Pernottamenti

Il turismo tira di più rispetto al pre-pandemia

Pubblicati i dati del settore alberghiero – Nei primi sette mesi il numero degli arrivi è diminuito ma rispetto alla media 2015-2019 il comparto sta crescendo – Trotta: «Preoccupano la forza del franco e l'inflazione»
Francesco Pellegrinelli
06.09.2022 06:00

Meno pernottamenti e meno arrivi rispetto al 2021, ma comunque meglio rispetto alla media dei cinque anni precedenti alla pandemia del 2020. I dati di luglio sul turismo alberghiero in Ticino, pubblicati ieri dall’Istituto di ricerche economiche dell’USI, confermano la buona tenuta del settore a livello cantonale.

In calo, ma...

Per il settore alberghiero, dall’inizio dell’anno e sino a luglio, i dati provvisori indicano in Ticino 676.971 arrivi e 1.485.212 pernottamenti, con una variazione del -2,7% (per gli arrivi) e del -13,0% (per i pernottamenti) rispetto al 2021, osserva Giulia Operti, collaboratrice scientifica dell’Osservatorio del Turismo dell’IRE. Una variazione negativa che tuttavia non deve spaventare. «Il 2021 ha rappresentato un anno record per il turismo cantonale dopo la pandemia, con risultati eccezionali e dati molto positivi soprattutto in termini di turismo domestico», spiega l’esperta. «Tali variazioni devono quindi essere lette considerando l’eccezionalità del 2021 e le diverse dinamiche che lo hanno caratterizzato, dal momento che i turisti erano maggiormente inclini, a causa delle restrizioni o del rischio percepito, a restare in Ticino e a preferire le destinazioni vicine a quelle intercontinentali». Se però si guarda ai dati relativi al periodo pre-pandemia, osserva Operti, si notano variazioni positive sia per gli arrivi sia per i pernottamenti.

Rispetto alla media 2015-2019, il numero complessivo degli arrivi in Ticino, nei primi sette mesi del 2022, è infatti cresciuto del 7,5%, mentre i pernottamenti sono addirittura aumentati del 14,6%. «Il dato cumulato da gennaio a luglio, nonostante non raggiunga i risultati del 2021, si presenta comunque in aumento rispetto alla media per gli anni 2015-2019», commenta Operti. «Questa variazione positiva, che interessa sia gli arrivi sia i pernottamenti, evidenzia una certa resilienza e agilità del settore turistico ticinese nella risposta alla crisi del 2020. Si registrano infatti risultati in aumento rispetto al periodo 2015-2019 per tutte le categorie di alloggio, con variazioni positive che l’Osservatorio del Turismo ha notato in particolare per i 4 e 5 stelle (rispettivamente +19,1% e +14,4% rispetto alla media degli anni 2015-2019)». 

I mesi estivi

A confermare il buon andamento del turismo cantonale vi sono anche i singoli mesi estivi, aggiunge l’esperta: «I dati degli arrivi di giugno e luglio superano quelli raggiunti lo scorso anno». In questi mesi, tuttavia, è possibile individuare una nuova tendenza, rispetto agli stessi mesi del 2021. Il numero degli arrivi di luglio 2022 è aumentato rispetto agli arrivi di luglio 2021, mentre i pernottamenti - sempre rispetto all’anno precedente - sono diminuiti. «Facendo un rapporto tra il numero dei pernottamenti e quello degli arrivi, si nota una diminuzione della permanenza media», osserva Operti». Si tratta, per la riduzione della durata dei soggiorni, di una tendenza già in atto da diversi anni che, invece, proprio durante la pandemia era stata interrotta. La permanenza media a luglio è infatti passata da 2,6 registrata nel 2021 a 2,2 nel 2022, avvicinandosi nuovamente al valore del 2019».

«In linea con le aspettative»

«I dati sono in linea con le nostre aspettative», commenta al Cdt il direttore di TicinoTurismo Angelo Trotta. «Sapevamo che le cifre del 2021 erano irripetibili». Sul calo dei pernottamenti (-13%) registrato nei primi sette mesi dell’anno, Trotta fa notare come, rispetto alla media 2015-2019, vi sia comunque una progressione positiva del 14,6%. «Semmai a preoccupare il settore turistico ticinese e svizzero sono tutte le crisi in simultanea che stiamo vivendo». In primo luogo, quella legata alla forza del franco e all’inflazione che in alcuni Paesi europei ha raggiunto il 10%. «Queste dinamiche si ripercuotono negativamente sul potere di acquisto dei turisti, in particolare tedeschi e inglesi», fa notare Trotta che aggiunge: «Quest’anno abbiamo comunque assistito a un ritorno del turismo internazionale». Una tendenza positiva in atto anche a livello svizzero che Trotta riconduce al miglioramento della situazione sanitaria. «La presenza di turisti internazionali ha superato la quota raggiunta nel 2019», commenta Trotta che osserva: «A luglio i turisti stranieri in Ticino erano il 33%. Ci stiamo avvicinando quindi ai dati del 2019, quando i turisti internazionali rappresentavano circa il 40% del totale».