Le Alpi svizzere in mani USA

I ghiacciai si sciolgono e c’è chi prevede la scomparsa della neve sulle Alpi svizzere. Ma gli americani non ci credono. E investono massicciamente nelle stazioni invernali elvetiche. È di alcuni giorni fa la notizia dell’acquisto degli impianti di risalita della prestigiosa stazione invernale di Crans Montana da parte del gruppo statunitense Vail Resort, numero uno al mondo delle infrastrutture sciistiche. L’acquisizione è il segnale di un rinnovato e crescente interesse strategico a livello mondiale delle Alpi svizzere, paragonabile a quello che nella seconda metà dell’Ottocento aveva fatto di San Moritz la capitale del turismo invernale dei britannici facoltosi e dell’Engadina il mito che da quel tempo a tutt’oggi essa rappresenta a livello internazionale. L’acquisizione dei prestigiosi impianti di Crans-Montana non è infatti un’iniziativa isolata. Lo scorso anno, il gruppo Vail Resorts aveva già comprato per 150 milioni di franchi Andermatt-Sedrun Sport, una filiale della Società Andermatt Swiss Alps che il finanziere egiziano Samih Sawiris è riuscito a rilanciare alla grande. Vail Resorts detiene ormai il 55% del capitale della società fondata da Sawiris, uomo del deserto che per primo ha creduto di poter ulteriormente estendere il potenziale economico delle Alpi svizzere facendo di una piazza d’armi come Andermatt una stazione invernale di richiamo internazionale. Vien da dire – ancora una volta come per i Nestlé e gli Hayek – che sono spesso gli stranieri a fare grande la Svizzera.
Vail Resorts, basato a Broomfield in Colorado, è un vero e proprio gigante: ha una cifra d’affari di quasi 3 miliardi di franchi, è quotato in borsa e gestisce 42 impianti di risalita negli USA, in Australia, in Canada e, dallo scorso anno, in Svizzera. Oltre agli impianti di risalita, il gruppo opera nel campo immobiliare gestendo la rete di alberghi di lusso Rockresorts, che fu già della famiglia Rockefeller. Il Vail Resort pass offre accesso illimitato a tutti gli impianti di risalita del gruppo (dal 2022 anche alle stazioni di Andermatt-Sedrun e presto a quelle vallesane di Crans-Montana). L’acquisizione degli impianti di Crans-Montana rappresenta per la stazione vallesana (e per il Cantone tutto intero, vista la sua importanza) la fine di un rapporto tumultuoso, durato più di dieci anni, fra le autorità locali e il precedente proprietario, il miliardario cecoslovacco Radoman Vitek, proprietario del CPI Property Group. Un divorzio auspicato da tempo e da più parti, al punto che quando si è saputo della vendita, in Vallese in molti hanno stappato lo champagne. In realtà, il miliardario Radoman Vitek (che di Crans-Montana aveva dichiarato «rappresenta il 2% della mia società ma mi causa l’80% degli «emmerdements») ha concluso un gran bell’affare vendendo gli impianti vallesani. Aveva infatti investito 75 milioni (dando una boccata d’ossigeno vitale a una stazione che versava da anni in una situazione di notevole difficoltà) e ora ha rivenduto per una cifra di quasi 120 milioni. I vallesani brindano, Vitek brinda. Tutti contenti? Da un lato, non solo Crans Montana ma le Alpi svizzere nel loro insieme possono certamente rallegrarsi del fatto che il loro appeal internazionale non è soltanto intatto bensì in crescita.
Al momento degli acquisti fatti in Svizzera, i dirigenti di Vail Resorts hanno sottolineato che le Alpi svizzere erano state scelte perché rispondevano ad un interesse strategico-commerciale eminente dell’espansione del gruppo in Europa, corrispondente alle aspettative della clientela del gruppo. D’altro canto, però, le attività del gruppo Vail Resort suscitano non pochi interrogativi critici da parte delle comunità locali dove esso si è installato negli ultimi decenni. I residenti non mancano di sottolineare che la venuta di facoltosi turisti dello sci si traduce, per la regione, in un generale aumento dei prezzi, controproducente per gli autoctoni. Insomma, avere contemporaneamente il panino e il soldo non è possibile. E a Crans Montana qualcuno già si pone la domanda se non siano caduti dalla padella nella brace.