Calcio

La parità di premi è realtà: «Una giornata storica»

L’ASF ha introdotto lo stesso compenso per le squadre nazionali maschili e femminili – Il presidente Dominique Blanc: «L’Equal Pay è ormai da tempo al centro della nostra attenzione» – La direttrice del calcio femminile Tatjana Haenni: «Ritengo sia stato lanciato un forte messaggio»
Maddalena Buila
22.06.2022 06:00

Dai presenti in sala è stata definita una giornata storica. Sì, perché tra i vari temi in agenda in occasione della conferenza stampa tenutasi ieri a Zurigo e incentrata sulla nazionale svizzera femminile, quello più saliente riguardava senza dubbio la questione dei premi destinati alle selezioni di entrambi i sessi. E la grossa novità, in questo senso, non è mancata. L’ASF infatti, grazie alla collaborazione del partner principale Credit Suisse, ha deciso di compensare allo stesso modo uomini e donne in Nazionale. Entro il 2024, dunque, tutti i compensi legati ai partner verranno equiparati al 100%.

I concetti di uguaglianza

È il raggiungimento di un traguardo figlio di lunghe discussioni in seno all’ASF, ma anche alla stessa Credit Suisse. E che va a braccetto con un discorso molto ampio relativo all’uguaglianza tra i generi. «Come federazione svizzera di calcio, con questo passo avanti ci stiamo avvicinando sempre di più al raggiungimento del concetto di uguaglianza, che può essere divisa in tre aspetti - ha spiegato il presidente dell’ASF, Dominique Blanc -. In primis l’“Equal Right”, ovvero il diritto di uguaglianza tra uomini e donne, un concetto fondamentale. Il secondo aspetto è l’“Equal Chance”, ovvero la possibilità per entrambi i generi di avere le stesse opportunità. Mentre il terzo concetto è detto “Equal Pay”. Questo è l’aspetto che da diverso tempo ormai è al centro della nostra attenzione. Si tratta di una nozione che va spiegata bene. Non stiamo parlando di uguaglianza di salario in seno all’ASF, che tra l’altro esiste già, né possiamo parlare di una retribuzione parificata in ogni ambito. Ci riferiamo ai premi per le squadre nazionali». Cifre nette, dunque, che i giocatori e le giocatrici ricevono per determinati risultati conseguiti. Per fare un esempio concreto, si tratta dei bonus che vengono versati in caso di qualificazione alla fase finale di un Europeo, di un Mondiale, o di successo in tali tornei.

Le aree d’intervento

L’ASF, inoltre, ha deciso di parificare con effetto immediato i compensi per i diritti commerciali, che comprendono le pubblicità e i diritti d’immagine di giocatrici e giocatori. «Fino a oggi sono esistite delle differenze - ha proseguito il presidente Blanc -, ma, a partire dalla prossima competizione europea, saranno annullate». Si interverrà anche in merito ai ricavi UEFA e FIFA. In questo caso l’importo ricevuto dalle giocatrici verrà completato e coperto direttamente dall’ASF nell’ambito dei costi operativi. Un passo avanti che va a colmare un gap su cui, per ora, FIFA e UEFA non sono intervenuti. Ecco allora un paio di cifre eloquenti: nel 2021, per l’Europeo maschile, l’UEFA aveva versato ai partecipanti una somma 14 volte superiore (221 milioni) a quella versata ora per il torneo continentale femminile del 2022 (14 milioni).

La giusta direzione

Ma torniamo agli aspetti positivi. La Svizzera ha dunque fatto un importante passo avanti in materia di uguaglianza tra i generi, andando a raggiungere diverse nazioni che si erano già mosse in questo senso, come per esempio l’Inghilterra (che ospiterà l’imminente Europeo femminile), la Spagna, gli Stati Uniti e la Norvegia. Una lista che si stava facendo via via sempre più lunga e che ora coinvolge anche la nazionale rossocrociata. Tatjana Haenni, direttrice del calcio femminile presso l’ASF, è consapevole che c’è ancora della strada da fare, ma si è detta molto soddisfatta di questo progresso. «Abbiamo lanciato un messaggio forte. È vero, non si tratta di parità di retribuzione a tutti i livelli. Ma è un grande passo avanti di cui possiamo essere molto soddisfatti, ed è il primo verso la parità di diritti». La 56.enne si è anche appellata a FIFA e UEFA, affinché pure loro agiscano per un adeguamento dei compensi. «Anche noi possiamo ancora migliorare (penso agli investimenti nel calcio di base o a livello di club), ma ora non è il momento di soffermarsi su questi aspetti. Abbiamo vissuto una giornata storica, figlia di lunghe discussioni».

