L'evento

«L'intelligenza artificiale prenda casa nel Locarnese»

Una giornata di laboratori, incontri e tavole rotonde organizzata da una nuova associazione che mira a incentivare l’arrivo di aziende tecnologiche – Il presidente Paolo Caroni: «Creiamo le migliori condizioni per loro»
Il sogno di un «mini-polo» a Locarno, dedicato a tecnologia e intelligenza artificiale
Jona Mantovan
31.01.2024 23:00

Gli ultimi sviluppi dell’intelligenza artificiale stanno cambiando il mondo in una maniera imprevedibile. Gli stessi scienziati sono sorpresi dalle macchine che sono riusciti a costruire. Non passa giorno senza che siano rivelati nuovi processi per lavorare sfruttando instancabili assistenti digitali, sempre gentili e disponibili, oltre che alla portata di tutti. Ed è proprio sull’onda di questa rivoluzione ancora in corso che Locarnesetech ha organizzato il suo primo evento pubblico martedì sera, seguito da una giornata di laboratori, incontri e dibattiti. L’associazione, nata nel 2022, ha lo scopo di promuovere l’arrivo di nuove aziende nel distretto, aziende che sappiano guardare al futuro.

Interventi di livello

L’iniziativa, organizzata con la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, ha esplorato le potenzialità di questa disciplina dirompente nel campo industriale grazie anche all’intervento di Andrea Rizzoli, direttore dell’Istituto dalle Molle, e di Alan Arslanagic, cresciuto a Locarno e oggi amministratore delegato di Visium, un’azienda che conta una sessantina di ingegneri e che ha già integrato oltre 150 soluzioni all’interno di giganti come Nestlé, ABB e Roche. Gli interventi, introdotti dal presidente dell’associazione nonché granconsigliere Paolo Caroni, sono poi proseguiti con una panoramica del direttore dell’Associazione industrie ticinesi Stefano Modenini e dei municipali di Locarno Nicola Pini e di Losone Fausto Fornera, che hanno permesso di conoscere la promozione economica dei due Comuni. «La nostra missione è collaborare e facilitare la presenza delle industrie nel Locarnese, interfacciandoci con l’ente pubblico e cercando di metterle in relazione con le aziende già attive. Perché oggi più che mai è necessario uno scambio di conoscenze tra le varie realtà industriali», ha spiegato al Corriere del Ticino Paolo Caroni, soddisfatto per la presenza di un pubblico numeroso e desideroso di capirne di più sulle potenzialità offerte dalla tecnologia. «Le ditte possono trovare interessanti e sorprendenti sinergie tra loro. Che si tratti di attività già esistenti nel Locarnese, o di altre non legate al territorio. Intendiamo essere anche una sorta di antenna per attività, imprese, industrie che vogliano insediarsi qui», ha poi proseguito il 53.enne.

Grazie all’iniziativa promossa unitamente alla SUPSI e ad AITI si sono esplorate le varie potenzialità

Tra arrivi e partenze

Un mercato vivace, quello delle imprese ad alto valore aggiunto. Almeno a giudicare dalla partenza nel 2023 di Novartis, oppure di Solar Turbines (ex Turbomach, specializzata nella costruzione di turbine), che dopo aver firmato un protocollo d’intesa ha deciso di chiudere la produzione nello stabilimento di Locarno (quartiere di Riazzino, in via Campagna) e delocalizzare in Repubblica Ceca, probabilmente a causa della scadenza di condizioni fiscali vantaggiose. La notizia dei 31 licenziamenti è stata resa nota a metà novembre,  dopo che già nel 2015 era stato operato un taglio di 88 collaboratori. «Non credo che le aziende si basino unicamente sui calcoli finanziari», risponde sempre Caroni. «Ci sono molti altri fattori che contano. Dalla qualità della vita alla stabilità politica, alla formazione e alle competenze dei collaboratori. Senza una formazione adeguata le aziende potrebbero non trovare i collaboratori di cui hanno bisogno. Nell’incontro, ad esempio, si è parlato dell’importanza della formazione offerta dai centri universitari. Tutti questi elementi contribuiscono a rendere un territorio attraente per le aziende. È evidente che il mondo sta diventando sempre più competitivo, quindi è necessario evolvere e adattarsi. Come noi, che cerchiamo di mantenere e attrarre aziende sul nostro territorio».

Il sogno di un «mini-polo»

Il presidente ha poi aggiunto che «anche il resto del mondo fa la stessa cosa. Ecco perché è importante capire quali aspetti dobbiamo ancora potenziare e sviluppare per avere quelle caratteristiche che interessano le industrie, le aziende e i posti di lavoro, al fine di attrarle da noi». Il sogno, espresso dai vari relatori, è infatti quello di riuscire a gettare le basi per dar vita ad una sorta di «mini-polo», un centro di competenza più informale, che possa affiancarsi ai tre esistenti a Sud delle Alpi (droni a Lodrino, scienze della vita a Bellinzona e moda a Lugano).

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