L'intervista

Ivan Knie: «Il pubblico ticinese? Lo amo perché è il più caloroso della Svizzera»

Nei fine settimana del 28-30 novembre e del 5-7 dicembre l'iconico circo elvetico piazzerà il suo tendone ad Agno – «Il nuovo palcoscenico costituito da uno schermo led e le luci cinetiche creeranno un ambiente suggestivo e coinvolgente» – «Altissimo anche il livello degli artisti»
© CdT / Chiara Zocchetti
Mattia Darni
21.11.2025 15:01

L'odore, nell'aria, di popcorn e zucchero filato che si mischia a quello di trucioli e paglia. Nel profondo dell'anima, un senso di eccitazione e meraviglia che precede l'inizio dello spettacolo sotto le fantasie rosse e bianche del tendone. Sensazioni, queste, che il pubblico ticinese potrà presto tornare a vivere. Già, perché nei fine settimana del 28-30 novembre e del 5-7 dicembre arriverà nel pratone Monda-Bolette di Agno il Circo Knie. Per capire che cosa attende il pubblico ticinese abbiamo incontrato Ivan Knie, figlio di Géraldine nonché degno erede della dinastia.

Ivan, partiamo dallo spettacolo che vedremo quest’anno ad Agno: quali sono le novità?
«La novità più importante è sicuramente il nuovo palcoscenico: si tratta di un grande schermo led sul quale vengono proiettate diverse immagini e forme a seconda dell'artista che si esibisce e delle peculiarità della performance. Ampliando il discorso, abbiamo investito molto sulla parte tecnica. Sotto il tetto del tendone, per esempio, abbiamo installato luci cinetiche in grado di creare figure suggestive. L'obiettivo è creare un'atmosfera incredibile. Poi chiaro, al centro di tutto rimangono sempre gli artisti con i loro numeri. In tal senso, credo che quest'anno il livello sia uno dei più alti mai raggiunti, soprattutto per quanto concerne la presenza scenica: ogni performer è contraddistinto da un'interessante estetica personale».

Quali sono le sfide, dal punto di vista artistico, nell’allestire una tournée e quali criteri adottate nella scelta degli artisti che vi accompagneranno in giro per la Svizzera?
«Cerchiamo sempre di creare uno spettacolo che possa incontrare il favore di tutte le generazioni: le persone di ogni fascia d'età devono poter trovare qualcosa in grado di soddisfarle, che parli loro. È poi importante che i numeri proposti dagli artisti siano compatibili con la tecnica del tendone. Fortunatamente il nome Knie è un buon biglietto da visita: non abbiamo quindi mai particolari difficoltà ad ingaggiare i performer da noi individuati».

Quando allestiamo una tournée cerchiamo di fare in modo che le persone di ogni età possano trovare qualcosa in grado di soddisfarle

Un tratto che vi contraddistingue è il fatto di accogliere sotto il tendone anche artisti che non sono propriamente circensi; penso, per esempio, a Mike Casa, a Bastian Baker e ai Pegasus. Quali motivazioni ci sono alla base della scelta?
«Anche questa mossa fa parte del progetto volto a raggiungere un pubblico più ampio. Grazie all'inserimento in scaletta di tali personaggi riusciamo ad accogliere gente che, di solito, non va al circo».

L’attualità nazionale e internazionale entrano in qualche modo nei vostri numeri o il circo rimane un mondo a sé stante impermeabile a quanto succede attorno a noi?
«Cerchiamo sempre di rimanere neutrali e di non prendere posizione sui grandi temi nazionali e internazionali. Politica e religione non devono essere un tema di discussione all'interno dei nostri spettacoli. Anche perché questo non è il nostro mestiere. Il nostro compito è fare divertire la gente e aiutarla a dimenticare i problemi quotidiani».

Da diversi anni oramai avete rinunciato ai numeri con gli animali, ad eccezione dei cavalli che sono un elemento centrale per la vostra famiglia. Vista la crescente sensibilità della gente per il benessere degli animali, è ipotizzabile che in futuro rinunciate pure ai cavalli?
«Per il momento non abbiamo pensato di rinunciarvi. Poi chiaro, mai dire mai. Ad ogni modo, finché avremo la passione di lavorare con i cavalli e le possibilità dal punto di vista logistico di averli con noi, non intendiamo privarcene».

Torniamo alla tournée di quest’anno. È ormai da inizio marzo che siete in giro per la Svizzera: che riscontri avete avuto dal pubblico?
«La risposta della gente è stata molto buona. Per ora è una stagione incredibile, come del resto lo sono state le ultime. Già quando abbiamo iniziato a preparare lo spettacolo lo scorso febbraio avevamo sensazioni positive: la realtà ha però superato ogni più rosea aspettativa. A favorire il successo è stato il clima positivo che si è creato all'interno della nostra squadra: siamo diventati una grande famiglia. Se penso quindi che a gennaio questa bella avventura terminerà, mi assale un senso di tristezza».

Lo spettacolo di quest'anno è molto apprezzato dal pubblico: siamo andati oltre ogni più rosea aspettativa

Nei fine settimana del 28-30 novembre e del 5-7 dicembre vi esibirete ad Agno. Qual è il vostro rapporto con il Ticino?
«È un bellissimo rapporto che nel corso degli ultimi anni si è rafforzato. Per noi è difficile, anche da un punto di vista logistico, venire nella Svizzera italiana, ma non vogliamo rinunciarci perché sentiamo l'affetto della gente. Non ho problemi a dire, come ho già fatto in Svizzera tedesca e in quella francese, che il pubblico ticinese è il migliore a livello elvetico. Il calore che ci trasmette durante gli spettacoli è ineguagliabile».

Scorrendo le date, ancora incomplete, della tournée 2026 il nostro cantone però non figura. Come mai?
«Non apriamo mai le prevendite per un luogo prima di averci concluso la tournée, questo per evitare che la gente prenda, per errore, i biglietti per l'anno sbagliato. Confermo comunque che c'è la volontà di tornare in Ticino anche l'anno prossimo».

In questo senso, da Agno avete già avuto rassicurazioni sulla possibilità di utilizzare anche in futuro il terreno Monda-Bolette che, ricordiamo, non è di proprietà del comune?
«Premetto che Agno ci ha accolto in maniera ottimale e ci siamo sempre trovati bene. Ecco perché ci piacerebbe continuare a proporvi i nostri spettacoli. Della questione non sono però io ad occuparmene, bensì i miei genitori che, a quanto so, sono molto vicini alle autorità locali con le quali discutono regolarmente. Ecco perché non mi preoccupo».

Per concludere, che cosa c'è nel futuro del Circo Knie?
«Al futuro lontano non abbiamo ancora pensato. Al momento la nostra attenzione è all'anno prossimo e, in parte, al 2027 per il quale stiamo già individuando alcuni artisti. Tutto quello che posso anticipare è che stiamo preparando grandi novità. In linea generale, invece, credo che nei prossimi anni ci svilupperemo molto a livello tecnico».

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