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«Il Mossad ha rifiutato l’esecuzione del piano contro Hamas a Doha»

A sostenerlo è il Washington Post, che cita due israeliani a conoscenza della questione – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Il Mossad ha rifiutato l’esecuzione del piano contro Hamas a Doha»
Red. Online
13.09.2025 09:00
21:20
21:20
Arrivati in Cile 68 palestinesi evacuati dalla Striscia di Gaza

Il ministero degli Esteri cileno ha reso noto l'arrivo nel Paese di 68 palestinesi, tra cui 36 bambini e adolescenti, evacuati dalla Striscia di Gaza «in risposta alla grave crisi umanitaria e di sicurezza che affligge l'area» e in coordinamento con le organizzazioni internazionali.

Il ministero degli Esteri ha precisato che si tratta di «persone con stretti legami con il Cile» e che «l'azione rientra nel fermo impegno nei confronti del diritto internazionale umanitario ed è stata possibile grazie a uno sforzo coordinato dal governo con la collaborazione di diverse organizzazioni internazionali».

Il presidente cileno Gabriel Boric, fermo sostenitore della causa palestinese, sul suo account X, ha commentato: «il Cile rende onore al suo inno nazionale», alludendo alla strofa in cui si afferma che il Paese è «un rifugio contro l'oppressione».

20:04
20:04
Domani alle 13 Netanyahu e Rubio al Muro di Gerusalemme

L'ufficio del primo ministro israeliano comunica che Benyamin Netanyahu e il Segretario di Stato americano Marco Rubio visiteranno il Muro del Pianto (Muro Occidentale) a Gerusalemme domani alle 14 (le 13 in Svizzera)

19:47
19:47
Netanyahu: «I leader di Hamas in Qatar ostacolano il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi»

«I capi terroristi di Hamas che vivono in Qatar non si preoccupano del popolo di Gaza. Hanno bloccato tutti i tentativi di cessate il fuoco per trascinare la guerra all'infinito. Sbarazzarsi di loro eliminerebbe il principale ostacolo al rilascio di tutti i nostri ostaggi e alla fine della guerra». Lo scrive il premier israeliano Benyamin Netanyahu sul suo account X in inglese.

17:44
17:44
Circa 280.000 palestinesi hanno lasciato Gaza City nelle ultime settimane

Secondo le stime dell'Idf, decine di migliaia di palestinesi hanno evacuato Gaza City, portando il numero totale di chi ha lasciato la zona nelle ultime settimane a circa 280.000.

16:49
16:49
Paramount condanna l'appello Pro Palestina di 3900 VIP di Hollywood

La Paramount ha condannato l'appello al boicottaggio delle istituzioni cinematografiche israeliane lanciato da oltre 3900 VIP di Hollywood tra cui Emma Stone, Joaquin Phoenix e Olivia Colman.

«Non siamo d'accordo con i recenti tentativi di boicottare i cineasti israeliani. Ridurre al silenzio artisti creativi individuali in base alla loro nazionalità non favorisce una migliore comprensione né fa progredire la causa della pace», si legge in una dichiarazione della direttrice della comunicazione della major, Melissa Zukerman.

«L'industria dell'intrattenimento globale dovrebbe incoraggiare gli artisti a raccontare le proprie storie e condividere le proprie idee con il pubblico di tutto il mondo. Abbiamo bisogno di più dialogo e comunicazione - non di meno», ha detto la Zukerman.

L'appello, lanciato lunedì dall'organizzazione Film Workers for Palestine, era stato sottoscritto da premi Oscar, Bafta, Emmy e Palma d'Oro. I firmatari si impegnavano a non lavorare con istituzioni israeliane e società «implicate nel genocidio e l'apartheid del popolo palestinese». La lista originaria di 1200 nomi aveva incluso registi come Yorgos Lanthimos, Ava DuVernay, Asif Kapadia, Emma Seligman, Boots Riley, Adam McKay e Joshua Oppenheimer. Tra gli attori anche Olivia Colman, Ayo Edebiri, Mark Ruffalo, Riz Ahmed, Tilda Swinton, Javier Bardem, Lily Gladstone, Hannah Einbinder, Gael Garcia Bernal e Melissa Barrera.

