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«La fusione UBS–Credit Suisse è una catastrofe per la democrazia»

È il giudizio di Urs Birchler, professore emerito all'università di Zurigo e uno dei padri delle normative «too big to fail» elvetiche — Stamattina l'indice dei valori guida SMI segnava 10.803,44 punti, in progressione dello 0,10% rispetto a ieri — TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«La fusione UBS–Credit Suisse è una catastrofe per la democrazia»
Red. Online
22.03.2023 08:45
16:45
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L'acquisizione mette a rischio la sostenibilità di UBS

L'acquisizione di Credit Suisse rischia di peggiorare il bilancio di sostenibilità di UBS: la maggiore banca svizzera era finora infatti in vantaggio rispetto al concorrente in termini di emissioni di CO2 e investimenti sostenibili.

L'organizzazione non governativa CDP riassume in modo compatto le differenze: UBS ha ottenuto la valutazione «A» riguardo al suo impegno a favore della protezione del clima, Credit Suisse ha invece dovuto accontentarsi di una «C», ossia di un giudizio significativamente inferiore. Lo stesso vale per i rating di sostenibilità di varie agenzie: quali MSCI, S&P, Sustainalytics e Inrate, che valutano UBS meglio di CS.

Il quadro è confermato anche dagli attuali rapporti di sostenibilità dei due istituti. Alla fine del 2022, un totale di 268 miliardi di dollari di attivi dei clienti era classificato come sostenibile presso UBS, mentre da CS il dato era di 132 miliardi.

Anche in termini di emissioni proprie UBS è in vantaggio: l'anno scorso ha emesso 35'787 tonnellate di gas serra, Credit Suisse per contro 63'193 tonnellate, in parte a causa del maggiore impatto dei viaggi di lavoro.

16:44
16:44
L'UDC pone le sue condizioni

Il gruppo UDC alle Camere vuole che le garanzie finanziarie della Confederazione - in totale 109 miliardi di franchi - nell'ambito dell'operazione UBS-Credit Suisse siano approvate dal Parlamento solo a determinate condizioni. Il partito chiede ad esempio al Consiglio federale un impegno vincolante per migliorare la normativa «too big to fail».

In futuro, scrive l'UDC in una nota odierna, tale regolamentazione dovrà sempre essere applicata, indipendentemente dal modo in cui una banca è arrivata sull'orlo del collasso. Se ciò non fosse possibile, questi istituti dovrebbero vendere le loro attività all'estero o abbandonare segmenti significativi degli affari.

Secondo i democentristi, il governo deve inoltre assicurare che la situazione venutasi a creare in Svizzera con la nuova UBS verrà chiarita. Nonostante l'unione fra i due leader elvetici del settore, bisogna garantire la concorrenza.

In terzo luogo, prosegue l'UDC, l'esecutivo deve dichiarare che indagherà sulla condotta, sulla responsabilità e soprattutto sulle rimunerazioni del consiglio d'amministrazione e della direzione di Credit Suisse. Andrà poi spiegato come fare affinché i piani alti possano essere chiamati a rispondere delle loro azioni.

14:56
14:56
UBS non emetterà nuove azioni per rilevare Credit Suisse

UBS non emetterà nuove azioni per rilevare Credit Suisse (CS). L'operazione sarà effettuata esclusivamente con titoli provenienti dal programma di riacquisto di azioni del 2022, ha indicato un portavoce della maggiore banca svizzera all'agenzia Awp.

Le azioni riacquistate avrebbero dovuto essere annullate: in questo modo, oltre a pagare i dividendi, la banca dava ai suoi azionisti una ulteriore partecipazione agli utili (lo stesso profitto si divide infatti su meno azioni). La direzione di UBS ha finora favorito questo tipo di approccio perché ritiene che il corso delle azioni della società sia tuttora sottovalutato.

Quindi per l'acquisizione di CS non vi sarà alcuna diluizione delle azioni UBS attraverso un aumento di capitale, il che di per sé nell'ottica dell'azionista è positivo. Lo svantaggio è rappresentato dal fatto che le azioni UBS riacquistate - o parte di esse - non verranno annullate tramite una riduzione di capitale, come precedentemente annunciato.

Alla prossima assemblea generale del 5 aprile gli azionisti saranno quindi chiamati ad approvare solo la cancellazione delle azioni riacquistate dal programma di riacquisto di azioni del 2021 e non quelle detenute per il programma 2022.

