Il Capo di Constantin riaccende Lugano

Un parco, una struttura alberghiera di alto livello, ristoranti, spazi benessere e una spa affacciata sul lago. È quanto promette di realizzare a Capo San Martino l’imprenditore e architetto vallesano, Christian Constantin, rilanciando non solo un’area che oggi si trova in stato di abbandono, ma anche un’offerta turistica luganese che ha bisogno come il pane di nuove strutture di un certo livello. È questo il messaggio principale che dal turismo alla politica filtra il giorno dopo lo svelamento del progetto sul CdT, giornale a cui il presidente della squadra di calcio di Super League dell’FC Sion si è affidato per raccontare quello che ha in mente.
Le ragioni del «sì»
«Come Lugano Region siamo felicissimi che Constantin abbia ottenuto i permessi e possa iniziare a far rinascere Capo San Martino – dice Massimo Boni, direttore dell’ente turistico luganese – a Lugano, ma anche nel Luganese abbiamo bisogno della disponibilità di più letti e di un’offerta spa e wellness di un certo livello. Anche perché in tutto il Luganese oggi abbiamo solo tre strutture alberghiere di lusso che si affacciano direttamente sul lago». Lo stesso entusiasmo arriva dal vicesindaco di Lugano e capo dicastero cultura, sport ed eventi, Roberto Badaracco. «Per la città è una bella notizia e questo per più motivi - sottolinea -. Da anni discutiamo della carenza di strutture ricettive, soprattutto di un certo livello in grado di contribuire al posizionamento di Lugano come destinazione di eccellenza e inserita in un sistema integrato che unisca cultura, congressi, ospitalità di qualità e gastronomia in una posizione centrale e in competizione con gli altri centri congressuali di riferimento».
L’importanza dei congressi
Per continuare a giocare le sue carte in ambito congressuale, cosa che Lugano ha intenzione di fare con il progetto del nuovo polo congressuale al Campo Marzio servono insomma - questo è il pensiero di Badaracco - strutture come quelle immaginate da Constantin a Campo San Martino. Tanto più che l’iniziativa dell’architetto vallesano abbraccia più contenuti. Non solo un albergo. Non solo un ristorante. Ma anche una rivalorizzazione dell’area da portare a termine realizzando un parco accessibile al pubblico. Tradotto, a venire implementata, a detta dell’imprenditore, sarà anche una riqualifica del comparto oggi abbandonato a sé stesso. Ancora Badaracco. «Ben vengano imprenditori desiderosi di investire a Lugano con progetti di alta qualità e al tempo stesso capaci anche di essere sensibili e aperti alle esigenze della popolazione che oggi purtroppo non può beneficiare di alcunché, essendo il Capo praticamente abbandonato».
Il lago come risorsa
Con la sua iniziativa l’architetto vallesano vuole in particolare dare molta attenzione alla valorizzazione del fronte lago che oggi a Capo San Martino risulta essere sostanzialmente privatizzato. Questo attraverso la creazione, appunto, di un parco e di una terrazza con ristorazione che saranno accessibili al pubblico con una passeggiata e piccoli approdi per imbarcazioni. Tutto questo quando già lo studio della EHL Hospitality Business School di Losanna pubblicato da questo giornale a inizio luglio aveva individuato nel Ceresio una risorsa per lo sviluppo del turismo. «Sarebbe opportuno migliorare i servizi legati al lago, ampliandoli e rinnovando quelli già esistenti – rammentavano gli esperti -. Lugano può posizionarsi come la «gemma discreta» del turismo lacustre: più tranquilla, autentica e ordinata rispetto a Como, offrendo un’esperienza più riservata e sostenibile».
Una spa si spera per tutti
Ma il direttore di Lugano Region è entusiasta del progetto anche per un altro motivo. Non solo per la possibilità con un nuovo hotel di riuscire a garantire più letti e dunque più ospiti a Lugano. «Splash and Spa a parte – spiega, riferendosi all’infrastruttura situata nel Comune di Monte Ceneri – nel Luganese non abbiamo un prodotto spa a largo spettro, non abbiamo, detto altrimenti, un luogo che offra questi servizi anche a clienti esterni al di fuori dell’alta stagione. L’apertura al pubblico che si immagina per Capo San Martino potrebbe significare, noi ce lo auguriamo davvero, essere aperti anche agli ospiti di altri alberghi con i quali la struttura potrebbe stringere accordi e collaborazioni, migliorando in questo senso l’offerta turistica». Boni è insomma convinto. «Non vediamo l’ora che il progetto possa trasformarsi in realtà».
A picco sul lago, ma allo stesso tempo aperto a tutti. Non solo agli ospiti. Il patron dell’FC Sion pare intenzionato a trasformare proprio così Capo San Martino con un progetto capace di unire natura, architettura e memoria (l’antica fornace, della quale oggi rimangono soltanto alcune tracce, verrà messa nuovamente in luce e valorizzata) . Tutto questo, come detto, ridando l’area alla comunità con percorsi, parchi e spazi di sosta per riscoprire il valore naturalistico del promontorio. Natura, ma anche lusso e svago, dunque. Oltre ovviamente alla costruzione vera e propria di un nuovo albergo, i cui lavori, se non ci saranno opposizioni, potrebbero iniziare nel 2027 e concludersi nella primavera del 2030 con l’inaugurazione.
