Il Ministero pubblico basilese contro i pirati

Aperta un'inchiesta contro i sequestratori africani della nave da carico battente bandiera svizzera "Glarus"
Red. Online
21.10.2018 14:20

BASILEA - Il Ministero pubblico di Basilea Città ha aperto un'inchiesta contro i pirati africani che un mese fa hanno attaccato la nave da carica battente bandiera svizzera "Glarus", rapendo dodici dei diciannove membri dell'equipaggio, nel Golfo di Guinea, al largo delle coste nigeriane (vedi suggeriti). 

Lo ha dichiarato all'agenzia Keystone-Ats l'ispettore investigativo René Gsell confermando le anticipazioni del "SonntagsBlick".

"Dal momento che l'imbarcazione batte bandiera elvetica, il diritto svizzero si applica alla presa di ostaggi, che rappresenta un'infrazione ai danni della Confederazione", detto Gsell. L'inchiesta è stata aperta a fine settembre, quando il caso è stato reso noto e ad occuparsene è la Procura di Basilea Città, cantone che procede all'immatricolazione di tutte le navi svizzere d'alto mare. Sullo stato dell'indagine Gsell non ha fornito informazioni.

Ad essere in ostaggio da un mese sono sette filippini, un croato, un bosniaco, uno sloveno, un ucraino e un rumeno. Tra le persone rapite non vi sono svizzeri. I pirati, dal canto loro hanno chiesto un riscatto. I negoziati, come si legge sulle colonne del "SonntagsBlick", ruotano attorno alla somma del riscatto. L'informazione era giunta da fonti governative in Nigeria, dove si attende il rilascio degli ostaggi. I membri dell'equipaggio rapiti sono insieme e stando alla compagnia di navigazione Massoel Shipping con sede a Ginevra che si occupa delle trattative per il loro rilascio, tenuto conto delle circostanze, il loro stato di salute non desta preoccupazione. 

Dal momento che non sono interessati cittadini svizzeri, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non fornisce protezione consolare. Secondo "SonntagsBlick", il DFAE non supporta finanziariamente la compagnia di navigazione attiva nei negoziati.