16:02
16:02
USA: «Free Palestine come KKK», bufera social sul comico Seinfeld

Il comico ebreo Jerry Seinfeld, intervenendo a sorpresa a un evento della Duke University martedì scorso, ha descritto il movimento «Liberate la Palestina» (Free Palestine) come antisemita e lo ha paragonato al Ku Klux Klan (Kkk). Secondo il giornale studentesco The Duke Chronicle, Seinfeld ha affermato che i sostenitori del movimento spesso non esprimono ciò che intendono.

«Dite semplicemente che non vi piacciono gli ebrei», ha detto al pubblico. «Dicendo 'Liberate la Palestina', non state ammettendo ciò che pensate veramente», ha continuato. «Quindi, in realtà - rispetto al Ku Klux Klan, penso che il Klan sia in realtà un po' migliore qui, perché possono dire apertamente 'Non ci piacciono i neri, non ci piacciono gli ebrei'. Ok, è sincero».

Una registrazione audio dell'intervento di Seinfeld corrisponde a quelle parole, ha confermato il New York Times. Un portavoce del comico si è rifiutato di commentare, anche dopo che le frasi avevano scatenato una reazione negativa che continua a circolare online.

Seinfeld avrebbe rilasciato queste dichiarazioni durante un evento con Omer Shem Tov, un ex ostaggio israeliano rapito da Hamas durante il festival musicale del 7 ottobre 2023.

La Duke University ha affermato di «non aver previsto né approvato le dichiarazioni dei relatori esterni e che la loro presenza nel campus non deve essere intesa come un'approvazione delle loro opinioni».

«Le università sono luoghi in cui diverse prospettive su argomenti difficili e delicati vengono esplorate in un ambiente sicuro e rispettoso», ha affermato un portavoce dell'ateneo. Seinfeld, che ha raggiunto l'apice della sua fama negli anni '90 con la sitcom «Seinfeld», ha parlato apertamente del conflitto a Gaza, abbracciando pubblicamente la sua eredità ebraica e respingendo le critiche a Israele. Gli ultimi commenti hanno lasciato alcuni studenti attivisti nel campus «ancora più scoraggiati» per il fatto che l'università abbia offerto un forum per le sue dichiarazioni, hanno affermato in una dichiarazione congiunta pubblicata sui social media.

16:01
16:01
Antisemitismo, l'ateneo Berkeley dà al governo Trump una lista di 160 nomi

L'Università della California di Berkeley ha annunciato di aver fornito al governo federale i nomi di studenti, docenti e personale coinvolti in casi di presunto antisemitismo, in ottemperanza all'indagine dell'amministrazione Trump sulle università accusate di non aver protetto gli studenti ebrei. L'ateneo ha dichiarato in una nota di aver informato circa 160 persone di essere state citate nei documenti forniti all'Ufficio per i diritti civili del dipartimento dell'istruzione.

Berkeley ha spiegato di aver ricevuto istruzioni dall'ufficio legale del sistema universitario della California di ottemperare alla richiesta del governo federale di documenti relativi alle modalità di gestione delle denunce di antisemitismo.

Nella lista ci sono persone accusate o coinvolte in episodi di antisemitismo, nonché gli individui che avevano presentato denunce per antisemitismo, secondo l'università. Il presidente american Donald Trump ha esercitato pressioni straordinarie sulle università americane quest'anno, minacciando di tagliare i finanziamenti federali e, in alcuni casi, la possibilità di iscrivere studenti stranieri. Il governo ha ordinato il congelamento di miliardi di dollari di finanziamenti per la ricerca.

I principali obiettivi dell'amministrazione Trump sono state le università d'élite, che Trump e i suoi alleati hanno definito bastioni di indottrinamento ideologico e antisemitismo. L'Università della California, Berkeley, è tra le 10 università che una task force dell'amministrazione Trump sull'antisemitismo ha individuato come meritevoli di particolare attenzione.

