Il caso

L'Eurovision contro le canzoni create con l'AI: «Potremmo bandirle dal concorso»

L'Unione Europea di Radiodiffusione discute della possibilità di non includere brani realizzati con l'intelligenza artificiale dalla prossima edizione della competizione
© AP Photo/Martin Meissner
Red. Online
29.08.2023 23:15

In un mondo dove ormai la tecnologia è parte integrante della nostra vita, le regole cambiano. Proprio per adattarsi a tutti quei nuovi strumenti che, in un modo o nell'altro, possono esserci di supporto per produrre dei contenuti in maniera più semplice e veloce. Facendo, insomma, il minimo sforzo, grazie all'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT, tanto per citare uno dei più famosi. 

Tuttavia, come detto, la musica sta cambiando. Letteralmente, dal momento che anche questo settore risulta essere sempre più «minacciato» da chi decide di lasciare da parte la creatività e promuovere la tecnologia. Servendosi quindi dell'aiuto dell'intelligenza artificiale per scrivere e produrre nuove canzoni. Una tendenza che sta diventando sempre più comune, al punto tale da aver spinto gli organizzatori dell'Eurovision Song Contest a ripensare alle regole. E a valutare se non sia il caso di bandire le canzoni create dall'AI al concorso. 

Le discussioni, in merito, sono ancora aperte. Dopotutto, alla prossima edizione svedese, che si terrà a Malmö, mancano ancora diversi mesi. Eppure, secondo quanto si evince dalle prime indiscrezioni pubblicate dai media internazionali, presto l'idea potrebbe concretizzarsi. Tutto è nato da una domanda: «Che cosa succederebbe se all'Eurovision Song Contest ci fosse, improvvisamente, una canzone creata dall'intelligenza artificiale?». A chiederselo, il vicedirettore generale dell'Unione Europea di Radiodiffusione, Jean-Philip Tender. Il quale specifica che l'UER sta ormai riflettendo su come «inserire nel regolamento la necessità che la creatività provenga dagli esseri umani e non dalle macchine». Già, la creatività. L'importanza dell'originalità, delle idee di proprio pugno, della mente umana: aspetti centrali, su cui la competizione canora più famosa d'Europa intende continuare a puntare.

Infatti, sebbene questa nuova regola necessiti di ulteriori approfondimenti e discussioni, che comprendano anche gli organi direttivi dell'UER, le possibilità che l'Eurovision si muova in questa direzione sono buone. Nello specifico, secondo una prima valutazione, il concorso «dovrebbe premiare le persone sul palco che hanno ottenuto qualcosa nello scrivere una canzone e nell'eseguirla», dichiara de Tender a Bloomberg. 

Il precedente

Dopotutto, non è la prima volta che l'industria musicale si trova a dover prendere decisioni drastiche, a causa dell'utilizzo dell'AI nella produzione di canzoni. Lo scorso aprile, per citare un esempio, la Universal Music Group NV si era vista costretta a chiedere alle piattaforme musicali di eliminare una canzone — diventata virale in men che non si dica — che replicava le voci di Drake e The Weeknd grazie all'intervento dell'AI. «Heart on my sleeve», così intitolata, era stata condivisa sui principali social media (in particolare da TikTok, dove era comparsa per la prima volta). Il suo successo istantaneo, come detto, l'aveva fatta approdare anche sulle principali piattaforme musicali, tra cui Spotify. E anche YouTube. 

In quel caso, mesi fa, la vicenda aveva spostato l'attenzione non tanto sulla violazione della legge del copyright, quanto più sul coinvolgimento delle piattaforme musicali. Che, per prime, promuovendo questo tipo di contenuti, contribuivano a «danneggiare gli artisti». Persone in carne ed ossa che si affidano esclusivamente al loro talento, per produrre la loro musica. 

L'Eurovision, quindi, sulla scia dei casi precedenti, potrebbe essere pronto a fare la stessa mossa. Scegliendo l'originalità.