La «iron lady» Liz Truss lascia indietro Rishi Sunak
A quasi un mese da quel turbolento 7 luglio, quando Boris Johnson, travolto in modo definitivo dallo scandalo «Partygate», è stato costretto ad inoltrare le proprie dimissioni da inquilino di Downing Street rimettendo il proprio mandato nelle mani della regina, il partito Tory è pronto a voltare pagina. Questa volta puntando su un candidato premier donna, la coriacea 47enne Liz Truss.
Bene inteso, la partita tra la «lady di ferro» e il suo antagonista di origini indiane Rishi Sunak, il 42enne ex cancelliere dello scacchiere, non è ancora terminata. Ma stando ai risultati dei sondaggi e ai confronti televisivi tra i due (l’ultimo, ieri sera, su Sky News), la corsa alla leadership del partito conservatore e al prestigioso incarico di premier britannico - di cui si conoscerà l’esito il 5 settembre - vede come grande favorita l’attuale ministra degli Esteri, che molti, nel Regno Unito, considerano già l’erede di Margaret Thatcher.
Votano 160 mila iscritti
Ora toccherà ai 160 mila membri del partito Tory esprimersi sul loro candidato preferito ( le schede di voto sono già state spedite), ma il vantaggio di Truss su Sunak sembra ampliarsi. In base al rilevamento pubblicato mercoledì da ConservativeHome e commissionato dagli stessi Tories - in effetti - il 58 per cento degli interpellati sostiene Liz Truss, mentre Rishi Sunak ha riscosso i favori del 26 per cento di essi, a fronte di un 12 per cento di indecisi. Un risultato pienamente in linea con alcuni altri sondaggi realizzati da YouGov per Times negli scorsi giorni. Il distacco tra Truss e Sunak, come sottolinea la stampa britannica, cresce.
La rivalità tra i contendenti al Governo, intanto, ha spaccato anche il partito. L’ultimo suo «pezzo grosso» a saltare sul carro della responsabile del Foreign Office è l’ex ministro della Sanità Sajid Javid, peraltro amico di Sunak e già suo vice al tesoro. Il dopo Boris Johnson avrebbe bisogno di una «personalità forte per riunificare il partito», ha affermato Javid, e Truss sarebbe «più indicata». C’è anche chi pende dalla parte di Sunak, comeMel Stride, che ha esortato i colleghi in Parlamento a «non prendere nulla per acquisito», anche perché «la partita è ancora aperta» e «la posizione di Rishi Sunak trova molti più consensi di quanto si possa immaginare». Per quanto riguarda i contenuti, nella sua campagna, la «lady di ferro» ha messo grande enfasi sull’alleggerimento fiscale di imprese e cittadini per rilanciare l’economia, mentre Sunak ha continuato ad esortare il partito a non mollare sul rigore finanziario in nome del bilancio, pur promettendo un taglio dal 20al 16% dell’aliquota di base sull’imposta sul reddito. Due visioni a confronto, che sono emerse nuovamente, ieri sera, nell’ultimo faccia a faccia su Sky News.
La visita a Taiwan di Pelosi
Liz Truss, che rispondendo a Sunak ha rimarcato come «la recessione non è inevitabile», nelle ultime ore ha trovato un’ulteriore occasione per farsi notare dopo la controversa visita di Nancy Pelosi a Taiwan sostenendo ad alta voce «il pieno diritto» della speaker della Camera americana a visitare l’isola e puntando il dito contro il regime cinese che ne aveva duramente criticato l’agire (vedi pagina 7) . Infine, Liz Truss ha rimarcato che se diventerà premier, manterrà la linea di Boris Johnson nel cercare accordi con Paesi come il_Ruanda per «fermare gli sbarchi».