Lugano

Mezza vittoria per il bar Freedom: ha riavuto la sua terrazza

Sospesa dal Governo una decisione della Città contro il disturbo causato dal locale - Il Comune non era comunque riuscito a farla rispettare - Resta l'obbligo di spegnere la musica alle 22
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
23.07.2024 16:41

A Bellinzona il bar Freedom di Cassarate si è ripreso la sua terrazza. Il ricorso al Consiglio di Stato contro le due misure decise a giugno dalla Città ha permesso al gerente di congelarne almeno una: il divieto di utilizzare la terrazza esterna, su cui l’autorità cantonale ha concesso l’effetto sospensivo. Dovrà invece essere rispettato l’obbligo di spegnere la musica entro le 22, che sia dentro o fuori dal ritrovo pubblico. Su ambedue i provvedimenti, che il Comune aveva esteso per una durata di tre mesi, il Governo dovrà esprimersi un’ultima volta nel suo giudizio finale sul ricorso del bar. Commentando la decisione giunta da Palazzo delle Orsoline, la municipale luganese responsabile della polizia Karin Valenzano Rossi non nasconde una certa amarezza. «Sostanzialmente il Consiglio di Stato ha ponderato gli interessi in gioco, facendo prevalere quello economico del Freedom rispetto all’interesse dei residenti al rispetto della quiete pubblica, malgrado abbia constatato che il bar è inserito in un quartiere altamente residenziale». L’intervento del Comune è quindi stato ritenuto esagerato e troppo penalizzante per l’attività commerciale, che nel frattempo ha cercato di riorientare il suo business tenendo aperto durante le pause pranzo.

Nella decisione cantonale si fa comunque notare che il gerente, per quanto possibile, dovrà limitare il disturbo creato dalla sua attività, «ma non si capisce bene come – irrompe Valenzano Rossi – perché non lo faceva nemmeno prima». Qui tocchiamo un punto chiave. Come testimoniano dei video girati a ora tarda dagli abitanti della zona, apostrofati dalla clientela presente con il più classico dei «che c...o filmi?», sulla terrazza del Freedom, spesso, erano presenti persone anche dopo le dieci di sera. Le decisioni della Città non sono quindi state del tutto rispettate. Oppure, cambiando prospettiva, la Città non è riuscita a far rispettare del tutto le proprie decisioni. E i vicini, da questo, sono rimasti delusi. «Capisco, ragionando in termini astratti, la prudenza del Consiglio di Stato, ma di fatto la situazione è insoddisfacente – riconosce Valenzano Rossi – e posso solo immaginare il disappunto e l’esasperazione del quartiere che si è subito di nuovo confrontato con gli schiamazzi. Purtroppo, rimane la sensazione che sia davvero difficile poter avere il rispetto della quiete pubblica. Naturalmente il Comune potrà insistere nella procedura – conclude la municipale, con parole che sanno di resa – ma i tempi lunghi renderanno tardiva un’eventuale decisione, almeno per questa estate».