Rassegne

JazzAscona 2022: una riuscita e coinvolgente festa della musica

Chiusa dopo dieci giorni e oltre 300 concerti caratterizzati da un'ottima affluenza di pubblico la 38. edizione della rassegna verbanese
Mauro Rossi
04.07.2022 06:00

C’era molta attesa attorno all’edizione 2022 di JazzAscona. Per verificare se la sua complessa macchina organizzativa fosse stata in grado di rimettersi in moto senza inciampi dopo due anni di forzato stop. Per vedere finalmente all’opera la nuova direzione artistica che, nominata poco prima della pandemia, non aveva ancora avuto modo di esprimersi nel rispetto del mandato assegnatogli, ovvero rispettare la storia del festival e nel contempo innovarlo. Ma anche per semplici ragioni meteorologiche: dopo mesi di siccità e consci del fatto che «non può far bello per sempre» (cit. The Crow, anche se al contrario) c’era il timore che Giove Pluvio si scatenasse proprio durante la decade verbanese. Fortunatamente non è andata così: pur senza lasciar mancare qualche acquazzone di carattere monsonico e un po’ di freddo, la meteo è infatti stata clemente dando il suo contributo affinché anche gli altri elementi citati potessero incastrarsi alla perfezione contribuendo a fare di JazzAscona 2022 un festival pienamente riuscito. In tutti i sensi: perfetto dal profilo organizzativo, ottimo in quanto ad afflusso di pubblico (la scelta dell’entrata gratuita, in questo senso, si è rivelata pagante), eccellente artisticamente e buono anche dal profilo della ristorazione con gli esercenti che hanno saputo stare al gioco di squadra evitando quei ritocchini tariffari al rialzo che in un’Ascona di per sé non proprio economica in passato avevano provocato ulteriore scontento tra i frequentatori del festival.

A tutto «funk» 

«Alles gut» verrebbe dunque da dire e vento in poppa per una rassegna che dunque può guardare con un certo ottimismo in avanti, grazie anche a un rinnovamento artistico davvero marcato e che ha reso quasi stretta la denominazione «jazz» della kermesse. Pur essendo presente in modo massiccio, in tutte le sue forme e sfumature (dal «tradizionale» al jazz contemporaneo) e con un folto gruppo di musicisti di assoluto livello, la «musica improvvisata di matrice afro-americana» è stata infatti solo una delle componenti della variegata proposta musicale di JazzAscona 2022 che, anzi, ha posto fortemente l’accento su un altro settore della musica black: il funk, autentico genere dominante della dieci giorni almeno per quanto riguarda le proposte più accattivanti. Che sono giunte da Bo Dollis Jr. & The Wild Magnolias, il pittoresco ensemble proveniente dai carnevali della Crescent City la cui definizione di «fun(k)» è tra le più complete in circolazione spaziando dalle più tipiche e sinuose ritmiche di New Orleans al «deep funk» cadenzato e ipnotico in stile Funkadelic a un sound quasi psichedelico ma sempre in versione party time. Estremamente coinvolgente anche il suono minimalista alla Prince sfoderato, unitamente a una grande tecnica, nel concerto conclusivo della rassegna, dalla conturbante ex pupilla del folletto di Minneapolis Ida Nielsen, così come quello più orientato verso l’ R&B della talentuosa Erica Falls che se trovasse qualcuno in grado di costruirle un repertorio un po’ più accattivante e furbo potrebbe dare la scalata alle classifiche di mezzo mondo. Stesso discorso per la «paisà» Gabrielle Cavassa, la cui timbrica da brividi non è, purtroppo per lei, al momento supportata da un repertorio in grado di valorizzarla. 

Maestri e... studenti

Al di là della marcata – e gradita – apertura al funk e di alcune performance che meriterebbero un ricco capitolo a parte (su tutte il fenomenale tributo a Joe Zawinul e ai Weather Report regalato da Scott Kinsey e dai suoi valorosi «pard» che avrebbe sicuramente strappato un compiaciuto sorriso anche allo scorbutico maestro viennese, nonché la maestria della sempiterna Dee Dee Bridgewater che compensa l’avvenuto mutamento della sua timbrica - con l’età fattasi più secca e meno corposa che in passato - con un controllo della stessa da antologia) quello che maggiormente è piaciuto di JazzAscona 2022 è stato l’esperimento di mettere assieme a lavorare, in progetti spesso studiati ad hoc, musicisti ticinesi e di New Orleans in quello che si è rivelato un gioioso e proficuo interscambio sfociato in coinvolgenti ed entusiaste esibizioni in cui i «nostri» (ma credo che il discorso valga anche per gli americani) spinti a uscire dai loro abituali schemi, hanno messo in mostra aspetti della loro personalità inediti e in grado di fungere da stimolo affinché questo approccio alla musica non si esaurisca con la chiusura del festival. Il quale, proprio per questa sua riuscita scommessa che ha messo al centro la creatività si merita, molto più di altre rassegne, il titolo di «vera» festa della musica.