16:00
16:00
In Libano raccolta di armi in campi profughi palestinesi

Il Libano ha avviato la quarta fase del suo piano per la raccolta di armi dai campi profughi palestinesi, secondo quanto riportato dai media locali citati da Anadolu. L'esercito ha iniziato a ricevere armi dal campo di Beddawi, nel Libano settentrionale, e dal campo di Ain al-Hilweh, vicino alla città meridionale di Sidone, secondo quanto riportato dal quotidiano An-Nahar. Durante l'operazione, le misure di sicurezza sono state rafforzate intorno ai campi.

L'iniziativa segue le fasi precedenti, durante le quali l'esercito ha raccolto armi da diversi campi: Burj al-Barajneh, nella periferia meridionale di Beirut, il 21 agosto; Rashidieh, Al-Buss e Burj al-Shamali, vicino a Tiro, il 28 agosto; e Burj al-Barajneh, Mar Elias e Shatila, il 29 agosto.

Il mese scorso, il governo libanese ha deciso di limitare la consegna di tutte le armi, comprese quelle detenute da Hezbollah, allo Stato. L'esercito è stato incaricato di elaborare un piano per raggiungere questo obiettivo entro la fine di agosto e di attuarlo entro la fine del 2025. Tuttavia, il Segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha affermato che il gruppo non avrebbe rinunciato alle armi a meno che Israele non si fosse ritirato dal territorio libanese occupato, avesse cessato l'aggressione, rilasciato i prigionieri e avviato la ricostruzione.

15:58
15:58
Sumud Flottila, partite da Augusta le barche per Gaza

È partita da pochi minuti da un porticciolo di Augusta, nel Siracusano, la prima barca a vela della Global Sumud Flottila, la missione umanitaria in soccorso alle popolazioni di Gaza. Ad una ad una le 18 barche, che compongono il gruppo che salpa dalla Sicilia, stanno mollando gli ormeggi per dirigersi verso Gaza. In mare si ricongiungeranno con le 10 barche che si trovano da giorni nel porto di Biserta in Tunisia e con le sei barche provenienti dalla Grecia.

15:38
15:38
Idf, colpita la torre Al-Nur a Gaza city usata da Hamas

L'esercito israeliano (Idf) rende noto di aver colpito poco fa la torre Al-Nur utilizzata dall'organizzazione terroristica Hamas nell'area della città di Gaza. Nell'edificio c'erano infrastrutture militari dell'organizzazione.

«Le organizzazioni terroristiche nella Striscia violano sistematicamente il diritto internazionale, utilizzando strutture civili per scopi militari e operando deliberatamente in mezzo alla popolazione civile», scrive sui social l'Idf.

14:13
14:13
«32 morti, tra cui 12 minori, in attacchi dell'Idf a Gaza City»

Almeno 32 persone, tra cui 12 minorenni, sono stati uccisi negli attacchi aerei dell'Idf sulla città di Gaza, mentre Israele intensifica la sua offensiva e sollecita i palestinesi a lasciare la città. Lo ha riferito il personale medico dell'ospedale Shifa, il più grande della Striscia, aggiungendo che i raid compiuti nella notte hanno preso di mira zone residenziali, provocando numerose vittime.

Tra queste, è stata sterminata una famiglia di 10 persone nel quartiere Sheikh Radwan, tra cui una madre e i suoi tre figli.

14:12
14:12
«Riaccese le tensioni tra Damasco e le Sdf»

Le tensioni tra le autorità di Damasco e le Forze Democratiche Siriane (Sdf) si sono riaccese, con scontri a fuoco e razzi che si sono rapidamente trasformati in pesanti attacchi nelle campagne di Aleppo. Ogni parte si accusa a vicenda di aver inizialmente scatenato i raid. Lo scrive il sito libanese al Akhbar.

