Arresti

La droga nelle buste della spesa e il fuggitivo braccato dai cani

Emergono nuovi dettagli in merito al sequestro record di 100 chilogrammi di hashish – Il fermo dei tre trafficanti potrebbe essere la sceneggiatura di un film: dal posto di blocco forzato allo stabile diroccato quale nascondiglio
Stefano Lippmann
02.05.2022 06:00

Un sequestro di sostanza stupefacente da record, un inseguimento tra automobili, la successiva fuga a piedi e, infine, il nascondiglio ricavato in un rudere abbandonato. Letta così, potrebbe essere la sceneggiatura di un film d’azione hollywoodiano: forze dell’ordine da un lato, cattivi dall’altro, e nel mezzo la suspence di un lungometraggio di successo. In realtà, tutto questo è accaduto il 31 marzo lungo le strade del Mendrisiotto.

Quel giorno, infatti, tre persone sono state arrestate – nonché trovate in possesso di 100 chilogrammi di hashish – e dovranno ora rispondere dell’accusa di grave infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti, grave infrazione alle norme della circolazione, esposizione a pericolo della vita altrui e impedimento di atti dell’autorità.

Auto sospette a Marcetto

Il caso che ha portato all’importante sequestro di droga è noto e il Ministero pubblico, pochi giorni dopo il fermo, aveva comunicato che l’inchiesta è coordinata dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier. Meno noti, invece, sono gli sforzi che hanno dovuto mettere in campo le forze di polizia. Il 31 marzo tutto è partito da una pattuglia dell’UDSC (le «vecchie» Guardie di confine) appostata al valico di Marcetto a Novazzano. Militi che notano entrare in territorio elvetico due auto: una con targhe francesi e l’altra con targhe della Svizzera romanda. Un fatto singolare per un valico per certi versi discosto, sicuramente non un gettonato valico di transito. Le auto vengono dunque dapprima seguite e poi segnalate ai colleghi i quali, tra Mendrisio e Rancate, organizzano un posto di blocco «lampo». Mentre le guardie stanno effettuando i controlli sul primo veicolo – che fungeva da «staffetta», ovvero da apripista per l’auto con lo stupefacente –, l’autista della seconda auto, un 23.enne marocchino, decide di forzare il blocco e darsi alla fuga. L’inseguimento da film è servito: l’auto comincia a percorrere a tutta velocità la strada che porta prima a Besazio e poi ad Arzo, mentre il dispositivo di polizia messo in atto cerca di raggiungerla. Arrivato ad Arzo, però, il fuggitivo incontra sulla sua strada un semaforo rosso a causa di un cantiere: decide allora di invertire la rotta e rilanciarsi nella fuga scendendo verso Mendrisio.

Nascosto in un rudere

Il 23.enne, giunto all’altezza di Besazio, decide di abbandonare la macchina e si dà alla fuga a piedi. Si addentra in una zona boschiva dove trova un vecchio rudere, in parte diroccato. Il posto perfetto per far perdere le tracce, ha probabilmente pensato. Di più: all’interno dell’edificio trova un grande bidone e decide di entrarci per nascondersi ancora meglio. Un buon piano? No, perché l’uomo non ha fatto i conti con i cani dell’UDSC che prima seguono le tracce che portano all’edificio abbandonato e poi segnalano la sua presenza nella botte. Scattano a quel punto le manette – come per gli altri due complici della prima auto, un 33.enne algerino e un 24.enne francese –. Infine, la droga: non ci hanno messo molto le forze dell’ordine a trovarla. Era infatti nel baule dell’auto, riposta in normalissime buste della spesa.