In Italia il tasso di natalità più basso d'Europa

Allarme Eurostat: la Penisola in controtendenza rispetto agli altri 'big' Ue - Nel 2015 nati solo 486 mila bebè
Red. Online
08.07.2016 20:09

BRUXELLES - Che in Italia nascano sempre meno bambini è una dinamica nota già da parecchi anni. Ma nel 2015 la Penisola è diventata anche il Paese con il tasso di natalità più basso d'Europa.

A lanciare l'allarme è stata oggi la fotografia scattata da Eurostat sulla situazione demografica nei 28 Stati dell'Unione. Da cui emerge tra l'altro che nel complesso, lo scorso anno, la popolazione Ue è aumentata passando da 508,3 a 510,1 milioni. Ma questo è avvenuto solo grazie all'arrivo di immigrati perchè nel 2015, tra i residenti, i decessi (5,2 milioni) hanno superato le nascite (5,1 milioni).

Al primo gennaio 2016, la classifica Eurostat dei Paesi Ue in base alla popolazione assoluta vedeva quindi sempre in testa la Germania (82,2 milioni di residenti, il 16,1% del totale Ue), seguita dalla Francia (66,7 milioni, 13,1%), dalla Gran Bretagna (65,3 mln, 12,8%) e dall'Italia (60,6 mln, 11,9%).

Il Belpaese però ha conquistato per la prima volta il primato del minor tasso di natalità, ovvero l'8 x mille, piazzandosi all'ultimo posto di questa graduatoria guidata dall'Irlanda (14,2 x mille), dalla Francia (12) e dalla Gran Bretagna (11,9). In fondo alla classifica, comunque prima dell'Italia, figurano invece il Portogallo (8,3) e la Grecia (8,5).

A segnalare un andamento demografico 'anomalo' in Italia è anche il confronto tra i dati di nascite e morti tra gli Stati europei più popolosi. Nel 2015 nella Penisola sono infatti venuti alla luce quasi 486 mila bebè contro gli 800,8 mila della Francia, i 777 mila del Regno Unito e i 738 mila della Germania. I decessi registrati lo scorso anno nel Belpaese sono stati invece 647,6 mila, una cifra superiore a quelle sia della Francia (600,1 mila) che del Regno Unito (602,8), ma non della Germania (925 mila), dove però la popolazione totale è assai superiore alla nostra.

L'andamento di nascite e decessi, alla fine, pone l'Italia in netta controtendenza rispetto agli altri 'big' Ue. Alla flessione del 2,1 per mille marcata dalla popolazione nazionale tra il 2014 e il 2015 hanno corrisposto dinamiche di segno opposto in Germania (+11,8 x mille), Gran Bretagna (+8,8) e Francia (+3,7).

Un primo allarme sull'andamento demografico dell'Italia era già stato in realtà lanciato dall'Istat lo scorso giugno, quando l'Istituto nazionale di statistica aveva segnalato che per trovare un dato peggiore del saldo negativo registrato nel 2015 tra nati e morti bisognava risalire al biennio 1917-1918.