Inoltre con l'annuncio dell'acquisizione UBS ha sospeso anche gli attuali riacquisti di azioni (sempre del 2022). Questo malgrado il fatto che la nuova banca - dopo la fusione - continuerà ad essere ben capitalizzata, assicura l'istituto. È però necessaria maggiore chiarezza, ha indicato domenica sera la responsabile delle finanze Sarah Youngwood. Il dividendo sarà peraltro versato.

UBS non sta invece modificando l'ordine del giorno dell'assemblea generale, pubblicato a inizio marzo. Nonostante l'attuale interruzione dei riacquisti un nuovo programma di acquisto di azioni previsto per il 2023 sarà comunque proposto agli azionisti, ha indicato l'addetto stampa di UBS.

14:12
14:12
«Perdite di CS? UBS e Confederazione non sembrano in chiaro sui termini dell'accordo»

UBS e Confederazione non sembrano essere in chiaro sui termini del loro accordo relativo a chi si assumerà eventuali perdite legate a Credit Suisse (CS).

Stando a quanto comunicato, in caso di perdite in una «parte chiaramente definita» del portafoglio, UBS dovrà farsi carico dei primi 5 miliardi di franchi, dopodiché la Confederazione si addebiterà i successivi 9 miliardi.

Se la somma sarà più elevata, sarà UBS a dover passare alla cassa, nell'interpretazione di Berna. «La Confederazione non ha assunto alcun obbligo oltre i 9 miliardi», afferma Mario Tuor, responsabile della comunicazione presso la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI), che dipende dal Dipartimento federale delle finanze (DFF), interpellato dall'agenzia Awp.

UBS vede tuttavia a quanto sembra le cose in modo diverso: il Ceo Ralph Hamers ha detto agli analisti in una teleconferenza nella tarda serata di domenica che è stato concordato che qualsiasi perdita oltre i 14 miliardi sarà condivisa tra l'istituto e il governo federale. Oggi UBS non ha voluto commentare ulteriormente la questione.

Non è chiaro quale sia la versione corretta dell'intesa. In uno scritto del DFF di domenica si poteva leggere: «Ulteriori perdite sarebbero ancora una volta a carico di UBS». Questo passaggio è stato poi cancellato senza commenti. Il portavoce della SFI dice la pubblicazione del testo in questione rappresenta una svista.

13:50
13:50
Risalgono le quotazioni dei bond At1

Risalgono le quotazioni dei bond At1 (il genere di obbligazioni azzerato dall'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari nel salvataggio di Credit Suisse) emessi dalle banche europee dopo che l'istituto di credito statunitense Goldman Sachs sottolinea come siano ora una buona opportunità di acquisto.

In una nota agli investitori riportata dall'agenzia di stampa economica statunitense Bloomberg, gli analisti comunque suggeriscono di "concentrarsi sulle banche più forti e più grandi". Sul mercato quindi risalgono le quotazioni delle obbligazioni emesse da UBS, Unicredit, Deutsche Bank e Ing, aiutate anche da un tono più positivo delle borse.

12:27
12:27
Battaglie legali in vista per l'azzeramento delle obbligazioni Additional Tier-1

È destinato ad avere importanti strascichi in tribunale il matrimonio forzato fra UBS e Credit Suisse: sotto accusa è in particolare l'azzeramento delle obbligazioni Additional Tier-1 (AT1), dal valore di circa 16 miliardi di franchi, operato dalla Finma, l'autorità elvetica di vigilanza dei mercati finanziari.

Pallas Partners, studio legale attivo a Londra e New York, sta creando un team di specialisti per preparare un'azione legale e invita gli obbligazionisti interessati a farsi avanti. «Stiamo valutando una strategia coerente e multigiurisdizionale che potrebbe essere perseguita da un gruppo di investitori internazionali nelle obbligazioni AT1 per recuperare le perdite», ha indicato la società.

Passi analoghi sono stati annunciati nei giorni scorsi anche da Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan, società legale californiana che impiega 800 avvocati in tutto il mondo.

Come noto la decisione della Finma, parte dell'accordo di salvataggio di Credit Suisse (operazione commerciale, secondo il Consiglio federale), ha avuto un impatto significativo sui mercati obbligazionari, perché molti fondi sono esposti al tipo di titoli in questione.

Gli AT1 sono obbligazioni «contingent convertibles», spesso abbreviate in cocos o in coco-bond. Si tratta di obbligazioni ibride convertibili che, in determinate condizioni, si trasformano in azioni, quindi in capitale della banca che li ha emessi, alleggerendone sostanzialmente l'esposizione debitoria.