«Gli atti di guerra sono iniziati a Maskanah e nelle aree circostanti, nella parte orientale di Aleppo, con colpi di artiglieria e razzi che hanno colpito la regione, seguiti da feroci battaglie con armi medie e pesanti nel villaggio di Umm al-Teenah». Gli scontri si sono presto estesi ad altri villaggi nei distretti di Maskanah e Deir Hafir. Entrambe le parti hanno schierato rinforzi di truppe, veicoli ed equipaggiamento, il che solleva il timore che gli attacchi possano estendersi alle campagne vicino a Manbij e Ain al-Arab (Kobani).

Il Ministero della Difesa di Damasco ha dichiarato che le Sdf hanno lanciato «una campagna di bombardamenti pesanti, irresponsabile e improvvisa» da posizioni vicine all'aeroporto militare di al-Jarrah e intorno a Maskanah, colpendo abitazioni civili ad Al-Kayaria, Rasm al-Ahmar e Habouba, nella parte orientale di Aleppo. Il Ministero ha aggiunto che le sue forze «si sono mobilitate e hanno preso di mira le fonti di fuoco», sottolineando il suo impegno a «proteggere i civili, difenderli e salvaguardare le loro vite e proprietà». Nel frattempo, le Sdf hanno affermato di aver «respinto i tentativi di infiltrazione e gli attacchi di artiglieria condotti da gruppi ribelli affiliati al governo di Damasco a Deir Hafir», e hanno ritenuto il governo «pienamente responsabile dell'escalation».

14:11
14:11
Idf, avviso di evacuazione urgente a Gaza City

Un avviso urgente di evacuazione per i residenti di Gaza City è stato appena pubblicato sui social dal portavoce dell'esercito israeliano (Idf), in particolare per l'area della torre Burj Al-Nur segnata e delle tende vicine in via Safed.

«L'Idf colpirà presto la struttura a causa della presenza di infrastrutture terroristiche di Hamas all'interno o nei pressi dell'edificio - scrive l'esercito israeliano in arabo -. Per la vostra sicurezza, vi esortiamo a evacuare immediatamente l'area in direzione sud verso la zona umanitaria di Al-Mawasi, Khan Younis».

14:10
14:10
«L'Egitto vuole una forza araba come la NATO»

Secondo il quotidiano libanese Al-Akhbar, in seguito all'attacco in Qatar, Il Cairo sta riducendo i contatti diplomatici con Israele e sta pianificando la creazione di una «forza araba congiunta» che fornisca protezione agli Stati arabi. Il report riferisce che il presidente egiziano al-Sisi mira a ristabilire il sostegno arabo attraverso la creazione di una forza simile alla NATO che sia in grado di intervenire per proteggere qualsiasi Stato arabo venga attaccato. Questa sarebbe stata lanciata nel contesto di contatti diplomatici, in preparazione al vertice arabo-islamico previsto a Doha.

Secondo un alto funzionario egiziano, Il Cairo ripone speranze nel sostegno per l'attuazione concreta di questa proposta, che fu inizialmente avanzata in Egitto circa nove anni fa.

Ma ha sottolineato che «esistono ancora ostacoli pratici all'attuazione della proposta, nel caso venga effettivamente istituita una forza del genere, in particolare riguardo ai tempi di intervento e al meccanismo operativo».

14:09
14:09
«Khalil al-Hayya ferito nel raid dell'Idf a Doha»

La tv pubblica israeliana Kan riferisce che ieri sera Hamas ha informato un gruppo ristretto di comandanti sull'esito dell'attacco israeliano a Doha. Una fonte palestinese vicina all'organizzazione ha dichiarato: «Abbiamo ricevuto indicazioni da Hamas che Khalil al-Hayya è rimasto ferito nell'attacco israeliano». E ha aggiunto che insieme ad al-Hayya, almeno altri due alti funzionari sono rimasti feriti.

Tuttavia, ha chiarito: «Nessun membro della leadership è stato ucciso nell'attacco». La fonte ha anche affermato che la natura della ferita di al-Hayya e la sua gravità non sono state comunicate.

