La stretta sui visti dell'UE preoccupa i membri dell'opposizione russa

Fa discutere la decisione dell'Unione Europa di introdurre il divieto di visti multi-ingresso nell'area Schengen per i cittadini russi. I rappresentanti dell'opposizione russa hanno reagito «con rabbia e sgomento» all'annuncio, secondo quanto si legge sul Guardian. «Iniziare una guerra e aspettarsi di muoversi liberamente in Europa è difficile da giustificare», aveva sottolineato l'Alta rappresentante per la politica estera dell'UE, Kaja Kallas, nell'informare della decisione. Una risposta, questa, alle recenti incursioni di droni russi nello spazio aereo europeo e agli attacchi di sabotaggio legati alla Russia.
Tuttavia, i membri dell'opposizione russa non hanno digerito la questione. A loro dire, infatti, la mossa dell'UE sarebbe controproducente. «Non si può incolpare un intero Paese per le azioni del suo governo», ha dichiarato in un'intervista telefonica al Guardian Ilya Yashin, politico dell'opposizione russa incarcerato alla fine del 2022 per essersi opposto alla guerra in Ucraina. L'uomo, oggi, vive in Germania, dopo essere stato liberato lo scorso anno in uno scambio di prigionieri.
Di più, secondo Yashin, la decisione dell'UE su visti non fa altro che prendere di mira, come già successo con altre sanzioni, i comuni cittadini russi. «I membri dell'élite di Putin, invece, troverebbe scappatoie, se fosse necessario», sostiene Yashin.
Per i cittadini russi, i visti Schengen erano già difficili da ottenere prima che l'UE introducesse un'ulteriore stretta. Polonia e Finlandia, addirittura, hanno vietato l'ingresso a tutti i cittadini russi sprovvisti di permesso di soggiorno. Parallelamente, come è noto, negli ultimi mesi a molti russi sono stati chiusi o congelati i propri conti bancari.
«Ci sono molti russi contrari alla guerra e persone che vogliono vedere dei cambiamenti in Russia. Sarebbe più sensato allearsi con queste persone e unire le forze con loro per creare un fronte comune contro Putin».
Le norme sui visti sono già entrate in vigore. I singoli Paesi della zona di libera circolazione Schengen abbiano margine di manovra nell'interpretazione delle norme, una fonte a Mosca ha affermato che anche l'Ungheria – uno dei Paesi «amici» di Mosca – questa settimana ha smesso di rilasciare visti per ingressi multipli ai cittadini russi.
Anche Elena Kostyuchenko – giornalista russa in esilio, intervistata da CdT.ch nel settembre 2023 – interpellata sulla questione dal Guardian ha sottolineato che la nuova norma renderebbe la vita molto più difficile anche ai media dell'opposizione. Non a caso, l'UE ha dichiarato che potrebbero venire introdotte eccezioni per i russi che hanno parenti stretti in esilio, per gli attivisti per i diritti umani o per i giornalisti dell'opposizione. Tuttavia, per i membri dell'opposizione si tratta di una «possibilità inutile», perché in questo modo chiunque riesca a a ottenere un visto per ingressi multipli verrebbe automaticamente etichettato come «nemico del regime di Putin».
