Coronavirus

Mascherine e trasporti pubblici, ci si affida al buon senso

Scatta oggi in tutto il Paese l’obbligo di utilizzo a bordo dei mezzi pubblici di trasporto - «I conducenti non saranno chiamati a fare i poliziotti»
© CdT/Chiara Zocchetti
Paolo Galli
06.07.2020 06:00

La decisione del Consiglio federale risale a mercoledì, ma l’obbligo entra in vigore proprio oggi. Da questa mattina torniamo insomma a rivedere le mascherine sia in città sia in montagna. Le ritroviamo quindi, in particolare, in transito, indossate da autoctoni e turisti - sì, anche loro - Gli operatori del settore intanto hanno avuto qualche giorno per prepararsi all’appuntamento. Un breve lasso di tempo, se consideriamo la portata della misura e cosa essa comporta per chi è chiamato a farla rispettare. Anche se poi, gli stessi operatori, parlano soprattutto di un compito di sensibilizzazione e di informazione. Lo stesso Toni Häne, responsabile del trasporto passeggeri delle FFS, venerdì aveva ricordato come ai conducenti non verrà chiesto di fare i poliziotti.

Guidare senza distrazioni
«Crediamo nel senso di responsabilità dei passeggeri», ha aggiunto Ottavia Masserini, portavoce di FFS. «Il personale sul treno è chiamato a informare i passeggeri dell’obbligo di utilizzo e ha la possibilità di invitare chi non lo rispetta a scendere dal mezzo». Urs Bloch, portavoce di AutoPostale, è convinto: «Crediamo che la maggior parte dei clienti rispetterà la regola. Dovessero esserci dei problemi, inviteremmo i passeggeri disobbedienti a scendere. Ma noi puntiamo molto sull’informazione, da una parte con affissioni e annunci, dall’altra tramite il nostro personale di controllo. Ai conducenti spetta solo il compito di guidare come sempre il mezzo, senza distrazioni». Lo stesso vale sulle linee regionali. Roberto Ferroni, direttore delle TPL: «Il servizio di sicurezza non compete al personale viaggiante».

Non vige alle fermate
Ancora venerdì c’è stato un incontro del cosiddetto «team pandemie» del settore. Da lì è emersa anche una precisazione sull’uso delle mascherine, «che è obbligatorio sui mezzi di trasporto ma non alle fermate», ci dice Ferroni. Alle fermate vige la misura del distanziamento sociale: un metro e mezzo tra un utente e l’altro. «L’obbligo impone comunque che l’utente salga sul mezzo già con la mascherina», precisa ancora Ottavia Masserini. «Un obbligo che abbiamo accolto con piacere», spiega Fabio Canevascini, presidente dell’Associazione ticinese degli utenti dei trasporti pubblici (ASTUTI). E aggiunge: «Molti dicevano “non la metto perché non sono obbligato, ma se mi obbligassero...”. Ecco, quella del Consiglio federale è stata la decisione giusta».

Ci sono anche zone grigie
Facile immaginare maggiore pressione sul personale viaggiante. Masserini però spiega: «Il nostro personale è comunque formato anche per affrontare le situazioni di conflitto. Ma in tutti i casi staremo a vedere come reagirà l’utenza». Una situazione paragonabile a quella di un passeggero che si rifiuta di mettere la mascherina? «Uno che fuma sulla vettura». Disobbedienza insomma. Bloch, per AutoPostale, spiega: «Il personale ha l’esperienza per reagire in modo adeguato a ogni situazione. In tutti i casi, non possiamo dare multe. Quello che possiamo fare è chiamare la polizia. Ma crediamo non si presenteranno simili occasioni». «Bisogna far intervenire la polizia dei trasporti. Già, ma noi non siamo le FFS, non abbiamo un servizio di sicurezza - spiega Ferroni - Ecco che entriamo in una zona grigia». Non si può pensare di chiedere un intervento della polizia per ogni passeggero che si rifiuterà di indossare la mascherina. «Proprio per questo motivo lavoreremo molto sulla sensibilizzazione, più che sulla repressione».

Non si comprano su treni e bus
Una cosa poi deve essere chiara: le mascherine non si possono comprare all’interno dei mezzi di trasporto. Si potranno però acquistare all’interno dei vari negozi presenti nelle principali stazioni ferroviarie, oppure nelle «macchinette», dove da settimane ormai sono già disponibili. Le TPL le hanno in vendita presso la stazione FLP di Lugano e alla Pensilina in centro. I conducenti dei bus e degli autopostali non saranno obbligati a indossarle durante i vari tragitti. «Per motivi di sicurezza», sottolineano in coro Ferroni e Bloch. E poi comunque le prime file rimarranno «off-limits». Vige l’obbligo per il personale degli autopostali nel momento della vendita dei biglietti. Insomma, tutta una questione di logica e buon senso, oltre che di obblighi.

Sciarpe e fazzoletti non sono sicuri

L’obbligo della mascherina vige a partire da oggi su tutti i mezzi pubblici, ossia su treni, tram e autobus, ma anche su funivie o battelli. Sono escluse le sciovie e le seggiovie. I bambini sotto i 12 anni sono pure esclusi dall’obbligo della mascherina. Sono escluse anche le persone che non possono portare la mascherina per motivi particolari, segnatamente per motivi medici. L’obbligo vige, con logica, indipendentemente dal numero di persone che utilizzano i mezzi. Non è possibile sapere in anticipo quante persone in più saliranno. Dati gli spostamenti per recarsi al lavoro e quelli nel tempo libero durante il periodo delle vacanze, si presume fondamentalmente che vi sarà un elevato afflusso di persone. Sui mezzi pubblici si possono utilizzare mascherine igieniche (mascherine chirurgiche, mascherine di sala operatoria) o mascherine in tessuto di produzione industriale, che devono coprire bocca e naso. Sciarpe e fazzoletti non sono sufficienti e non corrispondono a quanto imposto dal Consiglio federale. Il controllo e l’esecuzione sono affidati al personale di bordo dei treni e alla polizia ferroviaria o ai servizi di sicurezza. Chi si rifiuta di indossare la mascherina deve scendere dal mezzo di trasporto alla stazione o alla fermata successiva. Se una persona oppone resistenza all’invito degli addetti alla sicurezza e non scende dal veicolo, può essere multata per disobbedienza a decisioni dell’autorità (con procedura di multa ordinaria, non disciplinare).

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