Il fatto che in relazione a CS il loro valore sia stato cancellato ha stupito non pochi esperti, soprattutto tenuto conto che l'azione di Credit Suisse, al contrario, continua a valere qualcosa: per la precisione un valore che è del 4% quello di un'azione UBS, in base all'accordo reso noto domenica (1 titolo UBS per 22,48 azioni CS). Non tutti sembrano essere convinti della solidità giuridica dell'approccio scelto dalla Finma e dal Consiglio federale.

11:10
11:10
Moody's: «Le grandi banche europee non faranno la fine di Credit Suisse»

(Aggiornato)

È improbabile che le grandi banche europee possano essere risucchiate nella spirale di sfiducia che ha spinto Credit Suisse (CS) tra le braccia di UBS. È quanto rileva l'agenzia di rating Moody's, secondo cui nessuno degli altri undici colossi bancari del Vecchio Continente, tra cui Deutsche Bank e Bnp Paribas, mostra «le debolezze nel profilo di credito che hanno portato alla perdita di fiducia degli investitori e dei depositanti» nel caso di CS.

Mentre «quelle banche che hanno iniziato profonde e costose ristrutturazioni hanno in gran parte completato il processo», i depositi dovrebbero essere più stabili in Europa che negli Stati Uniti.

«Ciò aiuterà queste banche a proteggere la loro base di raccolta molto meglio in tempi di stress e di fragilità sui mercati, supportando così la stabilità della liquidità di questi istituti», conclude Moody's, del cui rapporto ha dato notizia l'agenzia di stampa economica statunitense Bloomberg.

Le banche considerate da Moody's sono quelle di rilevanza sistemica (G-Sib): Socgen, Bnp, Deutsche Bank, Santander, Hsbc, Barclays, Ing, Credit Agricole, UBS, Bpce e Unicredit.

Il salvataggio di Credit Suisse, afferma l'agenzia di rating, «dovrebbe aiutare nel tempo a recuperare la fiducia nel sistema bancario europeo» in quanto «elimina un punto di debolezza nel panorama bancario e assicura ai creditori senior della nuova e più grande banca protezioni addizionali».

Oltre che più stabili sul fronte dei depositi, le grandi banche europee dovrebbero reggere meglio delle loro controparti americane anche allo stress finanziario legato al rialzo dei tassi in quando «i portafogli di bond sono inferiori e la liquidità presso le banche centrali più elevata», con le riserve di liquidità che «limitano i danni che le oscillazioni nella valutazione mark-to-market possono produrre alle risorse liquide di una banca».

09:40
09:40
UBS vuole ricomprare le obbligazioni emesse venerdì

UBS vuole ricomprare debito appena emesso: la banca ha proposto oggi di riacquistare obbligazioni subordinate - cosiddette bail in, quelle che vengono convertite in capitale proprio quando un istituto ha problemi - emesse la settimana scorsa, precisamente nella giornata di venerdì.

Si tratta di titoli per 1,5 miliardi di euro al tasso fisso di 4,625% con scadenza nel 2028 e per 1,25 miliardi di euro al 4,750% con scadenza nel 2032, emerge da un comunicato diffuso oggi. L'istituto propone ora di tornare in possesso dei valori in questione, pagando rispettivamente il 99,932% (prima obbligazione) e il 99,518% (seconda).

La banca «ha deciso di lanciare questo esercizio come risultato di una valutazione prudente dei recenti sviluppi e dell'impegno a lungo termine dell'emittente nei confronti dei suoi investitori creditizi», si legge nella nota.

Come noto nell'ambito dell'acquisizione di Credit Suisse resa nota domenica la Confederazione si è impegnata a sopportare parte delle eventuali perdite dell'operazione e attraverso la Banca nazionale svizzera (BNS) ha garantito una enorme linea di credito alle due entità.

Nella prima mezz'ora di negoziazione in borsa i titoli di Credit Suisse e UBS appaiono oggi ballerini: il primo ha oscillato fra -2% e un +2%, il secondo fra -1% e +3%.

09:33
09:33
Borsa: avvio in flessione per l'Europa, Francoforte -0,14%

Avvio in flessione per la gran parte delle borse europee, con tutti i listini che guardano alla Federal Reserve e che a tipo di intervento farà sui tassi. Francoforte cede lo 0,14% con il Dax a quota 15.174 punti. Parigi registra un -0,25% con il Cac 40 a 7.095 punti, Londra arretra dello 0,30% con il Ftse 100 a 7.513 punti, mentre Milano è in calo dello 0,13% con il Ftse Mib a 26.518 punti.

