Il passaporto rossocrociato perde punti

Il passaporto rossocrociato è ancora un buon passepartout per muoversi nel mondo, ma le porte chiuse aumentano. È presto per dire che la globalizzazione è finita: ma di sicuro, il fatto che viaggiare diventi più complicato per i cittadini svizzeri (e non solo per loro) è un segnale dei tempi.
L'Henley Passport Index è una sorta di bollettino della mobilità globale: ogni anno la società di consulenza di Zurigo pubblica una classifica delle nazionalità che, a livello burocratico, possono muoversi più liberamente nel mondo. Fino all'anno scorso la Svizzera era in 19.esima posizione: i cittadini elvetici potevano entrare senza visto in 190 paesi su 227.
Quest'anno la situazione è peggiorata. Burkina Faso, Mauritania e Pakistan hanno introdotto l'obbligo di visto elettronico per i viaggiatori provenienti dalla Confederazione, che perde così tre destinazioni "visa-free" in un colpo senza guadagnarne di nuove.
Nonostante questo, la Svizzera è salita al 18.esimo posto, un posto in più rispetto all'anno scorso, pur diventando più "debole" in termini assoluti: la classifica è slittata verso il basso, insomma, a riprova del fatto che la mobilità globale è diminuita a livello complessivo.
Guardando agli altri paesi, è ancora l'estremo Oriente a dominare la classifica. Singapore si conferma in testa con 193 paesi raggiungibili senza visto. Seguono Giappone e Corea del Sud con 190. Subito dopo in classifica si trovano nazioni europee come Italia, Danimarca, Finlandia, Germania (189) e poi Austria, Norvegia, Grecia e Svezia (188) le quali godono di una libertà di viaggio leggermente maggiore rispetto alla Confederazione.