«L’era dell’incertezza e dei cambiamenti, molto dipenderà dai salari del futuro»
Iniziamo dal «caro bolletta energetica» per il 2023: secondo la Commissione federale dell’energia i prezzi subiranno un rialzo importante, mediamente del 47%. La domanda è semplice: reagire o subire?
«Occorre gestire la situazione in modo deciso. Il contesto attuale è molto incerto: abbiamo vissuto dei cambiamenti in un lasso di tempo molto breve che influiscono in maniera importante anche in questo ambito. La Confederazione deve coordinare un’azione su questo fronte».
L’energia elettrica è un bene essenziale che diventerà molto caro, ma anche più raro. In sostanza ci dicono che per il prossimo inverno dobbiamo essere pronti a dei black out, a restare al buio. In realtà non siamo per nulla pronti. Come commenta?
«Di recente il Consiglio federale si è dotato di un nuovo sistema di monitoraggio che permetterà di individuare precocemente le penurie di elettricità e di affrontarle in modo adeguato. Occorre agire oggi per farsi trovare pronti in caso di necessità».
Intanto è iniziata la corsa ai pannelli fotovoltaici, energia pulita e con una fonte (il sole) che in Ticino non manca. È qui il futuro?
«Il futuro passa anche da qui. È la fonte di energia locale più facilmente installabile e in modo diffuso. Si beneficia anche di incentivi a livello federale, cantonale e a volte anche comunale che fanno rientrare l’investimento anche in meno di 10 anni».
In Ticino è storicamente sviluppato l’idroelettrico e questo grazie alla lungimiranza delle generazioni politiche precedenti. Perché la classe politica contemporanea fatica ad investire?
«In realtà stiamo effettuando un cambiamento di portata storica attraverso la riversione degli impianti idroelettrici con investimenti molto importanti. Per contro, la realizzazione di nuovi impianti è più complicata a seguito di procedure diventate più complesse e gran parte del potenziale è già stato utilizzato. Ora l’interesse è focalizzato nell’ammodernamento e nell’ampliamento dell’esistente, laddove è sostenibile. È fondamentale mantenere quanto già realizzato e la produzione idroelettrica esistente anche dopo la riversione degli impianti».
Da Palazzo filtra qualche spiffero che lascia intendere difficoltà per i conti del 2023. Vi siete prefissati un disavanzo massimo di 80 milioni di franchi, ma i primi calcoli vi porterebbero oltre questa soglia fissata dal Governo. Siete in difficoltà?
«È una dinamica che si verifica ogni anno. Il punto di partenza è sempre un disavanzo superiore all’obiettivo prefissato, che si cerca poi di raggiungere con interventi e correttivi. Il Governo sta attualmente lavorando per raggiungere l’obiettivo prefissato per il 2023. Il contesto e l’incertezza non facilita evidentemente il compito».
Come giudica l’attuale situazione economica e geopolitica internazionale?
«Il contesto attuale è molto incerto e sta portando a rapidi cambiamenti. Il conflitto in atto sta conducendo inevitabilmente a un nuovo assetto geopolitico e a nuovi rapporti di forza, con un’Europa più orientata verso gli Stati Uniti e dipendente dagli stessi e una Russia che dipenderà maggiormente dalla Cina. Questa situazione sta condizionando anche l’economia. Al momento attuale l’economia in Svizzera e in Ticino, malgrado il contesto sfavorevole, sta tenendo bene, con settori che vanno meglio e altri che soffrono un po’ di più. Se il contesto internazionale dovesse però ulteriormente peggiorare le ripercussioni ci sarebbero anche da noi».
L’indice dei prezzi al consumo in maggio è salito del 2,9%. Quanto dobbiamo temere questa tendenza e quanto la possiamo relativizzare?
«Occorre premettere che la Svizzera registra un’inflazione fortunatamente più bassa rispetto al resto dell’Europa. La situazione è in continua evoluzione e potremo trarre delle conclusioni solo quando si sarà stabilizzata. A breve termine determinante sarà come evolve il potere d’acquisto e questo dipenderà dalle trattative tra partner sociali e dai relativi adeguamenti salariali che si registreranno. Essi potrebbero essere differenziati tra i settori, a dipendenza del loro andamento economico».
Ci tolga una curiosità, ma tra voi consiglieri di Stato, magari nei momenti di tranquillità e non in seduta, parlate delle elezioni (ormai vicine), o l’argomento è tabù?
«La nostra attenzione oggi è focalizzata sulla gestione del Paese. Nei ritagli di tempo in cui si parla di attualità anche il tema delle elezioniviene affrontato, anche se in maniera generale.In ogni caso la scadenza elettorale è ancora lontana e occorre evitare di partire con una campagna elettorale troppo in anticipo».
I rapporti tra i presidenti di PLR e PPD non sono idilliaci. Ha mai pensato che lei e Raffaele De Rosa potreste fungere da mediatori per appianare le divergenze?
«Possiamo sicuramente favorire un dialogo costruttivo».
Lei mi dirà che non ci pensa e che è concentrato sul Consiglio di Stato e il DFE, ma al fascino della politica federale ogni tanto ci pensa?
«Mi sto attualmente impegnando a vivere il presente. Questo perché permette di focalizzare tutte le energie sull’attività attuale che al momento è molto intensa. La politica federale è già oggi per me una realtà, avendo settimanalmente molti rapporti con gli altri Cantoni e con Berna per approfondire temi di portata e interesse nazionale».
Da uomo pubblico quanto tiene alle parentesi della sua vita privata?
«È importante mantenere un giusto equilibrio ritagliandosi il giusto spazio per la propria vita privata. Questo vale in politica, ma in generale nella vita di ognuno. Anche il mio utilizzo dei social media è più orientato all’attività pubblica e istituzionale».