Il punto

La ripartenza in Lavizzara inizia con quattro milioni

Le «turbolenze» degli ultimi consigli comunali della valle colpita dal disastro del 2024 sono alle spalle - Dal ripristino dell’acquedotto ai terreni alluvionati, passando per i ripari valangari, tutti i crediti sono stati approvati - La cifra corrisponde a quanto l’ente locale spende in un anno
Il centro sportivo, in gran parte distrutto, è stato recuperato in una forma ridotta © Keystone/Samuel Golay
Jona Mantovan
17.06.2025 20:30

«Di tutte le serate di consiglio comunale, ammetto che questa di lunedì è stata una delle più tranquille», esclama Matteo Losa al Corriere del Ticino, che nel corso dell’incontro ha parzialmente svolto il ruolo di presidente al posto di Ernst Nelson, il quale ha preferito lasciargli spazio in quanto relatore del rapporto sul messaggio principale. Il suo riferimento è alle «turbolenze» che avevano caratterizzato alcune riunioni Legislativo di Lavizzara nei periodi precedenti al disastro dell’estate scorsa e costato la vita a otto persone (ufficialmente, sette). Tutti i messaggi all’ordine del giorno sono stati approvati praticamente all’unanimità, nonostante il grande impegno finanziario: oltre quattro milioni (4.073.670 franchi, per la precisione), la maggior parte dei quali per far fronte ai danni dell’alluvione della notte tra il 29 e il 30 giugno. Dall’acquedotto al ripristino dei terreni danneggiati, passando per vari interventi di sicurezza e il rifacimento dei ripari valangari. Una cifra che corrisponde al totale delle spese che il Comune sostiene normalmente in un anno. A mo’ di esempio, citiamo che nel Consuntivo 2023 il totale delle uscite ammontava a 4,1 milioni. «Certo, siamo coscienti del fatto che stiamo parlando di tanti soldi, ma questa è la direzione giusta e l’unica da percorrere. D’altronde, abbiamo ricevuto tanti aiuti grazie a numerose iniziative di solidarietà e questo ci dà un minimo di conforto per affrontare il futuro», aggiunge il nostro interlocutore.

La calamità, costata la vita a otto persone, ha causato difficoltà alle finanze, ma in vista ci sono pure tanti aiuti

La fornitura idrica

Il 40.enne, poi, sottolinea che la discussione - oltre tre ore - è filata liscia e senza intoppi. «In ballo c’erano tanti temi, ma abbiamo anche ricevuto informazioni molto esaustive. Sono state ricordate e ringraziate le realtà coinvolte sin dalle prime ore nelle opere più impellenti». Entrando nel merito dei messaggi sottoposti al voto, il più oneroso (2 milioni per un credito quadro sul periodo 2024-2026) riguardava appunto gli interventi urgenti alle strutture dell’Azienda comunale di approvvigionamento idrico, in particolare, quelle a Soveneda e quelle per l’attraversamento del fiume tra Fola e Sasso del Diavolo.

Danneggiati 22 ettari di campi

Tra i lavori ancora da portare a termine per questo capitolo, figurano una nuova camera di raccolta delle sorgenti (sempre a Soveneda), le ultime arginature a Broglio e una nuova condotta lungo la strada cantonale del Piano di Peccia, oltre a una provvisoria in zona «Rii Scodau», a Prato Sornico, e una definitiva dopo la sistemazione del ponte. Stanziati poi 797.470 franchi per il progetto di ripristino dei terreni agricoli, anche questo in corso d’opera da alcuni mesi. Nel documento si ricorda che l’alluvione ha danneggiato 22 ettari di terreni, 7 dei quali lungo le sponde del fiume, «oltre ad aver distrutto, rovinato od ostruito numerosi accessi, ponti e guadi». Non da ultimo, da finanziare vi sono anche opere nelle località Stall Boradór e Bosco di Raiada, colpite da importanti colate detritiche, staccatesi da un’altitudine di 1.450 metri, che hanno portato migliaia di metri cubi di materiale su vari edifici e sulla strada comunale.

Il bosco di protezione

Il credito per questi interventi ammonta a 681.200 franchi da destinare in particolare alla piantumazione di nuovi alberi per favorire il rimboschimento dell’area, alla creazione di un sentiero di servizio e alla rimozione di tronchi in alveo e alberi instabili lungo il canale, senza dimenticare la realizzazione di traverse in legno e cavalletti treppiedi. Infine, ancora 595.000 franchi per la frazione di Fusio, da destinare al progetto di ripristino dei ripari valangari accompagnato da interventi forestali nella località di «Schiüsgian». In dettaglio, tra le altre cose, si tratta di sostituire gli elementi danneggiati e rinnovare gli ancoraggi compromessi, aggiungendo e prolungando le strutture sui pendii problematici.

La pista provvisoria

Ma non solo: a conclusione dei lavori, infatti, è stato ratificato anche un credito di 243.360 franchi per la realizzazione e la gestione della pista di ghiaccio provvisoria a Sornico nella stagione 2024/2024. «L’approvazione di questo credito rappresenta non solo un atto amministrativo, ma anche un riconoscimento collettivo dell’importanza di mantenere vivi i luoghi che danno senso alla nostra comunità, soprattutto nei momenti più difficili», si legge nel testo del messaggio. Il Comune, nel frattempo, fa sapere che sono ancora attive le raccolte fondi, vitali per riuscire a coprire per intero i costi causati dalla calamità naturale.

Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui

Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui

Il bilancio del disastro

Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona (un giovane della valle) risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette mortiuna 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia)un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Cinque vittime erano a Fontana (Val Bavona), due a Prato Sornico e il disperso al Piano di Peccia (sempre in Lavizzara). Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti (quattro nel Locarnese: Comologno, Losone, Ascona, Verscio; uno a Bellinzona e due in Val di Blenio, oltre a una quindicina in Italia, tra Val Vigezzo e Ossola). Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima rispetto a quello in alta Vallemaggia, tre.