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La partita geopolitica si gioca anche in Africa: le visite di Lavrov e Macron

Da una parte il ministro degli esteri russo, dall'altra il presidente francese – Molti stati del continente hanno scelto di mantenersi neutrali sull'invasione dell'Ucraina, cercando di preservare relazioni sia con l’Occidente, sia con la Russia
Sara Mauri
05.08.2022 10:31

Mentre Lavrov corteggiava l’Africa, un’altra visita ha suscitato attenzioni e clamori: quella di Macron nel continente africano. Se la visita di Lavrov serviva a muovere ad assicurarsi maggiori appoggi dagli Stati africani e a rassicurare sul grano, quella di Macron sembra un tentativo di ristabilire alleanze di lungo corso. Cosa cambierà?

I paesi africani, che hanno una lunga eredità e rapporti con l’Occidente e con l’ex Unione Sovietica, importano grano russo e ucraino, si avvalgono di aiuti occidentali e hanno il fardello di un passato coloniale. Le crisi globali e la pandemia hanno colpito duramente i paesi africani, così come la guerra in Ucraina ha impattato sui rifornimenti di beni primari e sull’inflazione. E se i viaggi di Lavrov e Macron avvengono a breve distanza di tempo, significa che c’è una forte competizione per l’influenza internazionale: l’Africa apre un nuovo fronte di sfida. Molti stati, incentivati ad esprimersi e a condannare l’invasione, hanno scelto di mantenersi neutrali, cercando di preservare relazioni sia con l’Occidente, sia con la Russia.

Lavrov ha visitato Etiopia, Egitto, Uganda e Repubblica Democratica del Congo. Macron è stato in Camerun, Benin e Guinea Bissau. Entrambi si sono mossi a fine luglio.

Gli scopi di Lavrov

Il ministro degli esteri russo aveva due ragioni prevalenti. La prima, espandere l’influenza della Russia in Africa; la seconda riguarda maggiormente gli occhi degli osservatori: dimostrare e ricordare che la Russia ha ancora peso geopolitico in alcune zone del mondo. Evitare di apparire isolata sulla scena internazionale era una carta da giocare. Molti leader africani, infatti, si sono rifiutati di condannare l’invasione russa dell’Ucraina, rimanendo estranei ad un coinvolgimento sulla questione. Quando l’Assemblea delle Nazioni Unite ha votato la risoluzione di condanna alla Russia per la sua aggressione nei confronti dell’Ucraina, nonostante la maggior parte dei paesi africani abbiano sostenuto la risoluzione (approvata globalmente con 141 voti favorevoli e 5 contrari), 17 nazioni africane si sono astenute (su un totale di 35) e una ha votato contro (l’Eritrea). E la Russia, in questo, vede un’opportunità strategica: la visita di Lavrov serve anche per raccogliere il sostegno delle nazioni africane, specie di quelle che non si sono espresse. Gran parte dell'Africa sta affrontando serie difficoltà per la carenza di grano provocata dalla guerra in Ucraina: moltissimo grano importato in Africa proviene infatti da Russia e Ucraina.

Mentre le persone stanno sperimentando un innalzamento dei costi della vita e un aumento nei prezzi dei generi alimentari, nonché una reale e drammatica carenza di viveri, Lavrov ha cercato di convincere i leader dei paesi africani che i blocchi e i conseguenti problemi nella catena di approvvigionamento generati dal blocco dei porti ucraini, che hanno peggiorato notevolmente la crisi alimentare in Africa, non siano dovuti direttamente alla Russia. E anche se, dopo la firma dell’accordo tra Russia, Ucraina, Nazioni Unite e Turchia volto ad affettare una crisi globale causata dal blocco delle spedizioni di grano del Mar Nero, la Russia non ha mantenuto tutte le sue promesse (bombardando Odessa), Lavrov ha assicurato all’Egitto che avrebbe soddisfatto gli ordini per il grano. «Gli esportatori di grano russi rispetteranno tutti gli obblighi», ha dichiarato Lavrov al Cairo.

I legami della Russia con il continente africano risalgono all’era della guerra fredda. Molti stati africani sono ancora governati da partiti che sono stati aiutati anche dall’URSS a liberarsi dal dominio coloniale. Questo sostegno è svanito dopo lo scioglimento dell'Unione Sovietica, nel 1991. Ma negli ultimi due decenni, l’interesse russo per l’Africa si è riacceso. Il gruppo Wagner, una compagnia militare privata legata alla Russia, ha fornito militari a diversi stati africani per combattere gli insorti jihadisti. Soprattutto, in Mali, dove il controverso gruppo militare russo ha contribuito ad «aiutare il Mali ad addestrare le sue forze di sicurezza».

