L'analisi

L'UE registra il rallentamento ma rimane in zona crescita

L'inflazione elevata, le conseguenze della guerra in Ucraina, le code di pandemia si fanno chiaramente sentire sulle economie – Pur ridimensionando le previsioni, la Commissione europea indica tuttavia ancora il segno positivo sia per quest'anno sia per il prossimo
Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
23.05.2022 06:00

Le previsioni primaverili della Commissione europea, rese note nei giorni scorsi, forniscono un quadro economico articolato sia dell’area nel suo insieme sia dei singoli 27 Paesi dell’UE. L’aumento dei prezzi, la guerra in Ucraina causata dall’invasione russa, i riflessi delle code di pandemia (ora soprattutto in Asia), sono fattori che stanno rallentando la crescita economica internazionale. Queste nuove previsioni UE ne tengono naturalmente conto. Ma stiamo parlando ancora di crescita annua, seppur rallentata.

I dati
Nel complesso, l’Unione europea si vede in crescita del 2,7% nel 2022 e del 2,3% nel 2023; nelle sue previsioni del novembre scorso le percentuali indicate erano rispettivamente 4,3% e 2,5%. L’inflazione è in netto aumento e Bruxelles la vede ora per l’area al 6,8% di media annua nel 2022 e poi in discesa al 3,2% nel 2023; i numeri delle previsioni precedenti erano rispettivamente 2,5% e 1,6%. Se una crescita economica minore del previsto e un’inflazione molto più alta non sono buone notizie, una notizia relativamente buona è invece la conferma della discesa della disoccupazione complessiva dell’area: dal 7% del 2021 al 6,7% di quest’anno e poi al 6,5% del prossimo (stesse previsioni di novembre). L’onda lunga del forte rimbalzo economico mondiale del 2021, successivo alla caduta pandemica del 2020, sta evidentemente per ora ancora producendo alcuni effetti positivi sul mercato del lavoro.

La Germania, maggior singola economia dell’area UE, dovrebbe avere una crescita economica dell’1,6% quest’anno e del 2,4% il prossimo; le previsioni precedenti indicavano 4,6% e 1,7%. La Francia, la cui economia è al secondo posto nell’UE, dovrebbe registrare una crescita del 3,1% nel 2022 e dell’1,8% nel 2023; le indicazioni precedenti erano rispettivamente 3,8% e 2,3%. Per l’Italia, che ha il terzo posto in campo economico nell’area UE, la crescita dovrebbe essere del 2,4% quest’anno e dell’1,9% il prossimo, contro le precedenti stime rispettivamente di 4,3% e 2,3%. La Spagna, quarta singola economia per dimensioni nell’UE, dovrebbe avere una crescita del 4% nel 2022 e del 3,4% nel 2023; le rispettive precedenti indicazioni erano 5,5% e 4,4%.

L’onda di aumenti dei prezzi, alimentata prima dalle strettoie nelle catene di rifornimento e poi anche dalla guerra in Ucraina, è ampia in questi mesi. L’inflazione dovrebbe così essere inusualmente alta (al 6,5%) quest’anno anche in Germania, Paese solitamente caratterizzato da prezzi al consumo molto stabili e quindi da un rincaro contenuto; di contro, alle latitudini tedesche la disoccupazione in questo 2022 dovrebbe scendere ulteriormente (al 3,3%). La situazione nelle altre tre maggiori economie dell’Unione europea dovrebbe essere quest’anno abbastanza variegata: per la Francia inflazione al 4,9% e disoccupazione al 7,6%; per l’Italia inflazione al 5,9% e disoccupazione al 9,5%; per la Spagna inflazione al 6,3% e disoccupazione al 13,4%.

Altri protagonisti
La Commissione europea peraltro dà uno sguardo pure al di là dei confini dell’UE e fa quindi previsioni anche su altri protagonisti, cioè altre economie di primo piano. Il Regno Unito, fresco di Brexit e dunque di uscita dall’Unione europea, secondo Bruxelles dovrebbe crescere del 3,4% quest’anno e dell’1,6% il prossimo; in novembre le rispettive previsioni erano 4,8% e 1,7%. Gli Stati Uniti per la Commissione europea dovrebbero crescere del 2,9% nel 2022 e del 2,3% nel 2023; prima le indicazioni erano rispettivamente 4,5% e 2,4%. Il Giappone dovrebbe avere una crescita dell’1,9% quest’anno e dell’1,8% il prossimo; in precedenza le previsioni erano rispettivamente 2,3% e 1,1%.

La Svizzera
Per la Svizzera la Commissione europea prevede una crescita economica del 2,2% quest’anno e del 2% il prossimo. L’inflazione media annua elvetica dovrebbe essere secondo Bruxelles del 2,3% nel 2022 e dell’1,2% nel 2023. Dopo aver limitato la caduta nel 2020 ed aver registrato una buona ripresa nel 2021, l’economia svizzera dovrebbe dunque manifestare ancora una volta una tenuta di fondo, nonostante il rallentamento. I prezzi sono in rialzo anche nella Confederazione, ma l’inflazione elvetica resta tra le più basse. Sul versante della disoccupazione la Commissione europea ha criteri di calcolo intonati con quelli dell’ILO (che si basano su rilevazioni su persone tra i 15 e i 74 anni non occupate) e indica per la Svizzera una media annua del 4,6% per quest’anno e del 4,2% per il prossimo. Diversi sono i criteri dell’elvetica Segreteria di Stato dell’economia, che si basa sugli iscritti agli uffici regionali di collocamento; nell’aprile di quest’anno la disoccupazione indicata dalla SECO era del 2,3% a livello svizzero, contro il 3,3% di un anno prima.