L'evento

L’Università si espande a nord con la Casa della sostenibilità

Una nuova antenna alpina dell’USI è stata inaugurata ad Airolo, si concretizza un progetto avviato nel 2018: «Aperta anche a scuole, enti e imprese che vogliono riflettere sull’ambiente e sull’impatto delle attività umane»
La coordinatrice Cristina Gianella e il responsabile Giovanni Pellegri, docente © Ti-Press
Jona Mantovan
21.03.2024 17:45

«Pizzo Lucendro», «Pizzo Rotondo», «Poncione di Vespero». Nomi di montagne, certo. Ma pure di alcune delle camere comuni (cinque in tutto per 23 posti letto) nella nuova Casa della sostenibilità dell’Università della Svizzera italiana, inaugurata giovedì ad Airolo. Un progetto avviato nel 2018 e che oggi vede un nuovo punto di partenza, negli stessi spazi dove un tempo aveva sede l’ufficio postale. Un edificio su quattro piani rimasto dismesso a lungo fino a quando, grazie all’intesa tra il Municipio e l’USI, è stato tracciato il suo destino: diventare un’antenna alpina dell’Università, il suo punto «più a nord», insomma.

Una presentazione, condotta dal docente dei seminari alpini, Giovanni Pellegri, e dalla coordinatrice della Casa, Cristina Gianella, a cui hanno assistito anche i rappresentanti di vari enti, coinvolti a vario titolo nella trasformazione di Airolo in «città universitaria»: dall’Ufficio cantonale per lo sviluppo economico all’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli, ma anche BancaStato, AIL e FFS.

«Solo un primo passo»

«È un luogo di formazione e di incontro privilegiato nelle Alpi», ha spiegato la rettrice dell’USI, Luisa Lambertini. «Vogliamo diventare un riferimento nell’ambito della sostenibilità e quello abbiamo compiuto oggi è soltanto un primo passo. Ma ce ne saranno altri. Questo sarà un luogo aperto alla comunità di studenti, ma anche alle scuole, agli enti e alle imprese che vogliono avere un’opportunità per riflettere sui temi collegati all’ambiente e all’impatto delle attività umane. A farlo vivere saranno studenti e professori attraverso esperienze fondamentali per capire lo sviluppo sostenibile nell’ambito di un contesto così unico», ha aggiunto la 61.enne rettrice dell’USI.

Tra sfide e «ospiti»

«Mi piace definirlo un laboratorio aperto dove gli studenti saranno a contatto con la natura, ma potranno anche capire progetti infrastrutturali cruciali che sfidano le prossime generazioni», ha confidato Massimo Filippini, vicepresidente della Commissione scientifica e didattica della Casa. «Pensiamo all’autostrada, alla ferrovia, ai grandi impianti idroelettrici, agli impianti turistici. Gli studenti potranno confrontarsi con gli specialisti del territorio, per capire come raggiungere lo sviluppo sostenibile», ha proseguito il 60.enne, professore all’USI e al Politecnico, con una cattedra comune tra le due istituzioni universitarie.

«Ospitate» nella Casa sono alcune attività de L’ideatorio, antenna regionale della Fondazione Science et Cité, che proporrà eventi e spettacoli aperti al pubblico nel nuovissimo planetario astronomico installato nell’edificio, ma anche una base di partenza per le attività del Servizio sport dell’USI.

Raffaele De Rosa, presidente del Consiglio di Stato, ha tracciato l’evoluzione del progetto, conosciuto già quando, nel 2018, era direttore dell’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli. «Complimenti a chi ha saputo portare avanti questa idea fino a concretizzarla. Oggi è una realtà che non rappresenta un punto di arrivo, ma di partenza. Oltre a essere un esempio di come nelle valli e nelle zone periferiche, sia possibile sviluppare iniziative di grado universitario, ad alto valore aggiunto e dai contenuti innovativi. Anche se poi, in fin dei conti, Airolo e la Leventina al giorno d’oggi non sono più una realtà così tanto periferica, visti i collegamenti anche con i mezzi pubblici», ha rilevato il consigliere di Stato 51.enne.

La Leventina guarda al futuro

Soddisfatto il sindaco di Airolo, Oscar Wolfisberg, che ha ricordato l’allora voto del Consiglio comunale («venticinque a zero») sul credito di oltre tre milioni di franchi per l’acquisto del vecchio stabile da ristrutturare. «Il nostro Comune ci crede e la tappa di oggi rappresenta un vero e proprio ‘diploma’ all’insegna della sostenibilità, un tema centrale nelle sfide per il futuro. Qui nell’Alta Leventina cerchiamo di riscattarci. Abbiamo tanti progetti, tanta voglia di fare. E, soprattutto, crediamo a un rilancio della regione», ha sottolineato il 40.enne, che ha parlato anche di un «mosaico di incastri da comporre per creare una rete di opportunità che abbia effetti positivi anche sull’indotto di settori come la ristorazione, i servizi e i commerci locali».