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Il completamento di AlpTransit non si trova su un binario morto

I «senatori» seguono il Nazionale: il Governo in futuro dovrà focalizzarsi anche sul traffico a lunga distanza – Farinelli: «Ci vorranno almeno trent'anni prima di vedere qualcosa» – Lombardi: «L'asse nord-sud non va dimenticato»
© KEYSTONE / GAETAN BALLY
Luca Faranda
09.03.2023 22:45

Il completamento di AlpTransit a sud di Lugano non si trova più su un binario morto. Nella ferrovia del futuro ci dovrà essere spazio anche per lo sviluppo dei collegamenti a lunga percorrenza tra Basilea e Chiasso, ma anche tra San Gallo e Ginevra. Il Parlamento ha infatti sconfessato il Consiglio federale, che voleva invece mettere l’accento solo sul miglioramento del traffico ferroviario negli agglomerati.

Più treni e meno auto

Più volte è stato ribadito che il prolungamento di AlpTransit non rappresenta una priorità per il Consiglio federale. La cosiddetta «Prospettiva Ferrovia 2050», a detta dell’Esecutivo, si deve concentrare sulle brevi e medie distanze nei pressi degli agglomerati. L’obiettivo? Rendere il treno sempre più concorrenziale con l’automobile.

Tuttavia, nonostante i numerosi appelli – anche da parte del Canton Ticino – a rivedere questa strategia, il Governo ha proseguito per la sua strada. Oggi il Consiglio degli Stati ha approvato a larga maggioranza - come già aveva fatto in dicembre il Nazionale - una mozione che obbliga l’Esecutivo a correggere i suoi piani. Dovrà focalizzarsi maggiormente sulla realizzazione e sul completamento della cosiddetta «Croce federale della mobilità»: l’attenzione andrà pertanto messa non solo sui collegamenti verso i centri regionali, ma anche sull’asse est-ovest (tratta nel quale gli interventi sono più urgenti) e nord-sud, Ticino compreso.

Una visione nazionale 

«Senza questa mozione, la Prospettiva Ferrovia 2050 avrebbe escluso a priori ogni tipo di progetto, anche il completamento di AlpTransit», spiega il consigliere nazionale Marco Romano (Centro), che ha propiziato l’atto parlamentare. A suo avviso «è stato lanciato un segnale chiaro al Consiglio federale, invitandolo a non fare l’errore di pensare solo agli agglomerati. Bisogna avere una visione nazionale, anche perché la riduzione dei tempi di percorrenza e la creazione di nuove tratte andranno pure a beneficio dei collegamenti regionali».

Non bisogna illudersi 

«La Svizzera deve lanciare un messaggio chiaro agli altri Paesi, Italia compresa: “vogliamo realizzare queste opere”, altrimenti gli altri Stati non si muoveranno», spiega dal conto suo il consigliere nazionale Alex Farinelli (PLR), ricordando che questa «Croce federale della mobilità» è un progetto a lungo termine.

Per quanto riguarda il prolungamento di AlpTransit, «bisogna essere consapevoli che si tratta di un’opera che verrà completata tra decine di anni. Non bisogna farsi illusioni: potrebbero passare almeno trent’anni prima di vedere qualcosa. Lo abbiamo già visto con la Galleria di base del San Gottardo. Il progetto è partito negli anni ’80 e ’90, ma l’inaugurazione è avvenuta solo nel 2016», spiega Farinelli, che dallo scorso anno è co-presidente di Pro Gottardo ferrovia d’Europa. «Ora all’interno dell’associazione dobbiamo soprattutto valutare - in collaborazione con i Cantoni interessati - come mantenere alta l’attenzione affinché queste opere non vengano messe in fondo alla lista delle priorità. Oltre ad AlpTransit a sud di Lugano penso anche all’aggiramento di Biasca e Bellinzona, che in realtà avrebbe già dovuto essere realizzato».

Sviluppare l’infrastruttura 

Contrariamente alle intenzioni del Consiglio federale (che si era opposto alla mozione), nei prossimi decenni sarà importante sviluppare l’infrastruttura a livello nazionale, sottolinea il deputato ticinese. «Una rete ferroviaria performante cambia davvero la modalità di movimento delle persone: oggi nessuno si sogna più di prendere l’aereo (e non il treno) per andare da Milano a Roma. Solo 15 anni fa non era così, bensì il contrario. Dobbiamo cambiare il modo di muoversi attraverso le Alpi e a medio e lungo termine è imprescindibile che ci debba essere un asse nord-sud ad alta velocità».

Atteggiamento negativo

«Ancora non è stato sbloccato nessun miliardo, però questa decisione di principio da parte del Parlamento è un passo avanti, anche di fronte a un atteggiamento negativo del Consiglio federale e delle FFS», afferma invece l’ex «senatore» Filippo Lombardi, presidente di «Swissrailvolution», un’associazione - una sorta di consorella nazionale della Pro Gottardo - orientata allo sviluppo delle ferrovie svizzere di domani. «Ci sono ritardi sull’asse est-ovest, ma quello nord-sud non va dimenticato. Per troppi decenni abbiamo vissuto lo scontro tra singole tratte, dove ognuno pensava unicamente alla propria regione con interventi a macchia di leopardo».

Ticinesi contro romandi 

L’idea della «Croce federale della mobilità», sostenuta dal Parlamento, è di unire questi due assi in una visione d’insieme. Non più mettere romandi contro ticinesi, aggiunge Lombardi. «Non si costruisce niente dall’oggi al domani, ma bisogna continuare a progettare e a negoziare con i nostri vicini a sud e anche a nord. Sappiamo che AlpTransit va portato fino alla frontiera».

E ciò anche se Italia e Germania non dispongono ancora di un’adeguata infrastruttura. «Se non pianifichiamo, diamo l’impressione che non si vuole fare nulla. E viceversa. È una sorta di gioco perverso, dove ognuno fa un po’ lo scaricabarile. Ma AlpTransit deve essere completato affinché possa veramente diventare la ferrovia d’Europa». 

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