Il caso

«Ha omesso di sorvegliare lo spazio aereo in dispregio dei propri doveri»

Castione, pubblicate le motivazioni dell'atterraggio d'emergenza del 3 dicembre 2018 - Il pilota dell'elicottero, condannato dal Tribunale penale federale lo scorso dicembre, ha presentato annuncio d'Appello
© Rescue Media
Alan Del Don
23.06.2025 12:00

«L’imputato non ha avuto un comportamento adeguato per quanto attiene alla vigilanza attiva dello spazio aereo e non aveva la necessaria consapevolezza della situazione. In qualità di comandante responsabile dell’aeromobile, ha omesso di sorvegliare lo spazio aereo, prima della collisione; ciò in dispregio dei propri doveri, ritenuto altresì che si trattava di un volo a vista, in cui i piloti usano la propria vista come metodo principale per navigare ed evitare gli ostacoli. Non da ultimo egli non era attento su quanto accadeva davanti a lui poiché, durante il decollo, è stato distratto dall’arrivo di una pattuglia della polizia. Tenuto conto del fatto che la linea dell’alta tensione era stata sorvolata poco prima, che la stessa era segnalata sul tablet ed era sulla sua traiettoria di volo e ben visibile, bastava davvero poco per rendersi conto della reale situazione e fare in modo di evitare la collisione».

Una sessantina di pagine

Premessa lunga, come lunghe e dettagliate (una sessantina di pagine) sono le motivazioni scritte della sentenza pronunciata lo scorso 18 dicembre dal Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona in merito all’atterraggio d’emergenza avvenuto il 3 dicembre 2018 a Castione. Il 60.enne pilota ticinese, di decennale esperienza, era stato condannato alla pena pecuniaria di 60 aliquote da 30 franchi ciascuna (sospesa per due anni) per i reati di perturbamento della circolazione pubblica per negligenza e per pericoli cagionati in navigazione per negligenza. La difesa ha presentato annuncio d'Appello (che dovrà ora motivare meglio), soddisfatto del verdetto invece il procuratore federale Sergio Mastroianni.

Contatto ed impatto

Le motivazioni della Corte penale presieduta dalla giudice Fiorenza Bergomi sono state pubblicate oggi. L’elicottero era entrato in contatto con una fune della linea dell’alta tensione che, secondo il TPF, era «segnalata e ben visibile. La stessa era quindi riconoscibile» dall’accusato, tanto più che era una bella giornata a livello meteorologico. La fune di guardia si era spezzata obbligando il pilota all’atterraggio d’emergenza. A seguito dell’impatto, infatti, l’aeromobile era «manovrabile in maniera limitata». Fortunatamente sia l’imputato sia l’assistente di volo se la cavarono con delle ferite lievi e con un grosso spavento.

L'assistente di volo

Secondo la Corte quello del 60.enne è stato un «agire negligente» che ha messo in pericolo la vita e l’integrità fisica sua e del collega di 24 anni. Quest’ultimo, si osserva, sin dal momento in cui erano partiti «teneva d’occhio la linea dell’alta tensione che incrociava la loro traiettoria di volo. Si è assicurato che il pilota guardasse avanti. Qualche secondo più tardi si è reso conto che l’impatto con la linea dell’alta tensione era diventato inevitabile e un attimo prima dell’impatto ha avvertito l’imputato con un grido».

Cosa era successo

Lo scontro con la fune di guardia è avvenuto alle 14.36, in quello che era l’ultimo volo della giornata. L’equipaggio stava rientrando alla base di San Vittore dopo aver eseguito un trasporto di materiale a Claro. «Compiuta una virata di 180 gradi a sinistra, 22 secondi dopo l’urto, l’elicottero è atterrato in un prato situato direttamente lungo l’asse di prolungamento della traiettoria di volo. L’atterraggio è avvenuto traslando a una velocità di avanzamento di circa 40 Km/h», precisano i giudici. Sulla linea dell’alta tensione si è verificato un cortocircuito che ha causato un blackout di diverse ore in vaste aree del cantone. Dal rapporto del Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI), rilevano i giudici del TPF, emerge che l’incidente è dovuto al fatto che il pilota non ha percepito l’ostacolo a causa di una limitata consapevolezza della situazione.

La tesi difensiva

Per l'avvocato difensore Maurizio Pagliuca, il quale aveva chiesto il proscioglimento del suo assistito, vi è però un’altra circostanza da considerare. Ossia il fatto che vi era un errore nella banca dati. La mappa degli ostacoli utilizzata per tracciare la via del volo riportava quell’ostacolo (ossia la linea dell’alta tensione contro la cui fune di guardia l’imputato ha colliso il 3 dicembre 2018) con «uno scarto d’errore finanche di 26 metri». A detta della difesa, dal rapporto del SISI risulta come la non percezione dell’ostacolo da parte dell’imputato sia di sicuro la conseguenza dell’errore nella banca dati.

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