Meno casi di abbandono, «ma ci servono più spazi»

L’immagine è quella del cagnolino legato con il guinzaglio al guardrail di un’autostrada dalla famiglia in partenza per le vacanze estive. Una triste abitudine che al giorno d’oggi è diventata, per fortuna, sempre più rara. L’evoluzione e la modernizzazione della società hanno portato però altre sfide per chi si dedica all’assistenza degli animali. Soprattutto durante la bella stagione. Abbiamo fatto il punto della situazione nella nostra regione con Emanuele Besomi, presidente della Società protezione animali di Bellinzona (SPAB). Partendo proprio, come detto, da un dato sicuramente positivo: «Non riscontriamo quasi più il problema dell’abbandono vero e proprio degli animali in concomitanza con le vacanze estive. Questo fenomeno è diventato fortunatamente sempre meno diffuso e la tendenza, in tal senso, è positiva». Capita invece più di frequente di prendere a carico alcuni cani sequestrati dall’autorità a proprietari che si trovano in serie difficoltà e che non possono più badare all’animale. «È un fattore che tende però a diminuire la flessibilità nell’accoglienza da parte dei rifugi poiché l’iter burocratico è molto lungo e questi esemplari non possono essere dati in adozione visto che hanno ancora un proprietario».
Gesti nobili e multe salate
Un’altra tendenza tipicamente estiva, e che sta registrando un forte aumento, è invece quella di «adottare» i trovatelli durante le vacanze all’estero e di portarli via con sé. «Capita sempre più spesso che le persone che soggiornano in Italia, Spagna o Grecia trovino un cucciolo di cane o di gatto e decidano di infilarlo in un trasportino, portandoselo a casa in Svizzera». Nulla di male, a patto però di rispettare le regole e agire seguendo le leggi vigenti. «Nessuno vieta di adottare i trovatelli, ma bisogna fare le cose per bene. Altrimenti da un gesto bello e nobile come questo possono derivare non pochi problemi e anche multe salate», evidenzia Besomi. Necessario, quindi, dotarsi di tutta la documentazione richiesta e del microchip ma, prima di tutto, procedere alle vaccinazioni. «Si tratta di un punto importantissimo, soprattutto se un animale non è vaccinato contro la rabbia». In questo caso, spiega, è obbligatorio disporre una quarantena di 120 giorni durante i quali il trovatello sarà completamente isolato ed entrerà in contatto saltuariamente solo con il personale specializzato. «E questo è deleterio per gli animali, soprattutto se pensiamo ai cuccioli e al loro naturale percorso di socializzazione». Senza contare, appunto, il rischio di incorrere in sanzioni doganali e veterinarie per i proprietari. «Ricordo sempre che bisogna pensare bene prima di prendere un animale».
Coordinare l’assistenza
Ad impegnare durante il periodo estivo la SPAB e i suoi volontari è anche il servizio di pensione che accoglie gli animali domestici ospitandoli mentre i proprietari vanno in ferie. Un servizio sempre molto richiesto. «Si tratta inoltre di una delle principali fonti di sostentamento delle Società come la nostra che non sono sovvenzionate dallo Stato». Anche se attualmente c’è carenza di spazi di questo tipo: «È difficile trovare i luoghi adeguati per le pensioni degli animali». In tal senso, ricorda Besomi, c’è sul tavolo il progetto di un Ente unico cantonale di soccorso, «che sarà in votazione nella prossima seduta di Gran Consiglio, in autunno». Da tempo si sta portando avanti anche l’idea di ampliare gli spazi dell’attuale rifugio di Gorduno-Gnosca: «Vorremmo, oltre ad aumentare la superficie della struttura, anche creare un centro di competenza cantonale per coordinare tutto quello che è la protezione e l’assistenza agli animali».
Trasparenza apprezzata
Il lavoro portato avanti dalla SPAB è stato anche al centro della giornata di porte aperte organizzata a metà giugno: «Siamo molto soddisfatti di come è andata quest’anno», spiega il presidente. «Abbiamo avuto oltre un migliaio di visitatori che hanno mostrato molto interesse per quello che facciamo e per come è organizzata la struttura. Le persone vedono quello che c’è dietro e restano sorprese in positivo. Il nostro rifugio, dopo il rinnovo, è stato concepito come uno spazio aperto dove si può entrare e vedere come è gestito il tutto. La trasparenza è la nostra parola d’ordine e questa caratteristica viene notata e apprezzata».