09:22
09:22
La Borsa svizzera apre in lieve rialzo, UBS e CS in progressione

Apertura in lieve rialzo per la borsa svizzera nella seduta di metà settimana: alle 09.10 l'indice dei valori guida SMI segnava 10.803,44 punti, in progressione dello 0,10% rispetto a ieri.

Il mercato prende atto della chiusura positiva di Wall Street (Dow Jones +0,60% a 32.560,60 punti, Nasdaq +1,58% a 11.860,11 punti) e guarda anche alle piazze asiatiche, a partire da Tokyo (Nikkei +1,93% a 27.466,61 punti).

L'assenza di nuove minacce imminenti per il sistema bancario, dopo il crollo dell'americana Silicon Valley Bank (SVB) e la fusione fra giganti in Svizzera, sta rassicurando gli investitori, che tornano gradualmente a rivolgersi anche agli attivi rischiosi, tra cui appunto le azioni degli istituti finanziari.

La giornata si presenta peraltro sostanzialmente tranquilla, in attesa della fine della riunione della Federal Reserve americana e di conoscere di conseguenza le sue decisioni. Domani sarà poi il turno della Banca nazionale svizzera (BNS) e della Banca d'Inghilterra (BoE) informare sugli ultimi orientamenti della loro politica monetaria.

Riguardo a Credit Suisse (+0,70%) va segnalato soprattutto il fatto che UBS (+1,98%) sembrerebbe non gradire l'intesa sottoscritta da CS con il suo ex consigliere d'amministrazione Michael Klein, che avrebbe dovuto dirigere la nuova entità CS First Boston: stando al Financial Times UBS starebbe cercando di rescindere il contratto. La stessa UBS vuole inoltre ricomprare debito: obbligazioni subordinate emesse appena la settimana scorsa.

Roche (+0,13%) ha da parte sua annunciato una collaborazione con la società americana Eli Lilly per lo sviluppo di un test contro l'Alzheimer. Fra gli altri valori SMI il più ispirato è Lonza (+0,71%), mentre il meno convincente appare Richemont (-0,75%).

09:20
09:20
Gli USA lavorano al salvataggio di First Republic

I big di Wall Street e le autorità statunitensi lavorano al salvataggio di First Republic e fra le ipotesi all'esame c'è quella che il governo possa offrire sostegno e aiuti per facilitare una possibile vendita o incoraggiare investitori.

Lo riporta l'agenzia di stampa economica statunitense Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali le trattative proseguono ma ci sono molti nodi da sciogliere, quali le perdite non realizzate della banca.

Quale sia il tipo di sostegno le autorità americane potrebbero offrire non è ancora chiaro, anche se si pensa a garanzie di vario genere o un allentamento delle regole.

08:48
08:48
«La fusione UBS–CS è una catastrofe per la democrazia»

Una piazza finanziaria svizzera con una una sola grande banca è una catastrofe per la democrazia, la certezza del diritto e la politica monetaria: da un lato ne risente la concorrenza, con ad esempio le ipoteche che potrebbero diventare più costose, dall'altro non sarà più possibile legiferare in modo neutrale. È il giudizio di Urs Birchler, professore emerito all'università di Zurigo e uno dei padri delle normative «too big to fail» elvetiche.

«Se la politica d'ora in poi si occuperà di leggi sulle banche saranno sempre disposizioni contro un determinato istituto, contro UBS», afferma l'esperto in un'intervista pubblicata oggi da Republik. «Una legislazione che non abbia una certa neutralità di base è difficoltosa».

La fusione minaccia anche la concorrenza, sebbene sussista ancora un certo contrappeso nel mercato ipotecario, ad esempio attraverso le banche cantonali. C'è il pericolo che gli istituti più piccoli allineino i loro tassi di interesse a quelli di UBS. «Si può ipotizzare che i mutui, ad esempio, tenderanno a diventare un po' più cari», dichiara l'ex membro della direzione generale della Banca nazionale svizzera (BNS).

«Tutto è ormai in bilico», prosegue l'intervistato. «UBS è come un figlio unico che ha superato con il suo patrimonio quello della famiglia. Un figlio unico che con la sua attività raggiunge un bilancio doppio rispetto al reddito annuo combinato dei suoi genitori». In questo modo UBS esercita un'influenza persino sulla BNS e sulla sua politica monetaria, che in realtà dovrebbe essere indipendente.

Nel frattempo le leggi sulla concorrenza, sul diritto azionario, sulle acquisizioni e sulla proprietà sono state scardinate, osserva il professore. «E come ultimo punto si arriva al livello costituzionale: la Svizzera non è più la stessa di due settimane or sono, non c'è più certezza del diritto».