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Il vicino Baragiola

La sua villa finisce in vendita per metà, dopo anni di litigi, ma l'ex brigatista si discolpa
Davide Illarietti
08.10.2023 06:00

Vendesi villa di metà ‘800, 19 stanze e vigna pregiata. Un pezzo di storia del Malcantone con vista sulla «Toscana del Ticino», mobili d’epoca e quadri d’autore. L’annuncio non dice, però, che il «pacchetto» include anche un vicino di casa altrettanto importante per la storia ticinese. Alvaro Lojacono Baragiola, condannato per due omicidi negli anni di piombo e ancora latitante per il governo italiano, è di casa al piano di sopra (secondaria: la residenza è in Romandia). Forse anche per questo la vendita finora non è stata semplicissima.

Che Villa Orizzonte non sia un palazzo qualunque è noto, nel Malcantone e non solo. Nel 1906 l’ex consigliere di Stato Giovanni Rossi vi impiantò per la prima volta il Merlot ticinese: l’attiguo vigneto (3 mila metri quadri) è conosciuto come «la culla del Merlot» mentre la preziosa biblioteca, nell’ambito della vendita, potrebbe passare al Museo del Malcantone come riferito settimana scorsa dal Corriere del Ticino. Negli anni la villa è stata al centro di pubblicazioni ed eventi culturali ma - di recente - anche di beghe di condominio e litigi tra eredi.

Declino e rilancio

Tutti i problemi sono iniziati, in realtà, nell’estate del 1988. L’8 giugno la polizia cantonale bussa alla porta e arresta il giovane Baragiola, rampollo della famiglia di possidenti invischiato in una serie di azioni terroristiche in Italia: l’omicidio di un militante neo-fascista e di un magistrato, l’attentato di via Fani in cui fu rapito Aldo Moro. A Villa Orizzonte è la fine della «Belle Epoque»: il giorno prima il governo ticinese al completo (assieme ai colleghi del canton Argovia in visita ufficiale) aveva pranzato con i padroni di casa, ricercato compreso. Il giorno dopo i giornali iniziano a occuparsi dell’indagine - fino alla condanna a 17 anni di carcere - e della discussa naturalizzazione grazie a cui il ticinese ha finora evitato l’estradizione in Italia.

Scontata la pena in Svizzera Baragiola si rifa una vita - lavora in radio, poi all’università di Friburgo - e anche la Villa prova a voltare pagina. Parenti e famigliari fondano un’associazione per valorizzarne il contenuto e il passato: nel centenario del Merlot i piani «nobili» dell’edificio accolgono concerti e visite guidate, dei volontari riportano il vigneto agli antichi splendori e raccolgono fondi. Le cose sembrano andare bene: ma in realtà l’eredità del passato continua a incombere sulla villa.

Un groviglio ereditario

Letteralmente un’eredità complicata. Baragiola ha infatti ereditato nel frattempo gli ultimi due piani dell’edificio inserito tra i beni protetti del Cantone, eredità a cui rinuncia a favore dei figli. A differenza dei primi due piani, conservati come un museo dai volontari, l’attico di Baragiola viene ristrutturato e riattato. Come in molte proprietà «per piani» la scala comune, l’ingresso e buona parte del mobilio storico rimangono indivisi.

«Era una situazione intricata in cui non è stato sempre facile muoversi», spiega oggi Daniele Ryser, presidente dell’associazione Villa Orizzonte ed ex segretario dell’Associazione dei Comuni del Malcantone. «I tentativi di valorizzazione culturale hanno dovuto fare i conti con interessi privati e con i rapporti di vicinato, a volte tesi». Nella comunione ereditaria rientrano anche la storica vigna (spettante in quote diverse ai due rami della famiglia) e la biblioteca con migliaia di volumi. Un groviglio in cui l’ormai 67.enne Baragiola, abituato a problemi ben più grossi, non ha potuto evitare di essere coinvolto in «beghe» assai comuni.

I rapporti con i parenti e con l’Associazione culturale arrivano a un punto di rottura nel 2018. Una fondazione privata, sostenuta dai volontari, si fa avanti per rilevare tutta la multi-proprietà e farne una realtà mista, a metà tra museo e struttura ricettiva no profit. «Sarebbe stata una grande opportunità di preservare un patrimonio storico creando ricadute sul territorio», spiega Ryser. Al momento di firmare però Baragiola si tira indietro. Da allora l’associazione è diventata di fatto «dormiente» e ha stracciato il contratto di collaborazione che la legava alla villa. «Le attività sono cessate» conclude Ryser.

Dal canto suo Alvaro Baragiola, contattato, non rilascia interviste. Ma tiene a fare alcune precisazioni e non ci sta a passare per guastafeste. Il parco della villa era stato ceduto gratuitamente per più di vent’anni all’associazione. Il declino di quest’ultima sarebbe frutto di un’incapacità gestionale, come pure il degrado in cui verserebbero il vigneto e i suoi sentieri.

Baragiola non vende

Il progetto di rilancio è ormai finito alle ortiche. Prevedeva finanziamenti milionari da parte di istituzioni pubbliche locali, di cui Baragiola non fa il nome. La condizione era che il condòmino «scomodo» si trasferisse in un nuovo appartamento, da realizzare in una posizione discosta all’interno del parco: proposta rifiutata per motivi molto concreti - «solo» tre stanze come contropartita e prospettive economiche incerte - ma anche affettivi. I ricordi d’infanzia, le «memorie personali» di cui l’attico è ancora pieno hanno pesato più dei milioni promessi, per l’ex militante di sinistra.

E la biblioteca? Il 67.enne rivendica di avere avuto un ruolo di promotore, trattando di persona la donazione al Museo del Malcantone. Il direttore Damiano Robbiani conferma di averlo incontrato durante le trattative, che definisce «a buon punto»: mancano poche firme e lo spazio dove mettere i libri, «sarà pronto l’anno prossimo».

Anche i tentativi di vendere la villa sono andati avanti. Abbandonato il progetto della fondazione, i parenti del piano di sotto e l’Associazione si sono rivolti al Comune, proponendo in vendita la parte «nobile» della villa per valorizzarne il patrimonio storico. Ma non se n’è fatto niente, spiega la municipale di Tresa Margherita Manzini: «Pur riconoscendone il valore culturale, come ente pubblico non potevamo avventurarci nell’acquisto di una comproprietà». Diventare condòmini di Baragiola, per il Comune, poteva essere poco conveniente? «Non ci siamo nemmeno posti il problema», assicura l’ex sindaco.

Intanto la villa - i primi due piani - è passata in mano a un’agenzia immobiliare. Il prezzo è sceso: da circa un milione a luglio scorso, agli attuali 640 mila franchi. La Storia non fa sconti ma, per una volta, sembra aver fatto un’eccezione.

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