Candidatura rossocrociata per l’Europeo 2025

Il calcio femminile in Svizzera diventa dunque sempre più importante e riconosciuto. A sostegno di questa tesi c’è la candidatura rossocrociata per ospitare gli Europei del 2025. Una proposta sostenuta da Credit Suisse, che diventa il partner principale della candidatura dell’ASF con effetto immediato. Così come lo era stato in occasione dell’Euro 2008 maschile, organizzato dalla Svizzera insieme all’Austria. La responsabile generale dello sponsoring di Credit Suisse, Sandra Caviezel, si è detta soddisfatta di questa nuova collaborazione ed è speranzosa che possa essere di buon auspicio come lo era stata nel 2008. L’obiettivo dell’ASF, e della banca svizzera, è quello di supportare e rafforzare la crescita del movimento calcistico femminile in Svizzera.

L’interesse aumenta

Quando l’ASF aveva reso nota l’intenzione di candidarsi per l’organizzazione del torneo continentale nel 2025, il presidente Dominique Blanc aveva affermato che «un grande torneo nel nostro Paese significa una grande opportunità per promuovere ulteriormente il calcio femminile in Svizzera e renderlo ancora più popolare. Vogliamo che ancora più donne e ragazze si appassionino al calcio». Di fronte al totale sostegno al progetto da parte di Credit Suisse, il presidente dell’ASF ha nuovamente ribadito il concetto. «Notiamo un costante incremento di interesse per gli Europei di quest’anno in Inghilterra. Tutto questo è impressionante e rafforza la nostra convinzione: nel nostro Paese la realtà calcistica al femminile sta crescendo sempre di più, spingendo per emergere ad alti livelli. Qualora la Svizzera riuscisse ad ospitare l’Europeo del 2025, il calcio femminile elvetico potrebbe davvero raggiungere nuove e importanti dimensioni».

Opinioni condivise dal CEO di Credit Suisse in Svizzera André Helfenstein, che si è espresso anche in merito alla storica decisione di parificare i compensi per le squadre nazionali femminili e maschili. «Siamo lieti che la nostra società possa dare questo contributo alle pari opportunità e, come banca, siamo impegnati in questo settore ben oltre lo sport. Inoltre, siamo convinti che un campionato europeo nel nostro Paese alimenterebbe lo sviluppo del calcio femminile, ma non solo, anche l’idea di uguaglianza in Svizzera».

La candidatura elvetica competerà con quelle di Francia, Polonia, Ucraina e con una proposta scandinava congiunta. L’allenatore della squadra rossocrociata Nils Nielsen si è detto preoccupato soprattutto per la presenza della Polonia, che potrebbe avere buone chance di essere scelta. Ma, ovviamente, spera nel successo elvetico. Che, qualora si realizzasse, farebbe registrare una prima storica. Il prossimo mese di dicembre il comitato esecutivo UEFA analizzerà le candidature presentate e deciderà a chi assegnare l’edizione 2025 dell’Europeo di calcio femminile.

I nomi delle selezionate per l’Euro 2022 in Inghilterra

A Zurigo sono stati resi noti i nomi delle 23 rossocrociate selezionate per l’Europeo 2022 in Inghilterra in programma dal 6 al 31 luglio: Friedli, Peng, Thalmann, Aigbogun, Bachmann, Bühler, Calligaris, Crnogorcevic, Fölmli, Humm, Kiwic, Maendly, Maritz, Marti, Mauron, Reuteler, Rinast, Sow, Stierli, Terchoun, Touon, Wälti, Xhemaili. Una rosa selezionata dall’allenatore Nils Nielsen, non senza difficoltà. «La fase di preparazione è stata ottima, dunque abbiamo dovuto scegliere le calciatrici che fossero davvero pronte per affrontare il torneo. L’assenza di Alisha Lehmann? Non vuole giocare, e per me non è un problema. Io mi concentro sulle 23 ragazze che andranno in Inghilterra. In futuro si vedrà».