In Uganda, dove Yoweri Museveni è al potere dal 1986, il figlio e successore di Museveni ha parteggiato apertamente per la Russia, twittando: «La maggior parte dell'umanità (che non è bianca) sostiene la posizione della Russia in Ucraina. Putin ha assolutamente ragione!».

La visita di Lavrov è stata particolarmente apprezzata in Uganda.

La Russia mira ad affrontare l'Occidente costruendo la sua reputazione di Stato anticolonialista e difensore dell'Africa.

Mosca ha cercato così di rafforzare le narrazioni anti-occidentali e di intrecciare legami attraverso investimenti in miniere, prestiti, vendita di strumenti agricoli e anche tecnologia nucleare. Ma si parla anche di armi: secondo il rapporto 2020 dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), le esportazioni di armamenti russi in Africa hanno rappresentato una bella fetta di tutte le esportazioni di armi russe.

Il primo importante summit economico tra Russia e Africa si è tenuto a Sochi nel 2019. Un altro vertice, scrive il Governo ugandese su Twitter, si terrà probabilmente ad Addis Ababa in autunno.

Lavrov ha incontrato il presidente del Congo, Denis Sassou N'guesso e il ministro degli Esteri, Jean-Claude Gakosso.

Gli scopi di Macron

Anche Macron è stato in Africa. Il suo tour è iniziato il 25 luglio e si è concluso il 28. È il primo viaggio del suo secondo mandato a portarlo fuori dall’Europa. Uno degli elementi chiave del suo viaggio è il tema dell’approvvigionamento alimentare, un altro nodo importante (e dolente) è il ritiro delle truppe francesi dal Mali. Lo scopo della visita, invece, è mantenere una posizione strategica di fronte alla crescente influenza di Turchia, Cina e Russia. Le ex colonie francesi si stanno progressivamente allontanando dalla Francia; alcuni paesi in cui una volta l’Eliseo aveva una forte influenza ora hanno legami più solidi con altre potenze. E, sebbene la Francia abbia visto un indebolimento della sua sfera di influenza sul continente africano a favore del rafforzamento dei rapporti con altri Stati, come Turchia, Russia e Cina, il viaggio di Macron serviva per rinnovare le relazioni francesi con il continente. La visita di questo luglio mostra che L’Africa resta una priorità politica per la Francia.

Camerun, Benin e Guinea Bissau: queste le tappe della visita del Presidente francese.

Umaro Sissoco Embalo, Presidente della Guinea-Bissau, durante la visita di Macron, si è espresso contro la guerra in Ucraina: «la Guinea-Bissau, nonostante sia un paese non allineato, condanna questa aggressione contro l'Ucraina». Il presidente francese ha comunicato l'intenzione della Francia di aiutare per la produzione alimentare in Camerun e Guinea Bissau e in altri paesi del continente, esprimendo sostegno anche militare per aiutare Camerun e Benin a combattere i militanti estremisti. 

Macron, in Benin, ha detto che «la Russia è una delle ultime potenze coloniali e imperiali». Secondo la visione di Macron, la Russia usa il cibo come arma da guerra.

I recenti colpi di stato in Burkina Faso, Ciad e Mali hanno in parte contribuito a indebolire i rapporti con la Francia.

Il ritiro del Mali dai suoi patti militari con la Francia, pesa molto, se si guardano le cose da questa prospettiva: per sconfiggere le insurrezioni islamiste, il governo del Paese sceglie di fare affidamento sui mercenari russi del gruppo Wagner, piuttosto che affidarsi come sempre agli alleati europei. Quest’anno, la Francia ha annunciato il ritiro delle sue truppe dal Mali, un dispiegamento iniziato un decennio fa, quando la Francia si era mossa in aiuto del Mali dopo che  il nord del Paese era stato conquistato dai militanti islamici nel 2012. Il governo militare del Mali si è scagliato contro il presidente francese Emmanuel Macron. Il portavoce del governo, il colonnello Abdoulaye Maiga, ha rilasciato una dichiarazione radiotelevisiva molto cruda, accusando Macron di avere un atteggiamento »neocoloniale« e di fomentare odio etnico verso la popolazione Fulani. Il Mali è molto importante per la Francia, tanto che nel 2017, dopo essere stato appena eletto, Macron si recò in Mali.

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