Sotto la lente

Il futuro del cinema, tra Festival e piattaforme streaming

Qual è il rapporto tra settima arte e contenuti digitali? Si tratta di mondi separati e in competizione o di realtà che convivono e si danno reciproco appoggio? – Ne abbiamo parlato con il direttore artistico del Locarno Film Festival Giona A. Nazzaro e con Kevin B. Lee, professore esperto di cinema del futuro
Irene Solari
16.08.2022 06:00

Verso quale direzione andrà il cinema nel futuro? Ce lo si chiede, a margine del Locarno Film Festival, alla luce dell’importanza sempre più rilevante delle piattaforme streaming sul mercato dei contenuti audiovisivi. E proprio a Locarno, la scorsa settimana, abbiamo assistito a un’importante variazione in tema cinematografico: è stata presentata in anteprima mondiale la nuova serie Prisma di Amazon Prime Italia. Produzione in otto episodi disponibile su Prime Video dal 21 settembre. Una grande soddisfazione per Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Festival: «Siamo estremamente felici di aver ospitato Amazon. La risposta del pubblico è stata molto buona e personalmente mi auguro che questo rapporto possa proseguire».

Il cinema prevede quindi di aprirsi verso le piattaforme di streaming per affrontare le sfide del futuro e, viceversa, i colossi digitali vorranno produrre anche film d’autore? Oppure questi sono destinati a rimanere due mondi separati e in concorrenza tra loro?

Le piattaforme esistono e continueranno ad esistere, si tratta di un interlocutore fondamentale nella produzione cinematografica
Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival

«Un interlocutore fondamentale»

Per Nazzaro c’è voglia di aprirsi verso le piattaforme digitali. Anche se ritiene che «la sala sia e rimanga l’elemento centrale dell’esperienza cinematografica», non esclude una collaborazione con le nuove forme digitali: «Le piattaforme esistono e continueranno ad esistere, si tratta di un interlocutore fondamentale nella produzione cinematografica. Non si può certo pensare che le piattaforme siano qui oggi e che scompaiano domani. Semmai andranno sempre più integrandosi non solo nella produzione, ma probabilmente differenzieranno la loro attività».

Piattaforme e cinema non sono quindi mondi in contrasto, ma di incontro. Dello stesso parere anche Kevin B. Lee, professore USI esperto di cinema del futuro: «Non sono mondi separati, ma differenti parti di un sistema più grande fatto di film, media e intrattenimento». Tutto sta, secondo Lee, nella scelta che dello spettatore quando decide come passare la propria serata: cinema o streaming.

Durante la pandemia le piattaforme hanno guadagnato molto potere. Ma con il ritorno alla vita normale, inevitabilmente, qualcosa si è perso, c'è stata una sorta di collasso
Kevin B. Lee, professore USI

Nessuna concorrenza

Non c’è concorrenza tra i due mondi, spiega Nazzaro: «Ricordo quando, nemmeno qualche anno, fa si parlava di Netflix come “nemico letale del cinema” – descrizione che non mi ha mai trovato d’accordo – non potevamo immaginare che Netflix per lanciare il film The Gray Man avrebbe optato per la soluzione ibrida: facendolo uscire anche al cinema». Il punto, per il direttore artistico, è capire come si può strutturare una conversazione utile con i nuovi produttori, immaginando la trasformazione della distribuzione cinematografica e, nello stesso tempo, lavorando alla tutela delle sale. Nessuna competizione tra i due, anche secondo Lee: «Le sale, generalmente, vedono le piattaforme streaming come una competizione per sceneggiatori, realizzatori e registi, ma io penso che per loro sia piuttosto un voler dare differenti opzioni per come trattare il lavoro. Quindi non ritengo che per loro sia realmente una situazione competitiva». Lo stesso vale anche per il pubblico che, anzi, vede ampliata la propria scelta: «Nemmeno loro credo che la vedano come una situazione competitiva, è piuttosto la ricerca della cosa più interessante da guardare. Una scelta che varia rispetto alla loro organizzazione della giornata o abitudini e interessi. Quindi non posso pensare all’una senza pensare all’altra».

Le sale soffriranno ma non scompariranno. Mentre le piattaforme si differenzieranno ancora di più, anche con il cinema d’autore
Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival

Evoluzione futura

In futuro tra cinematografia e piattaforme esisterà una sorta di compresenza, spiega Nazzaro: «Le sale soffriranno ma non scompariranno. Mentre le piattaforme si differenzieranno ancora di più, anche con il cinema d’autore». Parlare quindi di crisi del cinema per il direttore «è un po’ approssimativo», perché tocca solo le sale e si riferisce soprattutto ai film d’autore. «Negli Anni ‘90 Kieślowski era impossibile non andarlo a vedere al cinema, mentre oggi ci sono meno nomi di cineasti la cui esperienza è legata alla sala. È più facile incontrare autori i cui film vengono vissuti direttamente su scala domestica».

Successi e crisi delle piattaforme

Recentemente Disney+ ha segnato un record di iscritti con 152 milioni di utenti, in netto vantaggio su Netflix che vede invece un calo nelle iscrizioni. Anche i colossi dello streaming possono affrontare dei periodi di crisi dopo una forte crescita, spiega Lee. «Durante la pandemia le piattaforme hanno guadagnato molto potere: era l’unica possibilità d’intrattenimento». Ma con il ritorno alla vita normale, inevitabilmente, qualcosa si è perso. «C’è stata una sorta di collasso: il loro modello di business non era in realtà sostenibile. Le persone ora stanno esplorando altre vie d’intrattenimento e stanno tornando nei cinema. Quindi hanno dovuto ricorrere a nuovi modelli, inserendo anche la pubblicità e non so quanto questo piaccia agli spettatori». Lo streaming non sta prendendo il sopravvento sul cinema, spiega, «non quando le stesse piattaforme stanno affrontando così tante difficoltà e sfide».

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