La reazione

La Svizzera «profondamente preoccupata» dal piano israeliano per Gaza

Il DFAE commenta la notizia: «L'intensificarsi delle ostilità comporta il rischio di un ulteriore peggioramento della situazione umanitaria, già di per sé catastrofica»
©ATEF SAFADI
Ats
08.08.2025 14:12

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha espresso oggi profonda preoccupazione per il piano militare annunciato da Israele, che si è detto intenzionato a prendere il completo controllo di Gaza City.

«L'intensificarsi delle ostilità comporta il rischio di un ulteriore peggioramento della situazione umanitaria, già di per sé catastrofica», hanno dichiarato i servizi di Ignazio Cassis in un messaggio diramato su X.

La Svizzera riafferma inoltre la sua richiesta per un accesso umanitario immediato e senza ostacoli nella Striscia, per un cessate il fuoco, come pure per il rilascio di tutti gli ostaggi, prosegue la nota del DFAE , che ribadisce l'importanza della ripresa di un processo politico finalizzato a una soluzione a due Stati, in cui entrambi le parti possano coesistere pacificamente e in sicurezza entro confini riconosciuti a livello internazionale.

A 22 mesi dall'inizio delle ostilità tra Israele e Hamas, oggi la leadership dello Stato ebraico ha dichiarato di voler intensificare ulteriormente i combattimenti con l'obiettivo di conquistare Gaza City. Il gabinetto di sicurezza ha approvato dopo dieci ore di discussione la proposta del primo ministro Benyamin Netanyahu.

Dall'inizio della guerra il 7 ottobre 2023, l'esercito israeliano (IDF) ha evitato di entrare in buona parte dell'area della città. L'operazione richiederà l'evacuazione dell'area in cui attualmente vivono pressoché un milione di persone.

Secondo quanto riferito dall'ufficio del primo ministro, il gabinetto di sicurezza dello Stato ebraico ha adottato a larga maggioranza i cinque principi per la fine della guerra, ovvero: lo smantellamento dell'arsenale di Hamas, il ritorno di tutti gli ostaggi - vivi o deceduti -, la completa smilitarizzazione della Striscia, il controllo della sicurezza da parte di Israele su Gaza e l'istituzione di un'amministrazione civile alternativa che non sia né Hamas né l'Autorità Palestinese.