Verso il Bürgenstock

Lavrov a muso duro contro la Svizzera

Il ministro degli Esteri di Mosca: «La conferenza di pace al Bürgenstock è un'iniziativa incentrata su un ultimatum alla Russia – Non sono veri e propri negoziati, è inutile discuterne»
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Dario Campione
13.05.2024 21:00

Sul campo, l’offensiva militare a Nord-Est dell’Ucraina e nel Donbass. Nelle sedi istituzionali, l’offensiva politico-diplomatica contro la Svizzera e contro la conferenza di pace convocata per il 15 e 16 giugno sul Bürgenstock.

La Russia di Vladimir Putin non esita ad attaccare frontalmente l’iniziativa presa dal Consiglio federale e dal Governo di Kiev per una soluzione del conflitto in Ucraina. E lo fa con uno dei suoi massimi esponenti: Sergey Lavrov. Di fronte alla Camera alta del Parlamento russo (il Consiglio della Federazione, ndr), chiamata a ratificarne la conferma nel nuovo Esecutivo, il ministro degli Esteri di Mosca ha oggi usato parole molto dure. Così come riportato dall’agenzia TASS, Lavrov ha parlato di una «conferenza incentrata su un ultimatum alla Russia». Il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis, ha detto Lavrov, «già a gennaio, a New York, aveva chiesto un incontro a margine della riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla Palestina. Cassis mi ha detto che stavano pianificando una conferenza del genere, e che non dovevamo preoccuparci di non essere invitati, perché prima avrebbero discusso la questione tra loro e poi ci avrebbero chiamato».

Siamo come «un cattivo studente - ha ironizzato il ministro degli Esteri russo - gli insegnanti si riuniscono, ci mettono fuori, decidono tutto tra loro, poi ci chiamano e annunciano il verdetto. Non si può parlare così con nessuno, soprattutto con noi. Gli ho spiegato tutto questo con franchezza. L’altro giorno Cassis ha detto: “Ci stiamo riunendo e confermo che è inutile discutere di qualsiasi cosa senza la Russia”. Ma se è inutile, allora, perché vi riunite?».

Secondo Lavrov, quelli del Bürgenstock non possono quindi essere considerati veri e propri «negoziati. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che prima dovranno formare una coalizione e consolidare questa formula, e poi la presenteranno alla Russia. Anche se ora ci hanno invitato, lo hanno fatto soltanto per discutere della formula di pace di Zelensky». Mentre altre iniziative, ha osservato ancora Lavrov, sono sul tavolo. «La Cina ha proposto la più completa, volta a esaminare le cause profonde e a lavorare per eliminarle. Altri si concentrano sugli aspetti umanitari, lo scambio di prigionieri, i corpi, l’accesso delle organizzazioni umanitarie».

Il DFAE non ha voluto replicare alle parole di Lavrov. «Ricordiamo che la Svizzera è sempre neutrale - si legge in una nota inviata oggi pomeriggio alla redazione del Corriere del Ticino - Essere neutrali non significa però essere indifferenti. La Svizzera condanna fermamente l’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. Dopo più di due anni di guerra, è necessario cercare di avviare un processo di pace in Ucraina. La Svizzera è convinta che la Russia debba essere coinvolta in questo processo. Un processo di pace senza la Russia è impensabile. Con l’organizzazione di questa prima conferenza sul Bürgenstock, la Svizzera contribuisce a sostenere le discussioni su una pace giusta e duratura in Ucraina. L’alternativa sarebbe non fare nulla e questa non è un’opzione per la Svizzera».