Lugano

Christian Constantin scopre le carte: «Ecco come sarà Capo San Martino»

Un parco, una struttura alberghiera di alto livello, ristoranti, spazi benessere e una Spa affacciata sul lago – L’architetto e presidente del Sion ci spiega come intende far rinascere il comparto in stato di abbandono: «Non sarà più un luogo chiuso, ma uno spazio aperto e vivo»
©Mino Caggiula Architects
Stefano Lippmann
19.11.2025 06:00

L’obiettivo, non si nasconde, è quello di «restituire al luogo un’identità chiara e sostenibile, con un approccio che coniuga architettura, natura, storia e accessibilità». Attorno a Capo San Martino è stato tolto il metaforico velo. L’architetto, nonché presidente del FC Sion, Christian Constantin ha svelato le carte e ci ha presentato il progetto che mira a far rinascere la pregiata area che si affaccia sul Ceresio, tra Paradiso e Melide. È tutto pronto, dunque, per l’intervento di valorizzazione architettonica e paesaggistica promosso dal presidente – a capo di un team multidisciplinare di specialisti – e progettato dallo studio Mino Caggiula Architets.

Un tempo punto panoramico e sede di una villa divenuta negli anni ristorante (e poi discoteca), oggi Capo San Martino è un’area che si trova da anni in stato di abbandono. Nel febbraio del 2022 Constantin ci aveva confermato d'aver firmato un diritto di compera per l’immobile. L’obiettivo? Dare una nuova immagine alla porta sud di Lugano.

Non sarà più un luogo chiuso

Ci siamo, dunque. «Capo san Martino non sarà più un luogo chiuso, ma uno spazio aperto e vivo – ci spiega il presidente – Un progetto che unisce natura, architettura e memoria, per restituire al lago la sua anima più autentica». E, perché no, ridare l’area «alla comunità, creando percorsi, parchi e spazi di sosta che permetteranno di riscoprire il valore naturalistico del promontorio». Entrando ancor più ne dettaglio, il comparto di Capo San Martino sarà permeabile, collegato alla futura pista ciclopedonale che si immagina tra Lugano e Melide, come pure a un percorso escursionistico sul versante sud. Il cuore dell’intervento sarà ovviamente la ristrutturazione della villa la quale verrà «liberata» e implementata in relazione alle aggiunte realizzate negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso e infine trasformata nel nuovo volto del complesso. Alla base del promontorio, lungo la sponda nord, sorgerà il nuovo edificio alberghiero, concepito come una naturale estensione del paesaggio. Nella nota che accompagna la presentazione del progetto si va anche oltre: «I tetti verdi, progettati come estensioni naturali del terreno, contribuiscono a fondere l’architettura con il paesaggio, creando un profilo morbido e continuo che accompagna lo sguardo verso il lago».

Punti di vista inediti

Ci sarà spazio anche per un percorso paesaggistico che permetterà di circumnavigare il promontorio e connettersi con la rete di camminamenti esistente. Il complesso andrà così a inserirsi in un sistema più ampio di spazi verdi e percorsi naturalistici che saprà offrire punti di vista inediti sul Ceresio.

Particolare attenzione, inoltre, è stata posta alla valorizzazione del fronte lago che oggi risulta essere sostanzialmente privatizzato: una parte dell’intervento, che prevede la creazione di un parco e terrazza con ristorazione, sarà accessibile al pubblico attraverso una passeggiata e piccoli approdi per imbarcazioni. V’è poi l’antica fornace, della quale oggi rimangono soltanto alcune tracce. In questo caso, si spiega, la struttura verrà messa nuovamente in luce e valorizzata come memoria storica del luogo. A tal proposito, l’architetto Mino Caggiula evidenzia che «non si tratta solo di costruire un albergo, ma di ridare vita a un frammento di paesaggio e di storia, restituendo al luogo la vita in modo sostenibile in una forma contemporanea, come naturale evoluzione di una pietra miliare di una lunga serie di antropizzazioni che si sono susseguite nel tempo». Il complesso, in definitiva, ospiterà una struttura alberghiera di alto livello, con camere panoramiche, ristoranti, spazi benessere e una Spa affacciata sul lago. Ma, al di là della funzione ricettiva che Capo San Martino saprà offrire, chi ha allestito il progetto assicura che l’area «diventerà un nuovo punto d’incontro nel territorio, un luogo in cui passeggiare, sostare e respirare il paesaggio ad oggi abbandonato».

Infine, le tempistiche. «Posso immaginare – ci ha detto Constantin il mese scorso – che i lavori di costruzione, se non ci saranno opposizioni, potrebbero iniziare nel 2027 e concludersi nella primavera del 2030 con l’inaugurazione».

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