12:23
12:23
Lunedì a Doha summit d'emergenza arabo-islamico

Si terrà lunedì a Doha, in Qatar, il vertice di emergenza arabo-islamico che riunisce i Paesi della Lega Araba e quelli dell'Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) convocato dopo l'attacco israeliano contro i vertici di Hamas a Doha. Lo annunciano le autorità del Qatar.

Il vertice sarà preceduto, domani, da un incontro preparatorio dei ministri degli Esteri.

11:22
11:22
Idf: «Oltre 250mila persone hanno lasciato Gaza City»

L'esercito israeliano (Idf) ha dichiarato che più di 250.000 persone hanno lasciato Gaza City per spostarsi in altre parti del territorio nelle ultime settimane, da quando ha intensificato l'attacco al più grande centro urbano di Gaza.

«Secondo le stime dell'Idf, più di un quarto di milione di residenti di Gaza City si sono trasferiti fuori città per la propria sicurezza», ha dichiarato il portavoce in lingua araba dell'esercito, il colonnello Avichay Adraee, su X.

11:21
11:21
Houthi: «Lanciato un missile su siti sensibili israeliani a Jaffa»

Il gruppo Houthi dello Yemen afferma di aver condotto un'operazione militare contro «siti sensibili» nella città israeliana di Jaffa. Il portavoce Yahya Saree ha affermato che l'attacco è stato condotto utilizzando un missile balistico ipersonico Palestine-2 con testate multiple e che l'operazione «ha raggiunto con successo i suoi obiettivi». Lo riporta al Jazeera.

L'esercito israeliano (Idf), tuttavia, ha affermato che i sistemi di difesa aerea avevano intercettato un missile lanciato dallo Yemen. Secondo quanto riferito, le sirene sono state attivate nel centro di Israele, compresa l'area metropolitana di Tel Aviv. Non sono state segnalate vittime o danni materiali.

Intanto, en ex comandante dell'esercito israeliano, Herzi Halevi, ha confermato che più di 200'000 palestinesi sono stati uccisi o feriti nella guerra a Gaza e che «nemmeno una volta» nel corso del conflitto le operazioni militari sono state inibite da pareri legali. Lo riporta il Guardian citando media israeliani. Halevi si è dimesso dall'incarico di capo di stato maggiore a marzo, dopo aver guidato le Forze di difesa israeliane per i primi 17 mesi della guerra, che ora si avvicina al suo secondo anniversario.

Halevi ha dichiarato, in una assemblea con i residenti del moshav (cooperativa agricola) di Ein HaBesor registrata da Ynet, che oltre il 10% dei 2,2 milioni di abitanti di Gaza è stato ucciso o ferito: «più di 200.000 persone». Questa stima è significativa in quanto vicina alle cifre attuali fornite dal Ministero della Salute di Gaza, che i funzionari israeliani hanno spesso liquidato come propaganda di Hamas, sebbene le cifre del Ministero siano ritenute affidabili dalle agenzie umanitarie internazionali.

«Questa non è una guerra gentile. Abbiamo tolto i guanti fin dal primo minuto. Purtroppo non prima», ha detto Halevi, suggerendo che Israele avrebbe dovuto adottare una linea più dura a Gaza prima dell'attacco del 7 ottobre. Il bilancio ufficiale attuale è di 64'718 palestinesi uccisi a Gaza e 163'859 feriti, dall'inizio della guerra il 7 ottobre 2023. Si teme che molte altre migliaia di persone siano morte, con i loro corpi sepolti tra le macerie. Almeno 40 persone sono state uccise venerdì negli attacchi israeliani, principalmente intorno a Gaza City.

Le statistiche del ministero di Gaza non fanno distinzione tra civili e combattenti, ma i dati trapelati dall'intelligence militare israeliana sulle vittime fino a maggio di quest'anno suggerivano che oltre l'80% dei morti erano civili.

11:15
11:15
«Almeno 11 uccisioni dall'alba di oggi a Gaza»

È di almeno 11 morti il bilancio degli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza dall'alba di oggi. Lo riferisce al Jazeera.

