Immunità di Pronzini: il Gran Consiglio di fronte a un bivio

BELLINZONA - Togliere o non togliere l'immunità parlamentare a Matteo Pronzini? È quanto dovrà decidere nelle prossime settimane il Gran Consiglio, dopo che a fine luglio il direttore dell'Associazione bellinzonese per l'assistenza e cura a domicilio (ABAD) Roberto Mora ha sporto denuncia penale nei confronti del deputato dell'MPS per titolo di calunnia e diffamazione.
Sul tavolo del Ministero pubblico sono finite le espressioni contenute in due interrogazioni di Pronzini e ritenute «lesive dell'onore» dal querelante. Da parte sua, con raccomandata datata 12 ottobre, il procuratore generale Andrea Pagani ha sollecitato l'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio (UP): «Richiamato l'art. 51 della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato, sono a chiedervi di comunicarmi per iscritto se il Parlamento avrà tolto o meno l'immunità al deputato Pronzini Matteo, che il 9 ottobre esplicitamente non ha volontariamente rinunciato alla stessa». Dopo aver ascoltato a sua volta il parlamentare dell'MPS, spetterà dunque all'UP determinarsi sull'immunità di Pronzini e sottoporre al plenum un rapporto. «Sono molto tranquillo e prima di prendere ogni decisione voglio vedere in che modo si comporterà il Gran Consiglio» afferma Pronzini, lanciando una sorta di guanto di sfida ai colleghi. Proprio un anno e mezzo fa a larga maggioranza il Legislativo aveva respinto un'iniziativa di Matteo Quadranti (PLR) che chiedeva di eliminare «il privilegio» dell'immunità parlamentare. Tra i pochi che si erano schierati a favore della misura c'era Pronzini, che davanti al pg non ha però proceduto in questo senso. Non è una contraddizione? gli chiediamo. «No, anche perché se il Parlamento non dovesse togliermi l'immunità mi riservo di farlo personalmente in seconda battuta. Prima però, lo ripeto, voglio vedere cosa farà il plenum».