Uniti sul dossier nucleare se Washington dimostrerà a Teheran di essere affidabile e garantirà di non lanciare nuovi attacchi: lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in un'intervista al Financial Times, riportata dai media iraniani.

«Dovrebbero spiegare perché ci hanno attaccato nel bel mezzo dei negoziati, e devono assicurarci di non ripetere l'attacco (durante i colloqui futuri)», ha dichiarato Araghchi, aggiungendo che gli Usa devono risarcire la Repubblica islamica per i danni causati con il bombardamento contro i siti nucleari iraniani in giugno.

«Abbiamo bisogno di misure concrete per rafforzare la fiducia da parte loro», ha detto il capo della Diplomazia di Teheran, come riferisce Mehr, aggiungendo che l'Iran è ancora in grado di arricchire l'uranio, nonostante gli attacchi, ma è impegnato a non costruire armi di distruzione di massa, come la bomba atomica, in base alla fatwa della Guida suprema, Ali Khamenei.

Durante l'intervista, il ministro iraniano ha dichiarato che è stato in contatto con l'inviato speciale degli Usa in Medio Oriente, Steve Witkoff, sia durante la «guerra dei 12 giorni» che dopo il conflitto e «la strada per i negoziati è stretta ma non impossibile». Araghchi ha detto a Witkoff che «non esiste una soluzione militare per il programma nucleare iraniano, ma che si può trovare una soluzione negoziata».

Il ministro degli Esteri iraniano ha aggiunto che se i Paesi europei faranno scattare il meccanismo «snapback», ovvero un ritorno delle sanzioni Onu contro l'Iran che erano state revocate con l'accordo nucleare del 2015, Teheran chiuderà il negoziato con loro.

09:00
09:00
2 palestinesi uccisi in Cisgiordania

Fonti mediche affermano che l'esercito israeliano ha ucciso oggi due palestinesi nella città occupata di Silwad, a est di Ramallah (Cisgiordania): lo riporta Al Jazeera.

In precedenza, coloni israeliani avevano attaccato la comunità palestinese.

08:58
08:58
10 persone uccise oggi in varie zone della Striscia di Gaza

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che 10 persone, per lo più donne e bambini, sono state uccise oggi in varie zone della Striscia di Gaza in seguito ai continui bombardamenti israeliani.

08:09
08:09
Trump: ora l'accordo commerciale con il Canada è «molto difficile»

L'accordo commerciale con il Canada è «molto difficile» dopo il riconoscimento della Palestina. Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump in un messaggio sul social Truth: «Wow! Il Canada ha appena annunciato il suo sostegno alla costituzione di uno Stato palestinese. Questo renderà molto difficile per noi concludere un accordo commerciale con loro. Oh Canada!!!», ha scritto.

08:08
08:08
Abbas: il riconoscimento del Canada è «storico e coraggioso»

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha accolto con favore la decisione «storica» e «coraggiosa» del Canada, il cui primo ministro Mark Carney ha annunciato l'intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina a settembre. Secondo Abbas il riconoscimento «rafforzerà la pace, la stabilità e la sicurezza nella regione».

Abbas lo ha detto durante una conversazione telefonica con Carney, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa palestinese Wafa. «Questa posizione coraggiosa giunge in un momento storico critico per salvare la soluzione dei due Stati», ha aggiunto.

08:08
08:08
Le condizioni per la distribuzione degli aiuti nella Striscia sono «lontane dall'essere sufficienti

L'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (Ocha) ha affermato che le condizioni per la distribuzione degli aiuti ai residenti della Striscia di Gaza sono «lontane dall'essere sufficienti» a soddisfare le esigenze.

Domenica, sotto pressione internazionale, Israele ha annunciato una pausa delle ostilità durante il giorno in alcune aree per consentire la distribuzione di aiuti. Ma queste pause da sole - sostiene l'Onu - «non consentono il flusso continuo di consegne necessario a soddisfare le immense necessità a Gaza».

«Mentre le Nazioni Unite e i suoi partner stanno sfruttando ogni opportunità per fornire supporto a chi ne ha bisogno durante le pause tattiche (israeliane), le condizioni per la distribuzione e la consegna degli aiuti sono tutt'altro che sufficienti», ha aggiunto l'organizzazione. «Ad esempio, affinché gli autisti delle Nazioni Unite possano accedere al valico di Kerem Shalom - un'area barricata - gli israeliani devono accettare la missione, fornire un percorso sicuro, concedere permessi multipli, una pausa nei bombardamenti e, infine, aprire le barriere per consentire loro di entrare», ha spiegato la stessa fonte.

L'Ocha ha avvertito che, dopo quattro giorni di «pause tattiche» israeliane, si sono verificati decessi per fame e malnutrizione, così come tra le persone in cerca di aiuto. «Persone disperate e affamate» continuano ad affluire alle piccole quantità di aiuti consegnati dai camion che riescono ad attraversare le barriere, secondo l'organizzazione. «Le consegne di carburante sono insufficienti a soddisfare i bisogni primari e rappresentano una goccia nell'oceano», ha aggiunto l'Ocha.

06:27
06:27
Il punto alle 06.00

Il Washington Post ha pubblicato i nomi dei 18.500 bambini palestinesi uccisi da Israele nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023. Ad oggi la guerra ha causato oltre 60.000 morti. I nomi dei bambini e la loro età sono stati forniti dal ministero della Sanità dell'enclave palestinese, che utilizza i registri degli ospedali e degli obitori, così come dati verificati delle famiglie delle vittime e media affidabili. Sebbene sia impossibile registrare ogni decesso, il ministero della Salute di Gaza sta facendo «registrazioni delle vittime in tempo reale di qualità insolitamente elevata», ha detto al quotidiano Michael Spagat, professore di economia all'Università di Londra e presidente di Every Casualty Counts, un'organizzazione internazionale impegnata sulla documentazione delle vittime dei conflitti armati: «Cercano di essere molto attenti e rigorosi e provano costantemente a migliorare l'elenco».

Il Canada intende riconoscere uno Stato palestinese alle Nazioni Unite a settembre, ha dichiarato mercoledì il Primo Ministro Mark Carney. La mossa programmata è stata preconizzata in base all'impegno dell'Autorità palestinese a realizzare le riforme, tra cui l'impegno a riformare radicalmente la sua governance e a indire elezioni generali nel 2026 alle quali Hamas non potrà partecipare.

Mentre per Donald Trump la decisione del premier britannico Keir Starmer di riconoscere la Palestina all'assemblea generale dell'ONU se Israele non accetterà il cessate il fuoco è «una ricompensa per Hamas». Gli USA non sono «dello stesso avviso», ha detto riferendosi all'impegno di Starmer, pur avendo precisato di non averne parlato con lui.