Calcio

La promessa di un sogno ormai diventato realtà

All’età di 34 anni Karim Benzema è oggi il giocatore più in forma e decisivo del mondo – Le sue reti, quest’anno in media una a partita, stanno trascinando il Real Madrid di Carlo Ancelotti – Una nuova dimensione e un rendimento che lo rendono il principale candidato al Pallone d’Oro 2022
Nicola Martinetti
28.04.2022 06:00

Karim «The Dream», il sogno. Benzema, da anni ormai, è legato a questo soprannome. Quasi fuorviante, per certi versi, considerando le sue caratteristiche. Pragmatico, letale, il bomber francese di origini algerine, di fatto, non è mai stato un giocatore prettamente spettacolare. L’estetica, i numeri funambolici alla Ronaldinho o Lionel Messi, non hanno mai costituito il pezzo forte del suo repertorio. Perché allora, al netto dell’assonanza «Karim» e «The Dream», definirlo un sogno? Appassionati ed esperti, innamorati delle sue indiscusse qualità, hanno sempre giustificato questo appellativo affermando che il «nueve» del Real Madrid incarna l’attaccante dei sogni per qualsiasi allenatore. Il prototipo del centravanti perfetto, capace all’occorrenza sia di segnare e reggere il reparto da solo, sia di fungere da eccellente spalla per altri tenori. Come peraltro accaduto proprio in casa Blancos, per oltre un decennio dorato, al fianco di sua maestà Cristiano Ronaldo. Paradossalmente, proprio l’addio del fenomeno portoghese - partito in direzione Torino nell’estate del 2018 - ha segnato un punto di svolta nella carriera dell’ex Lione. Lanciandolo, per certi versi, in una nuova dimensione. Totale e totalizzante, da protagonista assoluto, capace di avvicinarlo - questa volta sì - a quel soprannome ormai diventato una seconda pelle. Con l’apice, devastante, raggiunto nell’attuale stagione.

L’anima dei Blancos

Oggi Benzema, a 34 anni, è il giocatore più decisivo del mondo. Nonché il più in forma. A dirlo non sono solo le statistiche da capogiro, inanellate fin qui in quella che di fatto è la miglior stagione della sua carriera. Bensì, e soprattutto, l’impatto delle sue prestazioni. Dei suoi gol, in media uno a partita. Che hanno trascinato il Real all’ormai imminente conquista del 35. titolo nella Liga, nonché alla vittoria nella Supercoppa spagnola e alle semifinali di Champions League. A farne le spese lungo il cammino, anche a suon di triplette, vittime illustri come il Paris Saint-Germain del trio Neymar-Mbappé-Messi (agli ottavi) e il Chelsea detentore del trofeo (nei quarti). L’ultima tappa del «Benze-show» si è consumata martedì sera a Manchester, dove sul palcoscenico dell’Etihad Stadium - casa del City di Pep Guardiola - il bomber transalpino, coadiuvato da Vinícius Júnior, ha tenuto in piedi le speranze di accesso alla finalissima dei Blancos. Gli uomini di Carlo Ancelotti, per lunghi tratti, hanno deragliato, soffrendo la verve di De Bruyne e compagni. Ma «The Dream», con due colpi di genio puro - una girata di rara bellezza e un pallonetto su rigore - ha permesso ai suoi di lasciare l’Inghilterra con la convinzione di potersi giocare tutto nel ritorno al Bernabéu.

Benze-Mida e il Pallone d’Oro

Servirà un’altra rimonta, come quella operata ai danni del PSG. Odel Chelsea, quando le cose - ad un certo punto - si erano messe male. Ma con l’apporto di un giocatore che - come Re Mida - quest’anno pare in grado di trasformare in oro tutto ciò che tocca, nulla è impossibile. Nemmeno sul piano personale, dove la conquista del Pallone d’Oro 2022 è ormai un’ipotesi sempre più plausibile e accreditata. Specialmente in quella che sarà la prima edizione con la nuova formula, che terrà conto soltanto dell’attuale stagione e non, ad esempio, dei Mondiali in Qatar a fine anno. Dove, con la maglia della nazionale francese - unico vero punto dolente della carriera di Benzema -, il rischio d’inciampo non sarebbe stato irrilevante. Con il contemporaneo passo indietro accusato da due fenomeni come Messi e CR7, il testimone è lì, pronto per essere raccolto. Quanto fin qui dimostrato da Benzema potrebbe già essere sufficiente. L’accesso alla finalissima, o addirittura la conquista della quinta Champions in carriera, suggellerebbero la consacrazione. Realizzando l’ennesimo sogno, questa volta tutto suo, di Karim «The Dream».

È la miglior stagione della sua carriera 

La cura Ancelotti «bis», tornato sulla panchina dei Blancos e con il quale Benzema aveva già vinto 4 trofei tra il 2013 e il 2015, ha permesso al bomber francese di raggiungere nuove vette. Quest’anno, in una veste differente rispetto ai precedenti trascorsi sotto la guida del tecnico italiano, in 41 partite «The Dream» ha messo a segno 41 reti e 13 assist. In Champions, con 14 gol in 10 presenze, può ancora potenzialmente insidiare il record di 17 reti in una campagna, fissato da C. Ronaldo. Ha inoltre nel mirino il secondo posto nella classifica dei migliori marcatori nella storia del Real Madrid, a 3 lunghezze (320) dai 323 di Raúl.