USA

Il partito di Musk e gli attacchi di Trump: «Un'idea ridicola, sta facendo un disastro»

Nuove tensioni tra il patron di Tesla e il presidente USA, che critica le ambizioni politiche del miliardario - Anche Steve Bannon all'attacco: «È sudafricano, dovrebbe essere deportato»
©Evan Vucci
Red. Online
07.07.2025 10:00

I rapporti tra Donald Trump e Elon Musk si fanno sempre più tesi, specialmente dopo che quest’ultimo ha annunciato la formazione di un nuovo partito dal nome America Party. Nelle scorse ore il presidente USA ha definito «ridicoli» i piani politici del fondatore di Tesla, lanciando l’ennesima frecciatina al miliardario sul suo social Truth: «Mi dispiace che Elon Musk sia andato completamente fuori dai binari, sta facendo un vero disastro nelle ultime cinque settimane. Vuole persino fondare un terzo partito politico, nonostante non ci sia mai riuscito nessuno negli Stati Uniti».

«Penso che sia ridicolo fondare un terzo partito. Abbiamo avuto un enorme successo con il Partito Repubblicano. I Democratici hanno perso la bussola, ma è sempre stato un sistema bipartitico, e credo che fondare un terzo partito non faccia altro che aumentare la confusione», ha detto Trump ai giornalisti prima di salire a bordo dell'Air Force One a Morristown, nel New Jersey, mentre tornava a Washington dopo aver visitato il vicino golf club.

Sabato Musk aveva annunciato la fondazione dell'America Party in risposta al disegno di legge di Trump sui tagli alle tasse e sulla spesa pubblica, che secondo Musk porterebbero il Paese alla bancarotta. Secondo il patron di Telsa e alcuni critici di Trump, il disegno di legge potrebbe infatti danneggiare l'economia statunitense, aggravando significativamente il deficit di bilancio federale.

Tornando all'America Party, Musk ha affermato che il suo nuovo partito cercherà, nelle elezioni di medio termine del prossimo anno, di spodestare i legislatori repubblicani del Congresso che hanno sostenuto l'importante provvedimento noto come big beautiful bill

Il tentativo di Musk di creare un nuovo partito politico rappresenta l'ennesima crepa nel suo rapporto con il presidente USA. L'uomo più ricco del mondo aveva speso centinaia di milioni di dollari per sostenere la campagna presidenziale del tycoon, il quale lo aveva ricompensato con un incarico di primo piano alla guida del DOGE, il dipartimento federale incaricato di apportare drastici tagli al personale e ai contratti governativi.

Il loro apparentemente stretto legame si è incrinato pubblicamente il mese scorso, quando Trump ha fatto approvare al Congresso l'imponente proposta di legge sulla politica interna. Musk ha aspramente criticato tale misura, affermando che aggiungerà migliaia di miliardi al debito federale, definendola un «abominio disgustoso». Il fondatore di SpaceX ha poi fatto sapere che avrebbe sostenuto gli sfidanti alle primarie contro qualsiasi repubblicano che avesse votato a favore della legge

Trump ha pure minacciato di tagliare miliardi di dollari in appalti federali e sussidi fiscali per le aziende di Elon Musk. Secondo il tycoon, Musk sarebbe contrario alla legge perché questa eliminerebbe l'obbligo di utilizzare veicoli elettrici, provocando così un duro colpo a Tesla, azienda già alle prese con un pesante calo di vendite. In passato lo stesso miliardario aveva sostenuto l'abolizione delle agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici, ma sembra aver cambiato idea in seguito alle difficoltà della società automobilistica.

Trump ha inoltre ha inoltre criticato la nomina di Jared Isaacman, alleato di Musk, come amministratore della NASA, considerati gli affari di Musk con l'agenzia spaziale. Secondo il tycoon si tratterebbe di un palese «conflitto di interessi».

L'America Party di Elon Musk ha pure riacceso lo scontro fra il miliardario e Steve Bannon, l'ex controverso stratega della Casa Bianca. «Solo un straniero poteva farlo: un non americano che lancia l'America Party. Non è americano: è del Sud Africa», ha tuonato Bannon durante il suo podcast quando Musk ha lanciato il sondaggio chiedendo agli americani se volessero un nuovo partito. L'ex stratega si è spinto fino a dire che Musk dovrebbe essere deportato, facendo eco alle innumerevoli occasioni in cui ha chiesto che il miliardario fosse indagato. La riposta di Musk è stata altrettanto dura: «Un grasso, ubriaco fradicio chiamato Bannon tornerà in prigione e questa volta per lungo tempo. Ha una vita di crimini da pagare», ha sentenziato il patron di Tesla.

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