Il caso

L'elicottero e il cavo colpito: si torna in aula

Castione, il 23 settembre al Tribunale penale federale di Bellinzona si aprirà il dibattimento di Appello per l’atterraggio d’emergenza del 2018 - In primo grado il pilota ticinese era stato condannato a una pena pecuniaria sospesa
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Alan Del Don
15.08.2025 06:00

Si torna in aula. Ebbene sì. A poco meno di sette anni dai fatti, martedì 23 settembre al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona verrà celebrato il processo d’Appello per il caso dell’atterraggio d’emergenza compiuto il 3 dicembre 2018 da un elicottero a Castione dopo il contatto con una fune della linea dell’alta tensione. Il pilota ha inoltrato ricorso contro la sentenza pronunciata lo scorso 18 dicembre dalla Corte penale del TPF presieduta dalla giudice Fiorenza Bergomi. Il 60.enne ticinese era stato condannato alla pena pecuniaria di 60 aliquote da 30 franchi ciascuna (sospesa per due anni) per perturbamento della circolazione pubblica per negligenza e per pericoli cagionati in navigazione per negligenza.

Le motivazioni del verdetto

«L’imputato non ha avuto un comportamento adeguato per quanto attiene alla vigilanza attiva dello spazio aereo e non aveva la necessaria consapevolezza della situazione. In qualità di comandante responsabile dell’aeromobile ha omesso di sorvegliare lo spazio aereo, prima della collisione; ciò in dispregio dei propri doveri, ritenuto altresì che si trattava di un volo a vista, in cui i piloti usano la propria vista come metodo principale per navigare ed evitare gli ostacoli», aveva sottolineato la Corte nelle motivazioni del verdetto (una sessantina di pagine) che vi abbiamo anticipato lo scorso 23 giugno.

La collisione ed il blackout

Quel giorno, verso le 14.30, l’elicottero della Heli Rezia - con ai comandi l’accusato e con a bordo un 24.enne assistente di volo svizzero del Bellinzonese, i quali se la cavarono per fortuna solamente con delle ferite leggere ed un grande spavento - stava rientrando alla base di San Vittore dopo aver eseguito un trasporto di materiale a Claro. La collisione aveva danneggiato la cabina, permettendo comunque all’aeromobile di atterrare in un prato a lato di via San Gottardo. Sulla linea dell’alta tensione si verificò però un cortocircuito che causò un blackout di diverse ore in vaste aree del Ticino. Dalle indagini del Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza non erano emersi indizi di anomalie tecniche preesistenti che avrebbero potuto causare o influenzare l’incidente. La sentenza aveva soddisfatto il procuratore federale Sergio Mastroianni, ma non il 60.enne difeso dall’avvocato Maurizio Pagliuca.

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