Intanto, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato nella notta a larga maggioranza una dichiarazione che chiede «passi tangibili, tempestivi e irreversibili» verso una soluzione a due Stati tra Israele e i palestinesi.

La risoluzione è stata adottata con 142 voti a favore, 10 contrari e 12 astensioni. Di sette pagine e redatta in occasione di una conferenza internazionale ospitata dalle Nazioni Unite a luglio da Arabia Saudita e Francia, la dichiarazione condanna gli attacchi di Hamas contro Israele e denuncia al contempo gli attacchi israeliani contro le infrastrutture civili di Gaza, citando la conseguente catastrofe umanitaria.

Nonostante il sostegno schiacciante degli Stati arabi del Golfo, la risoluzione ha dovuto affrontare critiche da parte di Stati Uniti e Israele. Il diplomatico statunitense Morgan Ortagus ha descritto il voto come una «fuorviante trovata pubblicitaria» che ha incoraggiato Hamas, mentre l'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon, ha definito la dichiarazione un teatrino unilaterale, sostenendo che non ha contribuito a promuovere la pace.

09:00
09:00
Il punto alle 9.00

Quando martedì Israele ha annunciato di aver lanciato un attacco contro i vertici di Hamas in Qatar, un'agenzia di sicurezza era visibilmente assente dalle dichiarazioni ufficiali: il Mossad. Ciò perché l'agenzia di intelligence di Israele aveva rifiutato di eseguire un piano elaborato nelle settimane precedenti per utilizzare agenti sul campo per assassinare i leader di Hamas, secondo il Washington Post, che cita due israeliani a conoscenza della questione. Il Mossad aveva diverse riserve, dal timore di compromettere i rapporti con i qatarioti alla tempistica del blitz. Secondo le fonti, il direttore del Mossad, David Barnea, si era opposto all' uccisione dei funzionari di Hamas in Qatar in parte perché un'azione del genere avrebbe potuto compromettere il rapporto che lui e la sua agenzia avevano coltivato con i qatarioti, i quali avevano ospitato Hamas e stavano mediando i colloqui per un cessate il fuoco tra il gruppo militante e Israele. Le riserve del Mossad riguardo ad un'operazione sul terreno, scrive il Washington Post, hanno alla fine influenzato il modo in cui l'attacco è stato eseguito e forse anche le sue probabilità di successo. E riflettono un'opposizione più ampia all'interno dell'apparato di sicurezza israeliano all'attacco ordinato dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Pur essendo ampiamente condiviso tra i funzionari della sicurezza israeliana che tutti i leader di Hamas, inclusi quelli residenti all'estero, dovrebbero essere eventualmente perseguiti e uccisi, molti hanno messo in dubbio la tempistica dell'operazione, dato che i dirigenti di Hamas si stavano radunando in Qatar, importante alleato degli Stati Uniti, per valutare una proposta del presidente Donald Trump per liberare gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza in cambio di un cessate il fuoco nella guerra a Gaza. Invece di schierare agenti del Mossad, Israele martedì ha optato per un'opzione secondaria: il lancio di 15 jet da combattimento che hanno sparato 10 missili da distanza. Hamas ha dichiarato che l'attacco aereo non è riuscito a uccidere i vertici, incluso il leader ad interim Khalil al-Hayya.

