Territorio

La pioggia e le gelate notturne mettono a rischio vigneti e insalate

Dopo il repentino abbassamento delle temperature avvenuto nelle ultime settimane, il settore agricolo ticinese conta i danni – Marco Bassi: «Sugli scaffali del supermercato mancherà la verdura in busta» – Davide Cadenazzi: «Bruciati i germogli, ne risentirà la produzione»
©Chiara Zocchetti
Martina Salvini
28.04.2024 16:15

Dopo un assaggio di estate, dalla metà di aprile il Ticino sembra essere ripiombato nell’inverno, con temperature rigide e ben poco sole a fare capolino qua e là. Addirittura, nelle tre stazioni di misurazione situate sul Piano di Magadino, a Grono e a Stabio, tra il 16 e il 25 aprile, in una sola occasione il termometro posizionato al suolo ha misurato una temperatura minima notturna superiore allo zero.

Le gelate notturne, anomale per il periodo, hanno creato non pochi problemi al settore agricolo. «In campo aperto - spiega in effetti Marco Bassi, direttore della Federazione ortofrutticola ticinese (FOFT) - contiamo diversi danni, soprattutto alle insalate. Fino a tre settimane fa, siamo stati sommersi dall’acqua, poi abbiamo dovuto fare i conti con il freddo». Il gelo al suolo, infatti, è arrivato quando ormai gli agricoltori avevano tolto le protezioni ai campi. «Avere zero gradi al suolo a fine aprile, quando cioè sono già state levate le protezioni, può rovinare fortemente le colture. Se a ciò aggiungiamo le precipitazioni che ci hanno accompagnato per tre settimane, ecco che il danno è servito».

A patire maggiormente il clima instabile di aprile, lo dicevamo, sono state le diverse tipologie di insalata, tanto che sugli scaffali, nelle prossime due- tre settimane, potremmo doverne fare a meno. «Il problema è soprattutto per le insalate pronte all’uso e già insacchettate. Per quanto riguarda questo segmento, non riusciremo a soddisfare le richieste. Bisognerà ricorrere ai prodotti da oltre San Gottardo, oppure importarli».

Non è andata meglio, del resto, alle patate. «In questo caso, però, il problema non sono state le gelate, quanto la pioggia. I tuberi sono infatti piuttosto allergici all’acqua», dice ancora Bassi, che stima una perdita del raccolto tra il 15 e il 20%.

Si spera nelle gemme laterali

Il gelo, anomalo per il periodo primaverile, ha messo a dura prova anche il settore vitivinicolo. Come spiega il presidente di Federviti Davide Cadenazzi, «Le temperature hanno rasentato lo zero in diverse località pianeggianti, causando gravi danni ai vigneti di varie località del Mendrisiotto». Le gelate, infatti, compromettono in maniera irreparabile i germogli delle viti. «Se fino allo zero o a -1°C il germoglio può resistere, quando si scende a -2°C il germoglio si brucia per il freddo, compromettendo il raccolto sulla vendemmia». Al momento, dice Cadenazzi, è difficile poter quantificare i danni. «Tutto dipenderà dalle gemme laterali, ossia se e quanto riusciranno a germogliare. È chiaro fin d’ora, però, che la produzione subirà una perdita, perlomeno nei vigneti in pianura, dove l’aria ristagna». Una situazione simile, ricorda il presidente di Federviti, si era già presentata nel 2017. «Alla fine, il gelo aveva segnato pesantemente la produzione. Nei vigneti toccati dal problema il raccolto era stato dimezzato. Vedremo cosa accadrà questa volta». Il punto, prosegue Cadenazzi, è che in Ticino gelate simili, specialmente nel periodo primaverile, sono una rarità: «Non essendo per noi una consuetudine, non siamo preparati. Solo pochissimi di noi possono contare sulla movimentazione d’aria e nessuno dispone delle candele da posizionare al centro dei vigneti per scaldare le piante. Quando capitano gelate simili, quindi, i danni sono rilevanti».

Punte di -7 e -5°C

Buone notizie arrivano però dai meteorologi. «La serie di gelate, anche piuttosto prolungata, è terminata con la nottata su giovedì scorso», assicura Luca Nisi di MeteoSvizzera. Il finale, evidenzia Nisi, è comunque stato con il botto: «A Grono abbiamo raggiunto al suolo i -7,6°C e a Stabio oltre i -5°C. Insomma, una gelata di forte intensità». Ora, le correnti sudoccidentali, «subtropicali», hanno spazzato quelle artiche, e la copertura nuvolosa a Sud delle Alpi ha limitato il raffreddamento e portato a nuove precipitazioni. In questa nuova settimana, dice Nisi, potremmo avere una nuova debole perturbazione tra martedì e giovedì. «Ma pensiamo che, con buona probabilità, il problema del gelo al suolo sia scongiurato. Certo, potremmo incappare in una sola singola lieve gelata, ma una serie di gelate è davvero meno probabile». Il cambiamento repentino del tempo, con il passaggio da giornate molto calde ad altre gelide, rappresenta comunque un pericolo per la vegetazione. «In inverni particolarmente miti, come gli ultimi vissuti, la vegetazione si sveglia molto più velocemente, in anticipo anche di alcune settimane, ma il rischio di gelate tardive è comunque presente». E rischia di fare, come abbiamo sentito anche dagli attori del settore, seri danni. «Questa è una delle possibili sfide legate al cambiamento climatico».