Legge sugli stranieri verso l'inasprimento

BERNA - Dopo oltre quattro ore di dibattito, il Consiglio nazionale ha accolto (113 voti a 65 e 5 astenuti) le modifiche apportate alla legge federale sugli stranieri volte ad includere nella normativa i criteri, più severi, legati all'integrazione. Il plenum non ha quindi seguito le raccomandazioni della propria commissione la quale, dopo aver esaminato la legge, proponeva la bocciatura del testo.
Al voto finale, contrariamente alle intenzioni di partenza, il campo rosso-verde ha deciso di sostenere il testo, appellandosi al Consiglio degli Stati affinché quest'ultimo corregga gli aspetti più problematici della riforma.
Tra i "rospi da ingoiare", Angelo Barrile (PS/ZH) ha citato la possibilità che venga revocato il permesso C agli stranieri anche dopo 15 anni di residenza in Svizzera
Hanno votato contro la modifica della legge sugli stranieri i rappresentanti dell'UDC. I democentristi giudicano che l'integrazione debba dipendere soprattutto dalla buona volontà dello straniero che giunge in Svizzera; si tratta insomma di una questione privata.
Per questa formazione, l'integrazione non va delegata allo Stato, specie se quest'ultimo deve servirsi di denaro pubblico per sostenere progetti dalla vaghe finalità avviati nei Cantoni.
Come detto, il dossier ritorna agli Stati. La Camera dei cantoni aveva già approvato il progetto, modificandolo in alcuni punti, nel 2014. In seguito all'esito positivo della votazione sull'iniziativa contro l'immigrazione di massa dell'UDC del 9 febbraio 2014, la Camera del popolo aveva deciso nel marzo di quell'anno di rinviare l'oggetto al Consiglio federale affinché tenesse conto dell'esito della consultazione e vi integrasse le disposizioni sull'integrazione degli stranieri.
Permesso C solo se integrati
In futuro gli stranieri potranno ottenere un permesso di domicilio (C, in genere rilasciato dopo dieci anni di soggiorno) solo se saranno integrati nella realtà locale.
Tra i criteri da rispettare figurano la sicurezza e l'ordine pubblico, i valori della Costituzione - come l'uguaglianza uomo/donna -, la partecipazione alla vita economica o l'intenzione di acquisire una formazione, la capacità di sapersi esprimere nella lingua del posto.
Le autorità dovranno tenere conto del grado di integrazione anche per la concessione di un permesso di dimora (B, annuale rinnovabile). La concessione di simile permesso potrà essere subordinata a una convenzione di integrazione, qualora si dovessero constatare carenze in quest'ambito. Se lo straniero non dovesse rispettare in toto o in parte le condizioni incluse in questo "contratto" - per esempio seguire corsi di lingua - saranno possibili sanzioni.
Revoca del soggiorno
Le disposizioni discusse oggi in aula prevedono anche un ampliamento dei motivi di revoca di un permesso di domicilio. Oltre al mancato rispetto della pubblica sicurezza e dell'ordine pubblico, in futuro sarà possibile perdere il permesso C anche dopo 15 anni dal suo ottenimento, per esempio se la persona in questione dipende dall'assistenza pubblica.
In futuro, dovrebbe anche essere possibile revocare un permesso C a uno straniero - oppure declassarlo al permesso B - se non intende integrarsi.
Raggruppamento famigliare più difficile
Il plenum ha anche inasprito le condizioni per ottenere il raggruppamento famigliare. Per farsi raggiungere dal congiunto o dai figli minorenni, indipendentemente dal permesso lo straniero dovrà provare di possedere un alloggio appropriato, non percepire l'assistenza sociale né prestazioni complementari, ed essere in grado di comunicare nella lingua parlata nel luogo di domicilio.
Per quanto attiene alle persone accolte provvisoriamente (permesso F), contrariamente alla commissione preparatoria il Nazionale ha deciso di non sopprimere il diritto al ricongiungimento famigliare dopo 3 anni. Per la maggioranza si tratta di una questione di umanità e rispetto dei diritti umani.