Nelle settimane successive all'annuncio di Israele di voler conquistare Gaza City, l'esercito israeliano ha distrutto o danneggiato più di 1.800 edifici all'interno e nei dintorni della città, secondo un'analisi della CNN. Le immagini satellitari scattate da Planet Labs il 5 settembre mostrano demolizioni su larga scala, principalmente di edifici residenziali, rispetto alle immagini scattate il 9 agosto, un giorno dopo l'approvazione della nuova offensiva da parte di Israele. La maggior parte delle distruzioni sembra concentrata nell'area di Zeitoun, a sud del centro città. All'inizio di settembre, l'esercito israeliano si è ritirato dal quartiere e ha fatto saltare in aria una scuola che aveva utilizzato come base. Tra il 9 e il 17 agosto, l'esercito israeliano ha anche demolito parti del quartiere di Al-Tuffah, nella parte orientale di Gaza City, dove si erano rifugiati migliaia di palestinesi sfollati. Appena a nord di Gaza City, a Jabalya, l'esercito israeliano ha raso al suolo più di 750 edifici, secondo l'analisi. Una mezza dozzina di immagini satellitari scattate tra il 9 agosto e il 5 settembre mostrano che la stragrande maggioranza della distruzione non è stata causata da attacchi aerei o combattimenti, ma dalle lente demolizioni effettuate dall'esercito israeliano, isolato per isolato, con scavatrici e bulldozer. Un'immagine scattata il 19 agosto mostra scavatrici e bulldozer israeliani che demoliscono edifici a Zeitoun. Ventiquattro ore dopo, un'altra immagine li mostra 300 metri più in profondità nel quartiere, lasciandosi alle spalle altri 26 edifici demoliti e i cingoli dei macchinari pesanti che sono diventati un elemento distintivo del paesaggio di Gaza. Il 25 agosto, almeno 16 scavatrici sono visibili presso la base di Zeitoun dell'Idf, con demolizioni in corso nelle vicinanze. Tra il 5 e l'8 settembre, cinque grattacieli sono stati bombardati, secondo Mahmoud Basal, portavoce della Protezione Civile di Gaza. «In totale, contenevano 209 appartamenti, ognuno dei quali ospitava almeno 20 persone durante questo stato di emergenza, ovvero oltre 4.100 bambini, donne e anziani rimasti senza casa», ha dichiarato alla CNN. Tuttavia - precisa la rete statunitense - ancor prima che il gabinetto di sicurezza israeliano annunciasse i piani per l'offensiva su Gaza City, la distruzione era già visibile e profonda.

Negli ultimi mesi, nell'ultimo anno, c'è stato «un aumento delle atrocità delle forze israeliane nei confronti della Striscia di Gaza. Quello che sta avvenendo adesso non è solo contro Hamas, ma contro civili innocenti, non solo contro Gaza, ma anche contro Yemen, Siria, Libano. È veramente una questione che riguarda l'umanità. Netanyahu fa quello che vuole e deve essere fermato». Lo ha detto Nasser Al Qudwa, ex ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese, in video collegamento da Ramallah, per motivi di salute, alla Festa nazionale dell'Unità a Reggio Emilia. Al Qudwa ha partecipato al dibattito Europa e Medio Oriente: fermare Netanyahu, costruire la pace. Altro fenomeno, sottolinea, «è il silenzio della comunità internazionale. Voglio rispondere anche alle politiche che ha messo in atto Netanyahu: continua a dire che non ci può essere la creazione di uno Stato palestinese. Ho delle novità per lui: non creeremo lo Stato palestinese, c'è sempre stato uno Stato palestinese».

«Questa idea di una vittoria finale di Netanyahu non ha senso. Dobbiamo terminare la guerra, portare a casa gli ostaggi, vivi e morti, e soprattutto rilasciare i prigionieri palestinesi come parte di un accordo». Lo ha detto Ehud Olmert, ex primo ministro di Israele, a proposito del governo di Netanyahu alla Festa nazionale dell'Unità a Reggio Emilia partecipando al dibattito Europa e Medio Oriente: fermare Netanyahu, costruire la pace. «Dobbiamo - ha detto - creare una forza ad interim di sicurezza composta di palestinesi e soldati di altri Paesi che possano prendere il controllo effettivo della sicurezza di Gaza così da consentire a Israele di fuoriuscire completamente. Serve un esecutivo indipendente che governerà e aiuterà a ricostruire Gaza. Questo è quello che dobbiamo fare adesso. Se Hamas non è preparato a farlo, se il primo ministro israeliano non è pronto a farlo, ogni sforzo deve essere fatto per togliere di mezzo entrambi. Hamas e Netanyahu».