La novità

La rivoluzione di Apple dettata dall'UE: sì agli App Store alternativi per gli utenti europei

La concessione è legata a doppio filo al Digital Markets Act, il nuovo regolamento europeo per contrastare le pratiche di mercato sleali e le distorsioni della concorrenza
© Fabian Sommer
Red. Online
26.01.2024 10:30

È una rivoluzione. Anche se, a ben vedere, se ne sta parlando poco. O, se preferite, non troppo. Andiamo con ordine: ieri, giovedì, Apple ha annunciato una novità importante per il sistema operativo dei suoi iPhone. Dal prossimo aggiornamento, gli utenti dell'Unione Europea potranno installare App Store alternativi a quello ufficiale di Cupertino. Una concessione, se così vogliamo definirla, legata a doppio filo alla nuova normativa europea che regola Internet e il suo mercato, il cosiddetto Digital Markets Act o DMA. Una normativa vincolante, tant'è che all'azienda era stato dato tempo fino al 6 marzo per conformarsi.

Piccola parentesi: il Digital Markets Act è il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali ed è stato approvato dal Parlamento europeo il 5 luglio 2022. È entrato in vigore lo scorso novembre, con un obiettivo allo stesso tempo preciso e ambizioso: contrastare le pratiche di mercato sleali e le distorsioni della concorrenza da parte di Big Tech. In sostanza, il DMA intende limitare il monopolio delle maggiori piattaforme digitali. Le quali, sfruttando la loro posizione dominante, potrebbero impedire o disturbare l'ingresso di nuove aziende nel settore. Dall'entrata in vigore del Digital Markets Act sono scattati sei mesi di tempo per consentire alle aziende coinvolte di adeguarsi alle regole. In caso di violazioni, le multe possono arrivare fino al 20% del fatturato.

Gli App Store, altra parentesi, sono i negozi virtuali dai quali è possibile scaricare – gratis o pagando – le App per i nostri smartphone. Chi possiede un iPhone, da sempre, ha un orizzonte limitato: può utilizzare soltanto quello ufficiale di Apple. Un orizzonte che, appunto, per gli utenti dell'Unione Europea adesso cambierà. Tramite una nota dell'azienda, infatti, Apple ha spiegato che la possibilità di installare App Store alternativi verrà introdotta con il rilascio della versione beta del nuovo sistema operativo, iOS 17.4. La pratica, in gergo, è chiamata sideloading: altri sistemi operativi, come Android, consentono già di avere più di un App Store oltre a quello ufficiale. Apple, dal canto suo, ha chiarito che qualsiasi sviluppatore potrà creare proprie alternative, a patto che siano conformi a criteri e parametri per proteggere privacy e sicurezza degli utenti. Fra gli App Store alternativi, beh, ci sarà anche quello di OpenAI riservato a versioni personalizzate di ChatGPT.

Non finisce qui: Apple consentirà altresì di impostare un App Store alternativo come predefinito, mentre gli sviluppatori potranno pure modificare il modo in cui avvengono gli acquisti a pagamento all'interno delle App. Parliamo delle transazioni in-App, oggi possibili soltanto sfruttando il sistema di Apple ma, un domani, aperte anche ad altre opzioni. Apple, per contro, non applicherà commissioni sulle App scaricate da Store differenti rispetto a quello ufficiale. Chiederà, dopo un milione di installazioni di una singola App, una tassa di 50 centesimi di euro (Core Technology Fee) per ogni nuovo download. 

Dicevamo di Apple e posizioni dominanti. Lo scorso settembre, il Commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi, Thierry Breton, aveva spiegato che, secondo il DMA, sarebbero state sei le compagnie digitali definite gatekeeper, letteralmente «custodi del cancello». Compagnie che, proprio per il loro ruolo e la loro posizione, sarebbero state sottoposte a regole piuttosto stringenti in termini di concorrenza. Detto di Apple, nel listone della Commissione Europea troviamo anche Alphabet (la casa madre di Google), Amazon, Microsoft e Meta (il colosso che possiede Facebook, Instagram e WhatsApp), oltre alla cinese ByteDance, proprietaria di TikTok.

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