Salute

L'OMS lancia un piano per arginare il vaiolo delle scimmie

I pilastri sono la prevenzione attraverso i vaccini, il controllo della trasmissione grazie alla sensibilizzazione delle comunità e una risposta alla malattia in base a precise linee guida
© KEYSTONE (AP Photo/Moses Sawasawa)
Ats
27.08.2024 19:00

Salgono a oltre 20.000 i casi di Mpox, il cosiddetto vaiolo delle scimmie, segnalati in Africa da inizio anno e a 582 i decessi. Ad aggiornare i numeri è il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) nel giorno in cui l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) lancia un piano strategico globale che prevede investimenti per 135 milioni di dollari.

Mentre cresce la preoccupazione per l'epidemia in corso nella Repubblica Democratica del Congo, prosegue la ricerca sul nuovo ceppo virale, Clade I, considerato più pericoloso di quello che aveva provocato l'epidemia del 2022 e più in grado di colpire in bambini.

Il vaiolo delle scimmie è una patologia infettiva causata da un Orthopoxvirus, un virus simile a quello che causa il vaiolo (da cui si differenzia per minore diffusività e gravità). Da novembre 2023, c'è stato, ricorda l'Ecdc, «un aumento del numero di persone infette dal virus» e la quasi totalità dei casi, 19.667, sono stati segnalati nella Repubblica democratica del Congo. Più di recente, «tali infezioni sono state segnalate in altri Paesi in Africa». E, cosa più preoccupante, nelle ultime settimane sono stati rilevati anche due casi importati: in Svezia (il 15 agosto) e in Thailandia (il 22 agosto).

Numeri che hanno portato l'OMS, lo scorso 14 agosto, a dichiarare l'emergenza sanitaria internazionale. E ora, a lanciare un Piano strategico globale di preparazione e risposta al Mpox. I pilastri sono la prevenzione attraverso i vaccini, il controllo della trasmissione grazie alla sensibilizzazione delle comunità e una risposta alla malattia in base a precise linee guida.

Il piano «è soggetto ai contributi degli Stati membri e copre il periodo di sei mesi da settembre 2024 a febbraio 2025», prevedendo un fabbisogno di 135 milioni di dollari. «Le epidemie di Mpox - dichiara Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'OMS, lanciando un appello per trovare i finanziamenti necessari - possono essere controllate e fermate. Per farlo è necessario un piano d'azione completo e coordinato tra agenzie internazionali e partner nazionali e locali, società civile, ricercatori, produttori e Stati membri». L'Ecdc conferma comunque che in Europa il livello di rischio valutato per la popolazione generale «rimane invariato» ed è valutato come «basso».

Il sorvegliato speciale resta Clade I, un ceppo che non è chiaro quanto possa rispondere ai vaccini disponibili. A studiarne le particolarità è un team di ricerca de La Jolla Institute for Immunology (LJI), presso l'Università di San Diego, California. Il ceppo Clade I, spiega Alessandro Sette, co-direttore del Centro per l'innovazione dei vaccini LJI, «causa in genere casi più gravi e decessi rispetto al Clade II, inoltre sembra essere più trasmissibile tramite contatto pelle a pelle e si è diffuso più ampiamente in persone di età inferiore ai 15 anni», mentre l'epidemia di Mpox del 2022, causata dal sottogruppo Clade II, è stata osservata principalmente in uomini che avevano rapporti sessuali con uomini. Quindi, precisa, «la situazione si sta evolvendo rapidamente».

Approfondire la ricerca

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato che il virus dell'mpox, o vaiolo delle scimmie, si può trasmettere anche per via aerea, attraverso i droplets, ma in forma più marginale rispetto al contatto sessuale o di pelle con chi ha il virus, aggiungendo che è necessario approfondire la ricerca per comprendere a fondo come avviene il contagio.

I contatti ravvicinati attraverso i quali il virus passa da una persona contagiata a una sana, ha detto la portavoce dell'agenzia Onu Margaret Harris, «includono pelle contro pelle, come i rapporti sessuali o il semplice tocco, bocca a bocca o bocca su pelle. Ma possono anche includere l'essere di fronte e vicini, faccia a faccia con qualcuno che ha l'mpox», come per esempio accade quando si parla o si respira vicino al viso, generando particelle respiratore (droplets di saliva) infette. «Quando si parla con qualcuno, si sputano particelle di liquido», anche se non è una forma principale di trasmissione«, ha precisato Harris.

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