Guerra

La Svizzera «sostiene il mandato della CPI indipendentemente dalla situazione attuale»

Il DFAE, da noi interpellato, spiega che la Confederazione «invita tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario e sottolinea l'importanza della responsabilità»: «La popolazione civile e le infrastrutture civili devono essere rispettate e protette»
© KEYSTONE (AP Photo/Mohammed Dahman)
Jenny Covelli
24.10.2023 15:00

Una condanna ferma e netta per le stragi di Hamas, ma pure la richiesta a Israele di rispettare il diritto internazionale e dunque non colpire indiscriminatamente la popolazione civile (anche con il blocco dell'erogazione dell'acqua e dell'elettricità a Gaza). Dal 7 ottobre dal mondo si alzano più o meno concordi gli appelli per una tregua in Medio Oriente. L'ultimo in ordine di tempo è stato, ieri, l'alto rappresentate UE Josep Borrell che ha parlato di «un consenso sufficiente» perché l'Unione Europea chieda «una pausa umanitaria» alle parti in lotta fra loro. Un'opinione condivisa dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, che in una telefonata con il presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen ha chiarito come, «nei suoi legittimi sforzi per combattere i terroristi di Hamas, Israele debba cercare di proteggere le vite dei civili e rispettare il diritto umanitario internazionale». La Casa Bianca ha riferito ieri in una nota che «il presidente Joe Biden e i leader di Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia hanno ribadito il loro sostegno a Israele e al suo diritto di difendersi dal terrorismo e hanno chiesto il rispetto del diritto internazionale, compresa la protezione dei civili».

E la Svizzera?

Il 18 ottobre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione presentata dal Brasile che condanna gli attacchi di Hamas e esorta le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale, a proteggere la popolazione civile e a permettere agli aiuti umanitari di raggiungere Gaza. La Svizzera aveva sostenuto la risoluzione, la cui adozione è fallita a causa di un veto americano. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha invocato la «fornitura regolare di acqua, medicinali e cibo per la popolazione di Gaza» attraverso il valico di Rafah, precisando che servono pure «pause umanitarie per fornire alle persone il sostegno urgente necessario».

La Svizzera, sul conflitto in Medio Oriente, si è espressa sin da subito condannando l'attacco di Hamas verso Israele. Ma invitando pure «tutte le parti a proteggere la popolazione civile e a rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario». Quando è stato colpito l'ospedale Al-Ahli Arabi di Gaza, il DFAE ha chiesto un'indagine approfondita sull'incidente, ricordando che «gli ospedali e i civili devono sempre essere protetti, in conformità con il diritto internazionale umanitario».

La sensazione di impunità, di fronte ai crimini violenti nei grandi conflitti in corso, si fa sempre più largo. «Il diritto internazionale esiste, ma è molto influenzato dalle relazioni internazionali, dalla politica internazionale», ci ha spiegato in un'intervista Natalino Ronzitti, professore emerito di diritto internazionale presso l’università Luiss di Roma e consigliere scientifico dell’Istituto affari internazionali. Dopo un esame preliminare iniziato il 16 gennaio 2015, il 3 marzo 2021 la Corte penale internazionale (CPI) ha annunciato l’apertura di un’inchiesta formale sui crimini internazionali commessi nel territorio palestinese occupato dal 13 giugno 2014. «La CPI indaga sulla situazione in Medio Oriente da otto anni, ma non è emerso alcun progresso – ha fatto notare Marco Sassòli, professore di diritto internazionale all’Università di Ginevra –. Sorge il dubbio che il procuratore nutra delle “paure politiche”».

La Svizzera «sostiene il mandato della CPI»

La CPI, da noi interpellata, rimanda alla dichiarazione rilasciata il 12 ottobre dal procuratore capo Karim Khan alla Reuters, secondo cui eventuali crimini commessi in Medio Oriente ricadono sotto la giurisdizione della Corte (Israele non ha ratificato lo statuto della Corte penale internazionale e, obiettando che la Palestina sia uno Stato, ritiene che il fatto che abbia accettato la giurisdizione della CPI non abbia valore, ndr.). Khan ha fatto appello a tutte le parti affinché proteggano gli innocenti e rispettino le norme internazionali: «Non si possono prendere di mira deliberatamente i civili. Non si può violentare, uccidere, mutilare e smembrare. L'omicidio volontario e la presa di ostaggi costituiscono gravi violazioni della Convenzione di Ginevra e bisogna rispettare la legge».

Qual è l'opinione della Confederazione al riguardo? «I recenti attacchi condotti da Hamas contro i civili in Israele sono scioccanti e l'attuale situazione umanitaria nella striscia di Gaza è molto preoccupante. È evidente che sono state commesse gravi violazioni del diritto internazionale umanitario (DIU) e delle Convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani», fa sapere su richiesta il DFAE. «La Svizzera invita tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario e sottolinea l'importanza della responsabilità. La lotta contro l'impunità per i crimini internazionali più gravi è una priorità della politica estera svizzera», che «sostiene i meccanismi e le istituzioni della giustizia penale internazionale, compresa la Corte penale internazionale (CPI), componente essenziale dell'ordinamento giuridico internazionale in quanto organo giudiziario indipendente e imparziale».

Il Dipartimento federale degli affari esteri, ricordando l'inchiesta aperta nel 2021, sottolinea che la Svizzera – «molto preoccupata» per la situazione tra Israele e la striscia di Gaza – «sostiene il mandato fondamentale della CPI, indipendentemente dalle situazioni in questione, e rispetta l'indipendenza delle sue indagini». Oltre a ciò, sottolinea che «tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale umanitario, in particolare i principi di distinzione (durante un conflitto armato possono essere attaccati solo combattenti e obiettivi militari, ndr.), proporzionalità e precauzione nella condotta delle ostilità, nonché i diritti umani»: «La popolazione civile e le infrastrutture civili devono essere rispettate e protette».

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