«La Greta Thunberg del mondo arabo», chi è Ghaya al Ahbabi

«Green Ghaya». Così viene definita in un articolo di Al Arabiya News, perché così è conosciuta su Instagram, dove ha già raccolto il consenso di oltre 25 mila follower. Ghaya al Ahbabi ha 13 anni, è un'attivista per il clima e ha fatto il suo esordio da ambasciatrice dell'UNICEF alla COP28, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima tenutasi a Dubai, nel Paese dove è nata, gli Emirati Arabi Uniti. Inevitabile l'accostamento alla svedese Greta Thunberg, di sette anni più grande ma da tempo impegnata a lanciare appelli in difesa del pianeta. «Ha saputo sfruttare le occasioni a disposizione e ha catturato l'attenzione del mondo facendo nascere attorno a sé l'immagine della "Greta Turnberg del mondo arabo"», scrivono di lei.
Il suo nome richiama Gaia, nella mitologia greca personificazione della Terra che genera le razze divine. L'appellativo «Green Ghaya» viene attribuito a uno sceicco emiratino, Abdulaziz al Nuaimi – conosciuto anche come lo «sceicco verde» per l'attenzione mostrata nei confronti delle energie rinnovabili –, che l'avrebbe vista nutrire un gatto in strada. Un'immagine che lo avrebbe colpito a tal punto da «puntare su di lei, facendo della ragazzina un'ambasciatrice per l'ambiente» e per il cambiamento, in generale, dei Paesi arabi nei confronti del clima.
«Un'esperienza incredibile» partecipare alla COP28
«Bisogna prendersi cura dell'ambiente come di una pianta, curarlo e innaffiarlo tutti i giorni. Nei primi sei mesi sembra non vi sia alcuna crescita, ma è col tempo che i risultati iniziano a essere evidenti e sorprendenti», è il messaggio lanciato durante la COP28. Dove la 13.enne – chi vi ricorda? – ha espresso pure lamentele nei confronti degli adulti, che escludono i più giovani dalle scelte che «porteranno sofferenze proprio a loro».
Ghaya al Ahbabi parla di lotta al cambiamento climatico. «Lo fa in uno stile diverso da Greta Thunberg», si affrettano a commentare alcuni ricorrendo al paragone, «non nega sorrisi e lancia messaggi che sono un inno alla perseveranza nell'impegno per l'ambiente».
«Facciamo finta di nulla, decidiamo di non agire, ritardiamo soluzioni e intanto vediamo come le catastrofi naturali aumentano e il nostro pianeta è ormai sull'orlo del collasso – ha detto in un'intervista ad Al Arabiya –. Chi pagherà il prezzo di tutto questo? Noi bambini, esclusi da scelte per cui poi dovremo soffrire. È fondamentale essere coinvolti e poter parlare per raggiungere obiettivi. Ogni passo, anche se piccolo, è sempre importante e può alla fine risultare fondamentale per la salute del nostro pianeta. Per me partecipare alla COP28, per giunta nel mio Paese, è stata un'esperienza incredibile, un'esperienza che mi ha fatto aprire gli occhi e che ha alimentato la mia speranza».
Green Ghaya intende portare avanti la sua battaglia per un futuro ecosostenibile. Partendo dall'informazione, ovvero dalla possibiltà di diffondere le sue idee, anche attraverso i social. Per creare una «comunità green» nei Paesi arabi. «Una goccia nell'oceano non fa alcuna differenza, ma un'onda può cambiare le cose. Se agiamo tutti insieme saremo come un'onda e possiamo farlo solo se rimaniamo uniti».