«Le sanzioni contro la Russia funzionano solo parzialmente»
Secondo il settimanale britannico Economist le sanzioni occidentali contro la Russia non danno i frutti sperati. Ma quali sono gli effetti sui cittadini russi della guerra economica in atto? Il sostegno all’invasione dell’Ucraina è ancora alto? Su questi e altri aspetti del conflitto abbiamo sentito il parere di Eleonora Tafuro, ricercatrice dell'ISPI di Milano ed esperta di Russia.
Sei mesi di sanzioni che effetti hanno avuto sul tenore di vita dei cittadini russi?
«È difficile misurare l’efficacia delle sanzioni. Comunque quello che sostiene l’Economist è vero: nel momento in cui le sanzioni non sono applicate in modo uniforme da tutti gli attori economici rilevanti per la Russia, è chiaro che la pressione su Mosca c’è, ma non è adeguata per raggiungere i risultati voluti. Del resto la Russia è un Paese illiberale, per cui la popolazione che soffre le conseguenze delle sanzioni non si ribella, non scende nelle piazze per chiedere un nuovo corso della politica estera. Ad ogni modo i risultati delle sanzioni si vedono eccome: a inizio agosto è uscita uno studio della Banca centrale russa che prevede per il terzo trimestre del 2022 una contrazione del PIL più pesante rispetto al trimestre precedente. Quindi è vero che il Cremlino ha messo in atto misure che hanno evitato il collasso del sistema economico e favorito il rafforzamento del rublo, però se guardiamo alle condizioni di vita dei cittadini vediamo una situazione diversa. Non solo perché chiudono le multinazionali e si perdono dei posti di lavoro, ma anche perché la Russia era un Paese molto inserito nel sistema economico globalizzato».
Quindi ora cosa è cambiato?
«Il Paese deve adattarsi alle nuove condizioni, per cui gli effetti economici delle sanzioni si fanno sentire in modo duro. Il fatto ad esempio che molti cittadini non possano ritirare i loro averi dalle banche nei circuiti internazionali ha spinto molti russi ad andarsene. Io sono rientrata dalla Georgia, dove la comunità russa, già numerosa in passato, ora è cresciuta ulteriormente. Ricercatori del posto mi hanno detto che questi russi sono malvisti dalla popolazione perché vengono considerati persone che fuggono dagli effetti economici delle sanzioni per godersi la loro ricchezza».
Il rublo si è ripreso, ma che dire del potere d’acquisto dei russi?
«Una ricercatrice russa sentita da Radio Free Europe ha parlato di una contrazione media del 20% dei conti correnti russi. Io non sono riuscita a verificare tale cifra, però basta vedere quanti russi sono finora fuggiti nei Paesi limitrofi per capire che ora in Russia qualcosa è cambiato».
Secondo la Cina gli scambi tra Mosca e Pechino toccheranno nel 2022 i 165-170 miliardi di dollari. Quanto pesa il sostegno economico cinese alla Russia?
«L’economia russa dipende soprattutto dalle esportazioni energetiche, quindi la Cina e l’India sono importanti nella misura in cui possono comprare il gas e il petrolio che l’UE acquista sempre meno. Vale la pena ricordare che prima del 2014 era l’Ucraina il cliente numero uno di Gazprom. Finora Cina e Russia, soprattutto acquistando petrolio, sono riuscite a non fare affondare l’economia russa. Bisognerebbe però sapere a che prezzo scontato Mosca sta vendendo i suoi idrocarburi, e questi dati non sono facili da trovare. Pertanto non posso dire fino a che punto la Cina potrà salvare l’economia russa perché ci sono troppe variabili da considerare. Comunque il fatto che Pechino non partecipa alle sanzioni contro Mosca e approfitta della debolezza russa per comprare energia a prezzi scontati, ci fa capire che la Cina continuerà ad essere un Paese pragmatico che la porta a perseguire i propri interessi economici senza fare arrabbiare troppo USA e UE ostacolando le sanzioni occidentali».
Secondo Kiev in Russia si assiste a un calo del sostegno alla guerra in Ucraina. È così?
«Da un sondaggio delle scorse settimane dell’organizzazione russa indipendente Levada, risulta che il 76% dei russi sostiene la guerra, mentre circa il 70% sarebbe favorevole a un piano di pace proposto da Putin. Come vede si tratta di posizioni ambivalenti. Ora dopo l’attentato contro la figlia di Dugin possiamo aspettarci un rafforzamento della destra nazionalista che finora era una fazione marginale nel Paese».